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Prima di tutto, nessun problema per il tuo italiano, che è perfetto! Certo, questa è quella di Pininfarina, come ho scritto nel post. La mia domanda è se l'altra sia veramente di Bertone, come scriveva Gente Motori nel 1978, perchè non ho trovato nessuna info oggi per quest'altro modello. Se esiste ancora, dove è andata, chi l'aveva fatta...
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Stavo riguardando questa foto con lo "chalet" e devo dire che quei guard-rail che si vedono sulla destra sembrano proprio quelli che si vedono in diverse parti della pista, guardando le foto d'epoca. Ok... non li avrà avuti solo La Mandria fatti così, ma io li ho sempre trovati piuttosto particolari e molto spesso mi hanno aiutato a capire che si trattava proprio della pista in questione, quando cercavo di capire "dove".
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Che poi chissà perchè le chiamano cancellate, che si vedono benissimo. .... Dai, non fare quella faccia. Piuttosto, visto che siamo nel topic delle mai nate Fiat, una curiosità l'avrei. L'altro giorno durante la pausa pranzo sfogliavo un recentissimo Gente Motori del 1978 (mi piace tenermi aggiornato) e nelle pagine degli scoops ooops oops il buon Marin proponeva il seguente veicolo, che avevo rimosso. (in verità le prime due foto sono quelle di GM, la terza - che non ricordavo di avere, l'ho rivista adesso nella cartella dei proto 132 - credo venga da 4R) Il buon Marin scriveva che, a differenza dell'altra 132 giardinetta (che mi è subito venuta in mente in quel momento, e che giustamente ricordavo diversa) proposta da Pininfarina questa l'aveva fatta Bertone. Primo pensiero: "ah... non me la ricordavo proprio." Sono andato così a ravanare sul web per vedere se saltava fuori qualcosa. Niente. Così ora son qua a chiedere: 1) ne abbiamo già parlato, l'abbiamo già contestualizzata, era davvero di Bertone, e io non me lo ricordo? 2) se sono solo io a non ricordarmi il punto 1, qualcuno mi illumina? Perchè io ho proprio un vuoto, riguardo chi l'avesse fatta, e che fine abbia fatto. Era per caso una delle tante one-off realizzate per Agnelli? Mi ricordo la sua 130, ma questa, come ho detto, vuoto...
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Un paio delle mie "ex" decisero di farla finita. Cioè, ovviamente questo non è possibile, però fu abbastanza strano vedere che due auto da me versate come usato al conce Opel (due consecutive fra l'altro) durarono pochissimo in mano ai nuovi acquirenti (due fenomeni, il primo dei quali nemmeno seppi mai chi fosse, mentre il secondo ebbi occasione di conoscerlo quando venne a vedere la mia "ex" mentre io ritiravo la nuova). La prima fu l'Astra G del 1998, data in permuta per la Corsa C GSI 1.8 nel 2002. La comprò un non so chi che dopo una settimana scendendo da un dosso ed entrando in un paesello della "bassa" novarese a velocità fotonica perse il controllo e tirò giù una cancellata intera, rotolando nel giardino di una villetta. Lui si fece nulla, auto irriconoscibile. Non vidi nemmeno il rottame, perchè andò a recuperarlo un demolitore di un'altra zona. L'ultima volta che la vidi "viva" fu la sera in cui andai in conce per una macchia che avevo notato sul cielo tetto, la stavano preparando per il nuovo cliente. La seconda, la Corsa C GSI 1.8 appunto, che versai nel 2005 per prendere la GTC che ho avuto fino all'anno scorso. La comprò un idiota esaltato (finanziandola fino all'ultimo centesimo) che poi vidi in giro nel traffico della città vicina a fare il cretino ai semafori, sgommando ad ogni metro che doveva fare in coda. Ricordo che pensai "mi sa che anche questa...", ed infatti poche settimane dopo venni a sapere che aveva fatto un botto notevole in centro, facendo carambolare e cappottare una Smart. Non poteva permettersi di ripararla (doveva ancora pagarla tutta, figuriamoci....) e quindi la vettura finì in un qualche centro di Milano dove raccoglievano auto ancora targate ma pesantemente danneggiate (per riciclare pezzi o per i carrozzieri che volevano metterle a posto, non so...). Venne notata (curiosa questa cosa, tanto come il ritorno in zona della mia GTC) dal figlio di un carrozziere non lontano da qui, che decise di comprarla per due soldi, portarsela a casa e rimetterla a posto. Essendo certo che anche lei fosse passata a miglior vita, rimasi assai stupito la sera in cui con la GTC andai a comprare le sigarette presso un bar della città vicina e me la trovai davanti. Se non ricordo male, scattai una foto dell'evento... ah sì, eccola qui. Molte altre invece mai più viste. Riguardo i tempi recenti, la Punto Street che versai senza comprar nulla perchè non serviva più, andò lontano e non mi capitò mai di rivederla. La 164 invece la comprò un membro di un qualche club (credo zona Bergamo o Brescia, non ricordo) e credo che sia ancora in giro. La incontrai ancora al suo trentennale (l'avevo venduta l'anno precedente) con dei nuovi interni. I suoi originali in velluto blu erano perfetti ma il nuovo proprietario ne aveva degli altri in pelle beige, e fece cambio. Montò anche i cerchi da 16" se non sbaglio, tanto che tra cerchi e interni, vedendola da lontano nel park del Museo e senza vedere la targa, manco l'avevo riconosciuta. Fu "Il Fusi" (che non bazzica qui da anni, come sappiamo) a dirmi, prima che iniziasse la conferenza con Fumia, "guarda che fuori c'è la tua macchina". Una cosa che mi fece stringere il cuore e che oggi lo fa ancor di più, fu che la rividi postata su FB in una foto insieme al compianto Giorgio Langella, che ci ha lasciato giorni fa e che avevo incontrato ma senza aver l'opportunità di unire lui e la mia 164 in uno scatto. Il club di cui fa parte il nuovo proprietario, durante il trentennale, scattò una foto del mitico Giorgio insieme all'auto che anche lui aveva creato, e lo fece usando la mia "ex". Quindi alla fine ebbi modo di vedere Giorgio insieme alla "mia" 164, solo che non era più mia. In ricordo di Giorgio Langella, un grande collaudatore con l'Alfa nel cuore e, soprattutto, un Signore con la S maiuscola.
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Ci sta. A molte ragazze legate a pareristi era piaciuta un sacco anche la mia PandAlfa ed infatti molti di loro mi avevano tirato un tot di maledizioni, dicendomi "cosa hai fattooooooo, adesso la vogliono!!!"
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In realtà credo che qualcuno ci avesse pensato... forse lo stesso Maioli, prima di arrivare alla decisione di lasciare solo le 5 barre, in seguito a quella "visione" che raccontava di aver avuto un mattino mentre arrivava in Fiat e da lontano aveva visto, in mezzo alla tipica nebbiolina (che forse non era nebbiolina ) del mattino torinese, il grosso "FIAT" di Mirafiori. Però lo dico giusto così eh... non ne sono affatto certo. Un logo che avrebbe ricordato un po' i manifesti Fiat del futurismo. Ah ma ci sta che li abbiano "appesi" anche dopo eh, quando lo scatolone appiccicato al portellone era già scomparso. Purtroppo non sono riuscito a trovare una foto dei prototipi un po' più "svestiti" ma con i fari della 176. Però questa storia mi ha fatto ricordare quando Alfa camuffava la 145 giocando col rosso sul montante posteriore e collegandosi alla freccia del fanale definitivo, per far credere ai meno sgamati che fosse una Punto
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Tornando invece alla storia del frontale a quattro fari che avrebbe potuto avere la Ritmo prima serie e del quale in passato abbiamo visto più volte la maquette, pubblicando questa nuova immagine in cui lo vediamo in maniera più completa devo fare una precisazione. Esso era sì visibile allo stesso Salone di Torino in cui venne presentata la Ritmo, ma non era esposto da Fiat allo stand. In un'altra sezione del Lingotto c'era la mostra "Carrozzeria Italiana - Cultura e Progetto" e questa maquette era esposta lì. La stampa poi mise insieme le cose perchè si trattava evidentemente di uno studio scartato per la Ritmo, ma Fiat non l'aveva esattamente messo in mostra a fianco delle Ritmo protagoniste dello stand.
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Vi racconto ancora questa e poi mi fermo perchè l'OT è grande come una Escalade. Penso che molti di voi abbiano visto “Christine” più di una volta. Se lo avete fatto, ricorderete sicuramente la scena in cui l'amico di Arnie, Dennis, resta gravemente ferito durante una partita di football, perchè distratto da Arnie che bacia Leigh (la ragazza che a lui piaceva molto) dopo averla accompagnata alla partita al volante di Christine appena uscita dal restauro. Dopo averci mostrato Dennis a terra con la schiena a pezzi, Carpenter indugia con una lenta carrellata sul frontale di Christine, dando l'idea che lei si stia godendo la scena. All'inizio di marzo sono rimasto coinvolto in un lieve tamponamento nei pressi di una rotonda. Pochi graffi davanti e dietro, e un “rene” Bmw da cambiare. Vabbè, tante parolacce (fa specie pensare di non aver mai combinato nulla in 18 anni con la Opel, nemmeno negli ultimi periodi, quelli in cui sai che la stai per cambiare, sai che è quasi a fine vita e se fai un graffio dici “amen”... poi prendi una macchina più bella, passa qualche mese e “pum!”) ma pazienza, sistemeremo anche questa. Si vede che era destino... L'incidente è avvenuto davanti al parcheggio dell'azienda per cui lavora il ragazzo che oggi ha la mia GTC. La fabbrica sta laggiù sul fondo, e davanti c'è un piazzale dove parcheggiano i dipendenti, con le auto rivolte verso la strada. Dopo le prime fasi concitate, tipiche di ogni incidente (“io qui, io là, lui su, lui giù” e via dicendo) restiamo fermi per un bel po' perchè una delle auto coinvolte non si può spostare. Questo signore è sceso dal suo Berlingo, lasciato acceso, e non si sa come, è rimasto chiuso fuori. Macchina accesa, col freno a mano tirato, su una corsia singola, nei pressi di una rotonda, a mezzogiorno. Una coda interminabile dietro di noi. Dopo un po', mentre compiliamo i moduli e si cerca di trovare una soluzione per questo Berlingo in mezzo alle b...e, mi rendo conto che dall'altra parte della strada, nel parcheggio della suddetta azienda, lei è lì che mi guarda. Evidentemente il tipo fa pausa pranzo in azienda. Proprio lì, davanti al punto in cui mi sono fermato dopo aver fatto “bum”. In quel momento la griglia del paraurti sembrava davvero un sorriso di godimento, e ho pensato a quella scena di “Christine”.
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Grazie! Una 188 che corrisponde ad una delle varianti che hai descritto forse l'ho trovata La 145/147 invece niente, credo non sia mai stata paparazzata/pubblicata oppure avendo delle modifiche piuttosto contenute, nemmeno notata. Ritengo però che tu abbia ragione, sembrerebbe proprio il tipico mulo di inizio collaudi: si prende il vecchio modello (cosa c'è di più comodo, quando la nuova mantiene la piattaforma precedente? ) e si pasticcia quel che serve sul frontale per... "far finta che sia". Alla fine era l'unica ragione a spingerli a costruire quei mostriciattoli come la Tipo-formichiere col muso del Coupè. Se non avessero dovuto testare la funzionalità delle prese d'aria del frontale della sportiva, avrebbero potuto tranquillamente testare motori e quant'altro con delle normalissime Tipo (e chissà, magari l'hanno anche fatto.. magari ci passavano sotto il naso delle Tipo 5 cilindri turbo e noi non ce ne rendevamo conto ) Detto ciò, oggi vi propongo un "mai nato" che riguarda Fiat, ma non le sue auto. Ho trovato il tema interessante e ho pensato di proporlo qui, dato che alla fine è un qualcosa che non ha visto la luce, ma se lo avesse fatto sarebbe stato parte dei modelli Fiat di fine millennio. Dobbiamo tornare all'inizio degli anni '90 e ricordare Bruno Alfieri, uno dei più noti critici d'arte ed editori italiani, scomparso a Milano nel 2008. Dopo anni passati nel mondo dell'arte, egli decise di dedicarsi all'altra sua passione, quella per le automobili, fondando nel 1979 la casa editrice Automobilia, che ogni appassionato di auto d'epoca conosce bene. Innumerevoli i saggi, i cataloghi ragionati e i volumi dedicati a uno specifico modello (tra cui alcuni scritti dallo stesso Alfieri, come quello per la 164) oggi rappresentano una splendida parte delle cosiddette "fonti" cui possiamo accedere quando vogliamo leggere qualcosa di ben fatto sulle auto di molti anni fa o su diverse youngtimer. Alfieri fondò anche le riviste "di marca" Ferrarissima", "Rivista Lamborghini" e "Zuffenhausen" (dedicata ovviamente a Porsche). Non ultima, la splendida rivista "Le Grandi Automobili" di cui negli anni con pazienza sono riuscito a ricomporre la collezione nella mia caverna. Forse chiamarla "rivista" è riduttivo, perchè ogni numero è più simile ad un libro delle dimensioni dell'elenco telefonico di una piccola città (roba che costava 15000 Lire a numero negli anni '80 per intenderci...) Proprio su un numero pubblicato all'inizio dell'ultima decade del millennio, Alfieri proponeva un tema ai nostri più celebri carrozzieri: la rivisitazione del marchio Fiat, che secondo lui aveva indubbiamente fatto il suo lavoro nella decade precedente (Alfieri non denigrava affatto l'intuizione di Maioli, che aveva portato alla nascita delle 5 barrette cromate che stavano sulle calandre in plastica nera di ogni Fiat ottantesca - a parte la 126 - da Panda Super a Croma) ma riteneva anche che quell'emblema Fiat, pur svolgendo bene il suo lavoro principale (anche da lontano era chiaro che si trattava di una Fiat, un tratto riconoscibilissimo, perchè di grandi dimensioni e molto evidente, così cromato su fondo nero) non rendesse merito alla storia della Casa, e pensava che ci volesse qualcosa di più "ricco", magari anche un filino opulento. Alfieri propose il tema a Pininfarina, a Giugiaro, a Bertone e allo Studio I.De.A. Sinceramente non ricordo cosa rispose Pininfarina (forse nemmeno rispose... davvero non ricordo); Giugiaro disse che preferiva astenersi e Bertone più o meno la stessa cosa, dicendo che concordava sulla necessità di rivedere il marchio Fiat ma che non riteneva fosse la Bertone a doverci pensare. L'unico a buttarsi nel progetto fu lo Studio I.De.A di Mantegazza, forse perchè essendo in un periodo in cui la collaborazione con Fiat andava a gonfie vele ritenne di potersi sbilanciare su un tema piuttosto delicato senza scatenare le ire di Mirafiori (e chissà, magari facendo anche centro). Abbiamo quindi qui le proposte dello Studio I.De.A. per un ipotetico nuovo badge Fiat, alcune delle quali onestamente non ritengo risolvessero il problema (anche perchè, al di là del passaggio dal cromo al colore, credo proponessero un emblema di dimensioni più contenute, simili a quelle dell'odierno... e penso che da lontano non fosse affatto più facile riconoscere una Fiat, a meno che di inserire il nuovo stemma in una serie di frontali caratterizzati da un evidente ed originale family feeling, sui quali, visti da vicino, esso sarebbe stato la "ciliegina sulla torta"). Altri invece li trovo più interessanti ed in alcuni casi mi sembra che proponessero delle idee prese in considerazione in seguito, dall'inizio del nuovo millennio ad oggi, anni in cui abbiamo visto lo stemma Fiat cambiar faccia più volte. A voi i commenti. Ora carico quello che posso, poi farò degli altri post. Se mi sbrigo penso che riuscirò a far mettere tutto insieme al server
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Fino ad un certo punto. Venduta ad un piuttosto corpulento signore in pensione che abita a 10 km da qui, il quale l'ha tenuta quattro mesi e poi l'ha rivenduta perchè si è accorto che per uno come lui è una macchina un po' scomoda (ma dai? Cioè, prima avevi una vecchia Classe E e ti sei fatto l'idea che una GTC potesse andar bene per sostituirla? Ma io dico...) A chi l'ha rivenduta? Ad un giovane che abita qui in paese, a 300 metri da casa mia, e lavora nella città in cui lavoro io, a 500 metri di distanza. In pratica la vedo ogni giorno, mattino-pomeriggio e sera. Lo so che mi guarda e mi dice le peggio cose, sento la sua presenza. Come finiva "Christine" di Stephen King? "La sua infinita tenacia, la sua furia indomabile."
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Il paraurti posteriore è brutto da vedere (come ci sembrano brutti quelli di 40 anni fa) perchè SEMBRA, dico SEMBRA (perchè poi magari ha la consistenza dei Pavesini) fatto per fare ciò che un paraurti dovrebbe fare: salvare il resto quando fai "tump!" o ti fanno "tump!" a te mentre sei alla Conad a comprare i Pavesini. Quello sarebbe lo scopo dello scalino (che si chiamava guardia, una volta, e la leggevi nei disegni tecnici fatti da quei tecnici che progettavano paraurti fatti per parare gli urti) ammesso che si tratti di un pezzo un pochino robusto... altrimenti resta brutto e basta. Nel mio box fino all'anno scorso c'erano la Tipo del 1992 coi brutti paraurti neri con uno scalino che ti ci siedi sopra, e la GTC. Ora la Opel, che era lunga 429 cm, non c'è più: al suo posto una Bmw X1. Tipo+X1 uguale la lunghezza del box meno 10 cm e quando le ritiro devo entrare prima con la Tipo per andare a fare "tump!" contro il pannello che ho attaccato al muro e poi avvicinarmi con la Bmw fino a quando smettono di suonare i sensori e sul display esce la faccia del povero Bruno Arena che grida BAAASTAAAAAA!!, altrimenti la serranda non si chiude. Viva lo scalino. E poi, a 60 anni dall'indimenticabile GT, finalmente un altro scalino... non siete mai contenti. (questo senza la minima volontà di difendere questo panettone eh, del quale personalmente salvo ben poco)
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Ecco, questo era l'altro mulo conservato di cui avevo memoria grazie. Dunque, ieri sera ho fatto un giretto fra le vecchie foto-spia della 4 porte, per cercare di capire se fossero più di uno i muli in collaudo... ma non ci ho ricavato niente. All'inizio pensavo di aver scovato un secondo esemplare, perchè nella maggior parte delle vecchie foto molti dettagli del camuffo non combaciano. Ad esempio, il finestrino della porta posteriore: in alcune vecchie foto è completamente coperto, in altre se ne vede una parte come su quella che abbiamo visto in questi due giorni. Poi ho pensato che questo poteva significare tutto e niente, perchè come sappiamo i muli durante la loro esistenza vengono "svestiti" e "rivestiti" più volte, e i dettagli possono cambiare. Infatti... alla fine ho trovato alcune immagini in cui la vettura si vede col finestrino scoperto oppure coperto, ma ha sempre un dettaglio che la identifica come quella che ho postato l'altro ieri: quel pezzo di nastro messo a caso sul pannello applicato fra i fari anteriori. Insomma, nelle foto che ho a disposizione sembra sempre la stessa. L'altra considerazione è sull'effettiva somiglianza che questa 4 porte in versione di produzione avrebbe potuto avere con la concept di Pininfarina. Certo, noi la identifichiamo facilmente perchè c'è un abitacolo "tutto vetro" con in montanti anteriori e centrali nascosti che rende un gioco da ragazzi capire cosa sia... però: se osserviamo la composizione del frontale, sta bene che si tratti di un muletto, sta bene che i fari della BX e le frecce della Ritmo son lì per caso, però vediamo anche un parafango che sembra fatto per ospitare una freccia non tanto diversa da quella della compatta Fiat. C'è anche un paraurti, con questa mega-griglia, che sarà sicuramente abbozzato ma forse non più di tanto (per quanto prototipale, mi sembra decisamente costruito apposta... a meno che sia quello della 412 modificato? Ora mi sfugge...) e che rende tutto il frontale assai diverso da quello del concept, il quale sarebbe sicuramente passato attraverso le maglie dell'industrializzazione prima di arrivare nelle concessionarie. Mi chiedo quindi se in effetti sia stato fatto qualche disegno, più o meno definitivo, di come avrebbe dovuto essere la "vera" 4 porte se fosse stata messa in produzione, e se oggi esista ancora da qualche parte...
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Parto dall'ultima parola che hai scritto, "pressarlo". Che peccato. Cioè... qualche anno fa abbiamo appreso che Ferrari ha deciso di conservare alcuni muli, come quello della Enzo (o era la F50) e un altro che non mi ricordo (forse 458?). Spiace che non si sia salvata nemmeno una (quante fossero non lo sapremo mai, credo...) di queste berlinone. Oggi sarebbe molto interessante vederne una da vicino... ma immagino che un tipo di prototipo così "scomodo" nei confronti dello spirito Ferrari dei tempi sia finito dritto in pressa senza tante cerimonie, quando non serviva più. Intanto, l'ultima foto. Ci sono altre considerazioni che vorrei fare, ma prima devo fare un giretto nella cartella delle altre vecchie foto di questa 4 porte in collaudo e curiosare un po'.
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Quando hai un attimo, e se hai dei ricordi riguardo questi muli "mix" Punto 176/188 e Alfa 145/147, me li spieghi un po'? Cercando nell'archivio delle spy pics non trovo nulla di questo genere, sembrerebbero dei muletti mai "beccati" dai fotografi. Non ho ricordi nè di strane Punto 176 nè di strane Alfa 145 La Punto 176 invece sì, fu preceduta da quelle Uno bianche col passo allungato ed il rollbar, e sempre in casa Fiat abbiamo la Tipo col muso del Coupè e la Brava col muso della 156, e se non ricordo male pure la Tipo col muso della Stilo mentre in casa Alfa trovo soltanto una 155 pre-156 con le carreggiate allargate Le due che hai citato tu invece, mi sfuggono.... ti ricordi qualcosa di particolare?
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La vera natura di questo (o meglio, questi*) muletto non è mai stata definita ufficialmente da Ferrari. Sono state fatte tante ipotesi ed ognuno si è fatto la sua idea in merito... il commento più - per così dire - ufficiale da parte di Maranello lo troviamo in un'intervista pubblicata su uno "Speciale Ferrari" del 1987 realizzato da Auto Hebdo, nella quale l'Ing. Giovanni Battista Razelli raccontava che tutto aveva preso le mosse (ovviamente) dalla presentazione della Pinin, la quale - sottolineava Razelli - era nata per un'iniziativa di Pininfarina, senza coinvolgere Maranello. Il pubblico si era innamorato subito della Pinin, ed in un primo momento anche Ferrari aveva espresso interesse. Egli proseguiva dicendo che in seguito a Maranello avevano deciso di riprendere in mano il progetto ed avevano costruito alcuni muletti (ed ecco il perchè dell'asterisco di prima... questa 4 porte era stata paparazzata più volte in momenti diversi e con differenze di camuffatura, ma non s'era mai riusciti a capire se fosse sempre la stessa, rimaneggiata più volte, oppure no... qui Razelli raccontava che ne erano state costruite "alcune") ma nel giugno del 1985 il management Ferrari aveva dichiarato che una quattro porte non rientrava nello spirito Ferrari. Di conseguenza, a questo punto c'è un po' di confusione, perchè: 1) spendiamo soldi in costruzioni sperimentali e test, per poi decidere che non rientra nello spirito Ferrari? Abbiamo le idee poco chiare allora... 2) il fatto che sia stato ripreso in mano il progetto va a cozzare con quanto Forghieri raccontava tempo fa, riguardo la presentazione ufficiale a Maranello della Pinin, portata dal Carrozziere torinese per mostrarla al Drake e cercare di capire se si combinava qualcosa oppure no: secondo Forghieri, quel giorno, presenti Pinin, il Drake e Ghidella, si valutava in maniera molto approfondita la vettura, il suo progetto e la relativa fattibilità, e si concludeva piuttosto in fretta che mettersi in ballo con la produzione di un'ammiraglia del genere significava andare a scontrarsi con il top a livello mondiale, anche e soprattutto a livello di qualità, settore nel quale Ferrari era il primo ad ammettere che lo sforzo e le capacità richieste erano per loro troppo grandi. Non avrebbero potuto certo produrre un'auto del genere con il livello qualitativo tipico delle 308 (che con tutto l'amore del mondo, non erano certo delle Bentley o delle Mercedes dei tempi) e con grande umiltà, insieme a Ghidella, si giunse alla conclusione che sarebbe stato assai facile fare una figuraccia. Secondo queste memorie, la storia della 4 porte Ferrari finì lì, quasi subito. Però, Razelli diceva appunto che in seguito ci erano tornati sopra. Infatti alcune riviste ben informate, dopo aver correttamente scritto che della Pinin non se ne sarebbe fatto nulla, qualche anno dopo, pubblicando nuove foto (ad esempio Quattroruote nell'estate del 1987, credo giugno... comunque quello con la Uno Selecta in copertina, in un articolo che parlava anche della 408 RM e della GTO Evoluzione) scrissero che a quanto pare la 4 porte era tornata in pista. A quei tempi però Ferrari dichiarava che non era il caso di farsi strane idee e che quella 4 porte era soltanto un "laboratorio mobile", come ad esempio il grosso cabriolet rosso in materiali compositi di cui scrissi anni fa in un topic dedicato a questi "laboratori mobili Ferrari", che è qui da qualche parte. Però... mi costruisci dei "laboratori mobili" che hanno uno scopo preciso: il grosso cabriolet è per studiare i compositi; la 408... lo sappiamo; la GTO Evoluzione.... sappiamo cosa è diventata. E la 4 porte? Che scopo aveva la 4 porte? Cosa stavi studiando con quella? Forse... di fare una 4 porte? Insomma... cosa stessero pensando di fare con questi muletti non sarà mai chiaro. In chiusura, dato che molte riviste ai tempi avevano scritto che sotto il cofano di questo berlinone stava il motore della 412, vi mostro cosa stava strizzato là dentro in realtà. La macchina comunque girava... qui la vediamo insieme ad un prototipo 348, che aiuta a capire quale fosse il periodo. Se non bastasse la 348, là in fondo c'è anche una Croma, quindi siamo minimo minimo nel 1986, ben lontani dalla presentazione della Pinin, dalla sua valutazione a porte chiuse e dal momento in cui teoricamente era stata impacchettata e messa via.
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L'edicola!! La mia adorata edicola!! Mi manca tanto! Qui non si vede, ma dietro la Bino ci sono un po' delle "baccanate" con cui i chioschi si circondavano ogni giorno
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Grazie ad entrambi! Concentrandomi soprattutto sulla foto del 2008, che mi mostra un background più vicino a quello che poteva essere ai tempi lo... "sfondo" dietro al prototipo che esce col tipo losco al volante svoltando a destra, mi vien da pensare che non sia mai stata utilizzata questa location, dai fotografi. Non mi sembra di avere foto di prototipi in uscita con quel muro alle loro spalle... chissà, forse non era la location adatta perchè poco trafficata e con una distanza troppo ridotta tra veicolo e paparazzo (possibili sberle ) I prototipi torinesi sembrano sempre uscire da cancelli più grandi e su strade principali, ove il fotografo poteva starsene ben lontano e mescolarsi tra la gente. E poi, appunto, c'era l'edicola la classica edicola-chiosco posizionata su un marciapiede molto esteso (qui ne vediamo giusto un angolino... ci sono foto in cui possiamo anche vedere le riviste, ma era per pubblicare una mai nata )
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Domanda da irriducibile temperasupposte chi ha recuperato, gugolando, le immagini odierne di capannone e cancello, potrebbe trovare anche la vista nell'altro senso? Mi spiego: vediamo il cancello stando dal lato in cui, se vedessimo oggi dei prototipi uscire da lì andando nell'altra direzione, essi starebbero svoltando a sinistra. Siccome nelle centinaia di foto che ho del "tutto" che usciva dai cancelli Fiat, questi benedetti prototipi svoltano sempre a destra, mi piacerebbe vedere il cancello dall'altra angolazione per vedere cosa c'è "di qua", dopo il cancello, per fare un confronto con le foto che ho e capire se qualcuna fu scattata lì. Lo dico perchè è una location che non riconosco nelle centinaia di foto che ho; sembra quasi che nessun fotografo sapesse che da lì uscivano cosette carine . Lo sapete anche voi, la classica foto del mulo Fiat ad inizio giornata è quella con l'edicola Ce l'avete la foto del "di qua"?
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Esci dalla mia testa! Questi pensieri sono miei! Riguardo la musica, però, io di solito immagino quella che poteva esserci negli abitacoli di quei prototipi nel momento in cui venivano catturati dai fotografi, la musica che ascoltavano i tester. Ammesso che la ascoltassero: non è detto che le officine incaricate di costruire muletti/prototipi fossero così di buon cuore dal fornire un po' di svago ai collaudatori. Le motivazioni dell'assenza di una radio o mangianastri potevano essere diverse: 1 - certi accrocchi era già bello se avevano una plancia intera (fatta di pezzi di altre auto), non son sicuro che si sprecassero a tirare i fili di un pur rudimentale impianto audio; 2 - sul lato opposto rispetto a quello degli accrocchi (muletti), cioè quello dei preserie, che si testano anche per sentire se ci sono rumorini e da dove arrivano, non credo che ascoltare la radio potesse essere una bella idea. Da un altro punto di vista, una radio poteva essere di compagnia quando i km da percorrere erano tanti e si viaggiava da soli (mica sempre erano in coppia, oppure in cinque come li vidi su un prototipo dell 'Alfa 6 - ma penso che li stessero andando a mangiare la pizza ) Spesso guidavano da soli, accompagnati (nel caso in cui i test fossero a pieno carico) da quei busti pieni d'acqua, ben cinturati, che simulavano il peso dei compagni di viaggio. Sai che chiacchierate... un po' di musica ci stava, anche per vincere la noia e la stanchezza (cosa tutt'altro che secondaria). Però... ora mi partirebbe già un'altra ricerca, sulle foto degli interni dei muli, per vedere se trovo delle radio e penso che darò un'occhiata, ma mi fermo qui perchè tanto per cambiare sono OT. Per tornare IT... vediamo un po'... ah, ecco... un'ipotesi per il posteriore della Duna, con un terzo volume più compatto e dal profilo leggermente discendente. Da notare che questa immagine (come altre riguardanti la vista posteriore) a differenza di quella postata l'altro giorno non è reale, insomma non ci mostra una maquette realmente esistita. Giugiaro aveva simulato alcune delle proposte per il posteriore con la tecnica del fotoritocco, lavorando su foto di una maquette della Uno, che potrebbe essere questa.
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Ma infatti per anni ho agitato la manina, tentando questo e quello, e sperando di avere un'opportunità. Mica per arrivare lì e dire "mo' vedete, che io so' io e voi... ecc. ecc." ma perchè sapevo che avrei potuto dare (anche modestissimo) contributo nel far sì che una parte della storia dell'auto, quella che conosco meglio, fosse ricordata/tramandata. Risposte ricevute: le più svariate, tutte negative, partendo dal "a nessuno interessano queste cose" per arrivare al "la gente oggi non legge più". Potrei proseguire, andando nel dettaglio e raccontando le peripezie che ho vissuto quando per un po' ho insistito nel realizzare un libro cui tenevo molto (e che ancora oggi non esiste) e le risposte che ho ricevuto, ma mi fermo qui, perchè non è la sede adatta. Faccio un piccolo OT per "illustrare" Su quelli della 2 porte era più facile percepire il barbatrucco perchè, vai a capire come mai, avevano lasciato quello scalino. I prototipi della Duna berlina/weekend invece confondevano di più le idee perchè erano camuffati nello stesso modo, se era una o l'altra sotto il camuffo lo capivi giusto dai fari. Per quel che riguarda invece la Regata, non siamo lontani: usciva in prova senza calandra, con dei fari anteriori simili a quelli definitivi ma con parabola provvisoria, abbinati a frecce arancioni che poi non furono utilizzate (ma la maquette finale le aveva, e qui mi concedo uno stiracchiatissimo "mai nate" ) Dietro, camuffata come la Premio qui sopra, con lo scatolone che lasciava fuori un pezzetto di bagagliaio e, sui primi proto, fari posticci che sembravano quelli della Ritmo prima serie. Sempre sui primi esemplari, le porte della Ritmo, con le maniglie tonde. Non restarono comunque in giro per molto, sicuramente perchè essendo una derivazione Ritmo non c'era molto da testare. Uscì nell'83, le foto spia son dell'82... non fu una lunga storia di appostamenti In chiusura, per farmi perdonare l'OT inserisco una maquette della Duna (visto che è ora di cena) sulla quale le differenze non sono poche. A parte gli splendidi cerchi della Ritmo L prima serie, che danno quel tocco in più notiamo le frecce arancioni, il cofano motore tradizionale, i paraurti privi di quelle cromature (che sarebbe stato senza dubbio meglio evitare), l'assenza della scanalatura che corre sulla fiancata all'altezza delle maniglie (più che ovvia, dato che il cofano non è quello avvolgente) e, sbirciando un po' anche dei fari posteriori meno estesi in altezza, che non arrivano a toccare il paraurti. Pure la targhetta della versione, vicino alla gemma laterale, è un dettaglio perso per strada durante lo sviluppo. Molto più simile ad una "semplice" Uno a tre volumi, se vogliamo. Scusate la fotina piccina, ne troverò una migliore.
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Questo lo sapevo già cioè, non ti ho mai incontrato e non posso fare confronti, ma io sono peggio di chiunque Sul resto del tuo messaggio, nel ringraziarti ti dico che ci torno domani perchè le considerazioni su queste targhe prova sono molto interessanti, ma io ho appena finito di finire la torta per la Festa della mamma con relativo spumante rimasto da ieri e se scrivo ancora qualcosa mi si intrecciano i diti (cit.)
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Buonasera riporto in auge il topic con riferimento alla “berlina bianca del mistero” perchè ieri, leggendo con piacere l'accurata analisi fatta qualche post fa, per la quale ringrazio (mi scuso se non cito ora il nickname perchè non mi sovviene) perchè era veramente interessante e approfondita, mi sono messo per l'ennesima volta a valutare quelle foto e mi sono concentrato su un dettaglio che avevo tralasciato tanto tempo fa, quando le postai per la prima volta. Mi sono messo, così per curiosità, il mattino della domenica a leggere le targhe prova. Ora non sto a ripubblicare le foto, per non sprecare spazio, ma dopo un'analisi approfondita (per quanto possibile, chè manco a farlo apposta, in entrambe le foto dove le possiamo leggere... non si vedono bene) ho constatato che una sembra essere un “TO 457” o “467” e l'altra un “TO 795” o “797” o “799”. (magari qualcuno di voi ci vede meglio di me e sa dire i numeri con più precisione, io non ci sono riuscito...) Così ho detto: chissà se ci possono aiutare? Chissà se, essendo Lancia entrata a far parte di Fiat da poco nel periodo in cui la “berlina bianca del mistero” era in giro per le strade, le targhe prova potevano essere un dettaglio importante nel cercare di capire da dove arrivava un prototipo? Da lì è partito uno di quei “viaggi” che faccio a volte, quando inizio da una pagliuzza e mi viene fuori un lavoro infinito per cercare di far luce su un qualcosa. Mi son messo quindi a realizzare un documento composto da TUTTE le targhe prova Fiat-Lancia-Autobianchi che riuscivo a leggere nell'archivio delle foto-spia, mettendole in ordine e segnando a quali muletti/prototipi/vetture preserie erano state attaccate negli anni. Son venute fuori diverse cose curiose (ad esempio targhe prova che hanno “lavorato” per decenni, come una “TO 6” vista su una Dino Coupè e... qualche giorno dopo... su una Marea Weekend camuffata... ma questa è un'altra storia e magari la tratteremo in altra sede) ma la cosa più importante è che sì, in effetti, a parte alcuni casi (che vado ad elencare) i muletti/prototipi Lancia hanno sempre avuto targhe diverse da quelli Fiat. Ci sono, come appena detto, i casi di alcune targhe che hanno “lavorato” per entrambe le marche, e ve li elenco qui. Se possono sembrarvi tanti, tenete conto che il documento in sé è lungo 7 pagine, quindi questi casi, pur numerosi, in proporzione sono molto pochi. Tanto da poter dire che tranne alcune eccezioni, Lancia usava certe targhe e Fiat ne usava altre. Queste sono le targhe che ho trovato attaccate ai “posteriori” di prototipi di marche diverse all'interno del Gruppo. Vedete solo il numero, ovviamente la provincia è “TO”. 106 FIAT 131 RACING – AUTOBIANCHI Y10 4WD 238 FIAT RITMO PRIMA SERIE – LANCIA BETA MONTECARLO 273 LANCIA THEMA LIMOUSINE – AUTOBIANCHI A112 289 FIAT PANDA – AUTOBIANCHI Y10 500 FIAT MAREA – LANCIA BETA COUPE' – LANCIA DELTA PRIMA SERIE– LANCIA THEMA 563 FIAT 127 SPORT III SERIE – AUTOBIANCHI Y10 4WD 755 FIAT X1/9 – LANCIA BETA MONTECARLO 882 FIAT PANDA PRIMA SERIE BLINDATA – LANCIA THEMA FERRARI 1025 FIAT REGATA DIESEL – FIAT RITMO PRIMA SERIE – LANCIA K 1075 FIAT CROMA – LANCIA PRISMA TD – LANCIA THEMA FERRARI 1120 FIAT BRAVO – LANCIA THEMA RESTYLING 1988 1285 LANCIA K – AUTOBIANCHI A112 2085 FIAT DOBLO' PRIMA SERIE – LANCIA DELTA TERZA SERIE 2125 FIAT CINQUECENTO – AUTOBIANCHI Y10 RESTYLING 1989 2129 FSO POLONEZ – AUTOBIANCHI Y10 2130 FIAT FIORINO “UNO” FURGONE – AUTOBIANCHI Y10 RESTYLING 1989 2702 FIAT DUNA WEEKEND – FIAT REGATA II ATTO – LANCIA THEMA TERZA SERIE SW 2974 FIAT TIPO 16V – AUTOBIANCHI Y10 4WD 2979 FIAT MAREA WEEKEND – LANCIA DEDRA 2988 FIAT CINQUECENTO – AUTOBIANCHI Y10 4WD 2989 FIAT PANDA SUPERNOVA 4X4 – LANCIA Y 1995 – AUTOBIANCHI Y10 4WD 3165 FIAT TEMPRA SW – LANCIA THEMA (MULETTO TREVI) 5125 FIAT BRAVO – LANCIA THEMA II FERRARI 6531 (targa completa - nuova serie - AB P0 6531) FIAT GRANDE PUNTO – LANCIA Y 1995 Come vedete, è un bell'elenco, ma come dicevo prima è assai ridotto rispetto alle 7 pagine che mi son venute fuori mettendole tutte insieme. Una volta finito questo lavoro, mi sono concentrato sulle targhe che si leggono (in qualche modo) nelle foto della misteriosa berlina bianca. Abbiamo visto che una sembra essere un “TO 457” o “467” e l'altra un “TO 795” o “797” o “799”. Come vedete queste targhe non rientrano nell'elenco di quelle condivise dai due marchi. Dove le ho ritrovate? Solo su delle Lancia. Una “TO 457” non l'ho trovata da nessuna parte, forse non esisteva. Poteva quindi essere "467". E questa l'ho trovata. Sul prototipo di una Delta HF Turbo. Non pervenute nemmeno la “795” e la “797”, ma ho trovato la “799”. In ordine di tempo, su un prototipo della Beta berlina, su uno della Delta prima serie e per finire su quello di una Delta HF 4WD. Tutto questo noioso pippone per dire che alla fine anche le targhe prova di quella berlina dicono “Lancia”.
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Capitò anche a mio padre col 127 prima serie, non avendo bucato per anni con un'auto acquistata quando ne aveva già 6 (era un bauletto prima serie), di ritrovarsi, il giorno in cui alla fine accadde, con una gomma di scorta delle Bburago 1/24 (e neanche Bijoux, che quelle le avevano in gomma). Poi con le due Ritmo che ebbe in seguito tutto sparì perchè erano già di quelle con la scorta sotto il bagagliaio... ecco diciamo che forse forse sarebbe stato meglio averla all'interno del bagagliaio anzichè fuori "alla francese", dato che a quel punto ci si ritrovava con una scorta, per usare un eufemismo, leggermente sporchina Inoltre, inserita in una vasca ricavata nel pianale aveva un certo ruolo anche nell'assorbimento in caso di tamponamento, mentre appesa sotto era più facile che si sganciasse e se ne andasse per i fatti suoi in caso di "bum!" piuttosto violento. Alla fine del 1991 mio padre fu tamponato mentre era alla guida della Vectra (che non aveva nemmeno un anno) in maniera piuttosto decisa, da una Corsa A GSI guidata da un "fenomeno" del paesello (muso distrutto, macchina da buttare). Anche la Vectra aveva il suo bel danno (parafanghi posteriori, paraurti, traversa, tutta la fanaleria, portello...) e sotto il tappeto notammo che il pianale del bagagliaio si era deformato... fino alla ruota di scorta.
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Mah... se ci sia stato un periodo in cui Giugiaro era nella "blacklist" sarebbe da collocare prima del "momento Panda", perchè prima di fare quella lui fa la Delta. Il momento in cui Giugiaro e Fiat si riavvicinano potrebbe essere quello in cui viene chiamato a lavorare su quest'ultima, ed il precedente potrebbe essere quello buio, dato il notevole impegno di Giorgetto nei confronti di Wolfsburg (Golf, Passat, Scirocco tutte insieme). Sapevo pure io che era stato De Benedetti a coinvolgere personalmente Giugiaro, ma credo che ormai egli fosse già "di casa". Va bene che era una Lancia la quale ai tempi aveva una progettazione separata, ma la marca era sotto il controllo Fiat già da sei anni ormai, credo che a Mirafiori avessero tutta l'autorità necessaria per dire "niente Giugiaro, grazie" se avessero voluto, e non sarebbe nata manco la Delta...
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