Vai al contenuto

PaoloGTC

Utente Registrato Plus
  • Numero contenuti pubblicati

    11220
  • Iscritto il

  • Ultima visita

  • Giorni Massima Popolarità

    57

Tutti i contenuti di PaoloGTC

  1. Se l'occhio e la memoria non mi ingannano, in quelle tre foto di camuffi ci sono due muli diversi. Nella foto più grande è già la Croma come l'abbiamo conosciuta, mentre la seconda vista di tre quarti posteriore è la Large Large neh che ai tempi avevo catalogato (a meno che di aver scritto una cavolata) come lavoro del CS sulla base della proposta Pinin.
  2. Condivido. Anche meglio di quanto mi aspettassi, pur sapendo che in teoria avrei dovuto trovarmi davanti ad un miglioramento. Esteticamente non riesce a piacermi del tutto, che sia berlina o stescion. L'unica che mi garba è quella che incrocio ogni mattina andando al lavoro, di un... matto direi, che fino a qualche mese fa aveva il restyling della precedente, messo giù da salone con ogni genere di optional e ruote da 39 pollici, nera. Ora ha cambiato, di nuovo top di gamma, di nuovo nera, di nuovo full e di nuovo ruote pazzesche. Noioso :D "se a lui ci piace, ci piace" (cit. Cipollino)
  3. Sta bene dove sta, nel dimenticatoio. Oltretutto imbruttita anche davanti, senza i fari tondi e con quel paraurti-spoiler che sa tanto di "Bertonata" (non ricordo chi fosse il carrozziere concorrente che a volte definiva così le opere meno riuscite dell'atelier di Nuccio)... e lo dico da persona ben poco affascinata dall'Alfetta GT originale, che (linciatemi pure) ho sempre trovato un po' goffa, seduta e lontana anni luce dal capolavoro di equilibrio che era la Sprint nata dalla stessa mano. Vettura con il suo fascino, comunque, e per questo la ammiro.... ma personalmente ritengo che le auto Belle siano fatte in un altro modo. Questa derivazione non faceva altro che peggiorare il tutto, oltre che essere veramente poco Alfa.
  4. La successiva prog. 993 avrà le porte con il deflettore. Prog. 994 i paraurti cromati. Col Prog. 995 tornerà il barbecue sul sedere. 996, amarcord, un motore che si scassa.
  5. Infatti... ieri sera mi sono scordato questo passaggio. Il motivo del cofano convergente sulla 2.5 era di carattere tecnico. Tra il rigonfiamento convergente della 2.5 e la soluzione presente sulle altre 75 c'era una discreta differenza in altezza, ed la ragione stava sotto la lamiera. Poi ho anche spiegato male l'idea di Cressoni focalizzandomi solo sul fatto che le linee puntassero alla mezzeria della vista frontale. Si, lo facevano, ma la motivazione stava all'opposto, cioè verso terra. La sua idea era quella di allargare otticamente la presenza della vettura sulla strada, in modo che sembrasse più larga man mano che si avvicinava a terra. Motivo per cui riprese questo concetto anche con la fanaleria posteriore, e ragione per la quale se notiamo oggi molte auto hanno qualche giochetto del genere sui paraurti, tipo "pannoloni" vari nel basso del plasticone. Comunque qui lo schizzo (in verità assai conosciuto) di cui parlavo ieri sera. Inoltre, la maquette che ci mostra la fase di studio in cui la soluzione "classica" era stata comunque valutata.
  6. V'è da dire che il cofano con il profilo che simula un proseguimento dei lati della calandra di 75 anzichè allargare il triangolo dello scudetto, nella mente di Cressoni era nato proprio per... quello. I suoi primordiali schizzi per la 75 mostrano il rifiuto delle linee convergenti verso il basso (come è stato in seguito per 33 restyling) sia di quelle perfettamente verticali (a fianco di questa ipotesi nel suo bozzetto Cressoni aveva scritto "NO-Già usato" - appunto su 33 e in arrivo da Bertone sulla 90) e l'OK dato alla soluzione delle linee convergenti verso l'alto, che andavano ad incontrarsi ipoteticamente sulla verticale del baricentro veicolo. Da qui il particolare taglio del cofano, che nella vista frontale voleva proseguire quello negativo dei fari anzichè abbinarsi allo scudetto. Di conseguenza, se vogliamo, il cofano che ebbe la 75 in seguito su tutti i modelli, aveva un disegno che si abbinava VAGAMENTE al triangolo dello scudetto (vagamente) ma faceva un po' a pugni con il taglio dei fari. Per il resto, è già stato detto... la valorizzazione dello scudetto come elemento amalgamato nel design del frontale e non più accessorio applicato su una calandra di plastica che potrebbe portare di tutto, in tempi moderni, inizia con Fumia.
  7. Esatto. Io manco c'ero mai arrivato. Me lo ha fatto scoprire poco fa OldCroma quando mi ha segnalato che erano scomparse le foto. Ecco perchè era sui trampoli.... era in attesa di un dolce peso Pensando ora ai segreti dei collaudi Cromosi mi viene un'altra domanda, alla quale forse OldCroma può rispondere conoscendo vita morte e miracoli del prima-durante-dopo. Forse l'avevo già chiesto e mi aveva già risposto, ma ho rimosso (la vecchiaia...). Si sa qualcosa del motivo per cui un giorno fra le tante Croma che uscivano in prova ne spuntò una con il "coso" qui sotto? Per quanto fosse un pezzo visibilmente disegnato per stare sul portellone della Croma (insomma, non era una roba della Lester, immagino...) mi fa un po' strano pensare che avessero veramente ideato uno spoiler del genere pensando di montarlo su qualche versione, se i test avessero dato buoni risultati. Insomma, faceva un po' ribrezzo. Di conseguenza, stavo pensando a qualche strana sperimentazione...
  8. Riuppo la discussione per reinserire le foto della Croma "saltafòs", che erano sparite.
  9. Al Museo di Arese c'è lo shop all'entrata, che è anche libreria. Volumi come quello che ho citato, però, non li trovi. E' una (chiamiamola) libreria giovane tanto quanto il nuovo Museo, quindi trovi i titoli più conosciuti e più recenti. La Nada pubblica un nuovo libro della collana "Le vetture che hanno fatto la storia", dedicato ad una vettura Alfa Romeo? Bene, lì lo trovi appena entra in commercio. I titoli fuori catalogo, da poco o tanto tempo, lì non li trovi. Ad esempio questo di De Bertolis mi pare di averlo visto ancora allo stand della Libreria dell'Automobile ed a quello di Gilena, ma loro hanno un inventario di una certa età e comunque commerciano anche i cosiddetti volumi ritrovati. Diversi titoli disponibili allo shop di Arese li trovi anche in certe librerie tipo Feltrinelli o Giunti che ci sono nei centri commerciali, per dire... A parte ovviamente qualche iniziativa specifica del Museo. Ad esempio ho visto che hanno ora iniziato una serie (credo che lo sia, dato che il primo apparso è siglato #1, come a definire l'inizio di una collezione, che credo sarà costruita sulla base degli anniversari dei vari modelli) di "Quaderni", libretti di spessore limitato e di piccole dimensioni. Il primo appunto, è dedicato all'anniversario della 33 Stradale. Non è che vai al Museo ed allo shop trovi il libro del 1987 sulla 164 pubblicato da Automobilia, per fare un esempio. Va bene se cerchi cose recenti e conosciute. Se invece intendi una libreria consultabile, intesa come documentazione di proprietà di Alfa Romeo Automobilismo Storico messa a disposizione dei visitatori, quella non c'è.
  10. Esatto, provengono da un libro, che si può trovare ancora presso gli stand delle librerie alle fiere d'auto d'epoca. Si intitola "Alfa Romeo.... dei nostri sogni", pubblicato nel novembre 2001 e realizzato da Davide De Bertolis, il quale se non vado errato è anche l'autore di tutti gli scatti. Questo vale anche per le fotografie che sono state citate nei post a seguire, ovvero quelle dei modelli di stile della 164.
  11. Per carità io non pretendo di far capire niente a nessuno. Mi limito alla valutazione di materiale ed informazioni che sono stati tranquillamente resi pubblici anni addietro (se non carico pacchi di foto è solo per non infastidire un editore che col suo copy è abbastanza pignolo, ma la foto di ieri sera non viene mica da uno schedario del Pentagono). Esistono i documenti, le informazioni concrete ed esistono poi le memorie le esperienze ed i racconti, i punti di vista. Non sono io quello che va a togliere a WDS la sua benedetta 156. Semplicemente, una delle prime cose che ho scritto, sono veramente poche le auto per le quali un designer possa dire "l'ho fatta tutta me". Ray la risposta alla tua domanda è nella foto. Foto divulgata da Alfa Romeo stessa nel 1997 (non rubata da un mio inviato ?) e denominata "proposta Italdesign" ( la quale per carità è ben diversa da 156 sia davanti che dietro). Se la 156 è nata con forme che si vedono anche in questa maquette o meno, uno lo può giudicare da solo. ?
  12. Fino a un certo punto. Tieni presente che a questo punto del percorso i baffi sulla fiancata ed il basso fiancata sono su questa proposta qui, non su quella del Centro Stile. Giusto per dire.
  13. Infatti Alisi su 4R quando aveva tentato di interpretare le forme dei muli camuffati, aveva disegnato qualcosa di molto più gradevole. Senza uscire dallo schema che era ben chiaro.
  14. Ognuno ha le sue opinioni in base alle esperienze che ha avuto e conoscenze che ha incamerato nel corso degli anni. Non è rispettoso nemmeno, dopo aver messo in saccoccia le maquettes di 916 a metà anni '80, tirare fuori un Proteo a loro ispirato, in ottica lancio nuovi GTV e Spider per gli anni '90, e poi presentarli insieme ad un paio di schizzi realizzati in seguito e dire al mondo che li hai fatti tu. Non è rispettoso nemmeno andare al Salone di Torino, in mezzo alle concept su base Punto '93, a dire che l'unica decente è la Punto di serie. Se ti atteggi a star del car design e manchi di rispetto continuamente al lavoro degli altri, questo è quello che ti torna indietro. Soprattutto quando ci sono altri designer che possono mostrare con dovizia di informazioni quanto hanno davvero realizzato. Un conto è avere la paternità di diverse automobili nate in un Centro Stile, nel senso di averle concepite da una idea nata nella tua testa, un altro conto è essere un grande direttore d'orchestra che sa scegliere ed indirizzare la ricerca stilistica per una vettura nella giusta direzione. Nessuno dice che WDS non lo sia, oltre ad essere persona che indubbiamente sa vendere molto bene la sua immagine. L'affermazione "Pininfarina presentò la solita Peugeot con marchio Alfa" è una cattiveria gratuita. Anzitutto son le Peugeot ad essere Alfa, dato che la 405 nasce in Pininfarina DOPO la 164 (che già prima era 154 cioè la media che avrebbe dovuto sostituire Giulietta secondo le idee di Fumia, e che fu riscalata per diventare ammiraglia) da ALTRE MANI in Pininfarina, le quali si ispirarono a quel che stava facendo Fumia per Alfa, e dato che la 605 cosi com'è nata viene da Peugeot che FORSE si è ispirata in pelino a quanto aveva visto da qualche parte, perchè come ho spiegato nel topic della 605, l'ammiraglia che aveva proposto Pinin ai francesi non era affatto una copia della 164. Eppoi perchè se la proposta Pinin che cita WDS è la 434 che Fumia ha mostrato nel suo libro, sono il primo a dire che non era al top quanto la 164 ma non vedo cosa avesse di "Peugeot". Inoltre, come già detto per la 166, se sei responsabile del design di una Casa per un certo periodo, ti prendi i giudizi per tutto quanto è nato in quel periodo, che l'abbia fatto tu o meno. Non è che puoi dire "la mia 156" quando l'auto è stata un successo, e poi "la morta 146" quando si è rivelata una vettura stilisticamente poco apprezzata, o "il cesso di 155" perchè l'ha scelta la dirigenza. Se la dirigenza ha colpe per aver scelto la 155, allora ha anche i meriti di aver scelto la tua 156. 145 e 146 nascono insieme, sotto la stessa direzione, dopo che il Canta ha chiesto di diversificare 3 e 5 porte come stavano facendo in Fiat con le future Bravo & Brava. Al lancio escono decine di bozzetti riguardo tutti i temi tipici di 145, che la mostrano come grande idea di WDS con il finestrino anteriore a scalino (nato dalla mente di Cressoni per la Cinquecento e poi cassato) e la plancia scavata davanti al passeggero (grazie alla quale abbiamo avuto un enorme spazio che quasi nessuno ha mai utilizzato, a meno che di voler fare la bicicletta con le gambe, ed in cambio un cassetto portaoggetti in cui ci stavano giusto i preservativi), per la 5 porte un paio di schizzi buttati lì senza troppa enfasi. Oggi la prima rimane una delle grandi idee di WDS, la seconda una boiata della dirigenza. Boiata che l'hanno costretto a fare, con il fucile puntato, cancellando qualche altra sua meravigliosa idea? Beh, la sua idea iniziale era di fare la 145 a 3 e a 5 porte, e la 5 porte riprendeva in pieno il carry over della Tipo. Stesse identiche portiere. Una Tipo con il muso Alfa e un posteriore differente. Come quel cesso di 155 nei confronti della Tempra. Tutte vetture imposte da una dirigenza taccagna che imponeva l'utilizzo di una scocca comune? Certo. Però non è che la 145 che ha avuto più successo è una tua GRANDE IDEA e la sorella una porcheria di cui non hai colpe. Presentiamo la 164 Super e diciamo che abbiamo ideato questo e quello per rinnovare la sua immagine, e poi viene fuori che le abbiamo messo addosso i paraurti ed i fascioni che Fumia aveva proposto sulle coupè e cabriolet che non sono venute alla luce? Va tutto benissimo, perchè alla fine il mondo del car design è questo. C'è un risultato finale e quando hai la possibilità di andare a ritroso a scoprire i dietro le quinte, trovi che c'è tanta fuffa che gira. Nessuno escluso. Però c'è chi ci vive bene sapendo come funziona la faccenda, si muove con rispetto e silenzio perchè sa che ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio. E poi c'è chi fa la star, spara alto e di conseguenza si prende le sue bordate.
  15. Ricordo che parecchio tempo fa venne fuori una discussione qui su Autopareri.com, riguardo la vera natura di questa automobile, che anni addietro pure a me era sempre parsa (in altre fotografie, divulgate dopo la nascita della 164) una maquette priva di vita. Poi, un giorno, tornando su queste immagini pubblicate da Quattroruote, mi resi conto di un paio di cose cui non avevo mai fatto caso, preso dallo studio della carrozzeria. In primis, vedendo non solo questa foto ma tutte quelle pubblicate da Quattroruote in quel servizio (riprese da AUTO anni dopo - e per forza, perchè AUTO viene alla luce nel 1985, mentre Quattroruote le pubblica sul finire del 1983 se non vado errato) si capiva che l'auto era stata fotografata nel compiere un'inversione di marcia, e in alcuni scatti (tipo questo) si poteva scorgere la sagoma di un uomo al volante. Quindi essa marciava. Ora, non sono sicuro che lei sia mai uscita dai cancelli per compiere dei veri e propri collaudi. Ci sono grandi somiglianze con il muletto nero che Quattroruote pubblicò su due pagine nel 1986 (le famose foto con Moroni al volante che si incapperò abbestia simulando il desiderio di investire il fotografo Piero Mulone), ma non possiamo essere certi che sia lei riverniciata oppure una simile. Comunque sia, questa poteva anche essere un'auto incompleta, ma marciante lo era. Ora... Quattroruote le pubblica a fine 1983, come detto. Sappiamo grazie alla dettagliata genesi raccontata da Fumia che a fine settembre di quello stesso anno viene scelta la "sua" 164. Ciò che non possiamo sapere è QUANDO il fotografo ha scattato realmente le fotografie (la data di pubblicazione vale fino ad un certo punto... ok che era un super-scoop ma questo non significa che non siano state tenute nascoste fino a che magari Alfa abbia dato il permesso di pubblicarle - le Case e le riviste si sono sempre parlate riguardo queste cose, i veri SCOOP sconcertanti e conditi da querele e minacce sono ben pochi alla fine) ma ipotizziamo che quando sono andate in stampa fossero abbastanza "fresche". Siamo quindi nel 1983 e i giochi sono fatti, come sappiamo. Su che base meccanica e quale tipo di trazione avrà la nuova ammiraglia Alfa Romeo ormai è già deciso da un po'. Fossero quindi uscite nel 1981, per dire, queste foto, potrei avere qualche dubbio riguardo il telaio che si nasconde sotto quella linea... ma sinceramente stando così le cose io dubbi non ne ho. Anche perchè, ricordando pure le parole del compianto Chirico al ventennale della 75 ad Arese, riguardo cosa stavano pensando di fare prima di dover virare su 90 e 75, e cioè le famose 154 e 156, ne viene fuori che "...queste vetture erano a trazione posteriore ovviamente, e cominciammo subito a disegnare e progettare la prima delle due, la più importante, la 156. La 156 era a trazione posteriore, come detto, e aveva il cambio anteriore a 6 marce, che fu disegnato tutto, fabbricato e credo pure provato perchè, non so se Moroni si ricorda (Moroni annuì) ci fu un MULETTO sul quale montammo questo cambio." Un muletto sul quale montarono quel cambio: è tutto quello che sono riuscito a scoprire riguardo ciò che arrivò sulla strada dei progetti 154 e 156 (subito dopo Moroni passava al punto in cui dovette andare con Surace a Torino per ricevere il capitolato della T4). Di conseguenza... quanto è finito effettivamente su strada di quelle vetture che stavano immaginando? Sono mai usciti dei muletti di un'ammiraglia a trazione posteriore? Il fatto che ci fosse un muletto sul quale montarono il 6 marce ci aiuta? Boh... poteva anche essere un'Alfa 6 quel muletto. Lei aveva il cambio anteriore. Poteva essere un'Alfa 6 col cambio a sei marce e niente di più. Quello che so è che sia questa vettura, sia tutti i muletti che sono venuti dopo con la carrozzeria "cassata", sono finiti su strada DOPO che la direzione da seguire dal punto di vista tecnico era ormai certa. Per me quella è una Tipo4. Anche perchè, sta bene usare una carrozzeria che era stata impostata anche a livello di costruzione (almeno artigianale... altrimenti i muli non li fai mica così con la plasticard e il nastro americano) per iniziare i collaudi di una meccanica a grandi linee DEFINITA, ma che senso avrebbe avuto nel 1983-84 far girare qualcosa che tecnicamente era già morto? A che pro? Per testare dei motori? I motori se vogliono li montano dappertutto, senza costruire un powertrain destinato ad essere gettato alle ortiche. E poi, longitudinali quando la vettura definitiva li avrà trasversali? Sbaglierò perchè alla fine non sono mica LA VERITA', ma per me di "164 a trazione posteriore 156" sulla strada non è arrivato niente.
  16. No Nicketto, quella maquette non ha le porte della 164, ma altre di uno stile molto simile. Infatti, come è stato scritto, ai tempi della design story venne presentata come la prima idea per la sostituta di 164 ed è quella a cui facevo riferimento qualche sera fa. p.s. i pannelli porta della 164 Super con la parte bassa tipo Rigoli del Mulino Bianco avevano perso le tasche portaoggetti perchè nella zona Rigoli era contenuto il materiale ad assorbimento d'urto per i crash laterali. Però personalmente, piuttosto che un originale tocco di design, ho sempre visto quelle righe come un mediocre tentativo di "far qualcosa" su una zona destinata ad essere piena. Piena per piena, si poteva ad esempio pensare (a mio parere) ad un inserto in velluto o altro, che riprendesse le finiture dell'interno.
  17. Mettiamola così. A mio modo di vedere, per quanto ho potuto apprendere nel corso degli anni, le forme di 156 sono state influenzate in maniera apprezzabile da certa roba arrivata dai dintorni di Torino ai tempi delle proposte dei carrozzieri sabaudi. Non metto in dubbio la parola ed il lavoro di un designer che chissà quanti mesi ci avrà passato sopra. Preferisco dire, e non vado oltre, che Alfa 156 è una di quelle automobili per le quali secondo me non ci può essere UN designer che possa dire "l'ho fatta io". E' fatta di idee nate in Lombardia mixate con altre arrivate dal Piemonte. Un caso diverso da quello di 164 per la quale c'è un uomo che può dire "l'ho fatta io". Non è nata COMPLETAMENTE da una parte, così come il "seme" che era partito da un'altra parte non era ancora la 156 che abbiamo visto. I miei due cents. Senza mancare di rispetto al lavoro di nessuno. Se poi un giorno incontrerò un designer che mi dirà "lei perchè dice questo?" gli mostrerò la foto di una maquette sabauda e gli chiederò di spiegarmi il perchè della presenza di certi spunti molto evidenti. Poi mi dirà che un conto è piantare un seme, un altro sviluppare un'idea e portarla sulla strada, nulla da dire al riguardo. Però però però però.
  18. Per quanto riguarda la Sr5 mi accodo a Stev nel preferire quella del 1988 (non scrivo quale E è perchè non me lo ricordo mai... 34 forse?). La successiva era sempre molto bella ma per me era ingrassata un po' troppo ed i fari posteriori li ho sempre trovati un po' sempliciotti rispetto alla "L" sdraiata che aveva avuto in precedenza. Dentro invece per me aveva raggiunto il nirvana. La sua plancia insieme a quella della E46 per i miei gusti rappresenta il top dell'interno BMW ancora oggi. Oggi saranno linee scontate ma anche lo smoking più o meno è sempre quello. Sedetevi dentro in una bi-color e ditemi se è un brutto posto dove stare. Tornando agli esterni, la Serie 5 del 1988 aveva grazia ed eleganza, presa M anche la giusta carica di grinta, unite ad eccellenti proporzioni in fiancata, cosa che per me la rendevano anche più bella della 7 nata nel 1986, che vista di fianco era un pelo più goffa a livello di porta posteriore imho.
  19. Eeeh..... Mmmm... Comunque il fatto che il Uolter non abbia disegnato i fari (chissà perchè) non aiuta a capire quale possa essere delle altre proposte questa misteriosa 166 che è stata uccisa nella culla. Ci sono almeno altre due proposte oltre a quella postata da INDAV, che corrispondono alla descrizione di vettura molto grande e di grande plasticità, ma che sono assai diverse per quel che riguarda i "baffi" (una non li ha proprio). Riguardo il frontale di 166 come l'abbiamo conosciuto, v'è da dire che la prima primissima primosa idea di sostituta della 164 era PESANTEMENTE 164 (addirittura il cosiddetto "solco" del Fumia in fiancata era praticamente lo stesso); una 164 allungata ed allargata, un po' irrobustita a livello di montanti e cornici delle portiere, con il posteriore che vedeva sparire la fanaleria in un unico pezzo, sostituita da due fari più corposi e regolari, ed un frontale che... era al 95 per cento quello che la 166 ha avuto al lancio. Roba che quindi girava al centro stile, proposta "B" o meno, e di cui un designer si deve prendere le responsabilità. Avranno anche scelto una soluzione meno bella per aiutare la K, ma tale soluzione qualcuno se l'era immaginata e allora mi pare un po' buffo oggi lamentarsi perchè poi qualcuno l'ha scelta. Se era tanto pessima, non avrebbe nemmeno dovuto arrivare alla fase di maquette completa di tutto, ma finire subito nel cestino della carta straccia. Queste lamentele per me fanno un po' il paio con quelle riguardo la 146, definita anni fa un obbrobio di progetto morto prima di nascere. E chi l'ha fatta? Mia nonna? Poi.... ognuno prenda questo post nella maniera che preferisce, del resto chi mi conosce un po' sa che la mia stima per un certo personaggio è prossima allo zero.
  20. La 164 rossa di Alisi è ovviamente una sua ipotesi dei tempi in cui si sapeva che sarebbe arrivato un restyling, e cioè la Super. Non proviene da Quattroruote, però: a quei tempi Giorgio Alisi aveva interrotto la collaborazione con Domus ed era entrato a far parte della squadra di AM "prima serie", quello bello, ben fatto e di lusso, occupandosi ovviamente degli sketch per le pagine di anteprima e degli spaccati per le prove su strada, alcuni dei quali veri e propri quadri che starebbero bene appesi in salotto.
  21. Secondo le memorie di Domenico Chirico, i progetti 433 e 434 (due vetture in sinergia fra di loro, tanto per cambiare, la prima destinata a coprire il ruolo di "33 in crescita" e la seconda quello di "75 in crescita" - insomma qualcosa in più di 75 e 90, ma sotto la 164, che avrebbe sostituito 90 ma puntando verso la parte alta del segmento) appartengono al periodo in cui la presenza Fiat era ancora concentrata su 164. Il periodo era più o meno quello in cui 90 e 75 erano quasi pronte per affrontare il mercato, e la dirigenza Alfa aveva chiesto di stendere un piano di sviluppo che andasse ad abbracciare l'inizio degli anni '90. L'evoluzione della gamma media dal dopo-lancio 164, con la sostituzione di 33 e 75, in poche parole. Cose che poi sono ovviamente accadute in epoca Fiat con 155 e poi 145-6. Chirico nel suo volume mostra un paio di schemi, con alcune quote, disposizione meccanica e passeggeri, e solo un lieve cenno di profilo frontale. Si parla comunque di vetture a trazione anteriore e 4x4, adatte a montare le evoluzioni del boxer fino a 2 litri. Si parla anche di un'evoluzione a 6 cilindri dello stesso. Incrociando i dati (come fanno Di Nozzo, McGee e Gibbs ) con quelli pubblicati da Fumia nel suo volume (che è una miniera di segreti, soprattutto per chi ama i retroscena del design italiano dell'epoca, suo e non solo), la mia ipotesi è che la 434 da lui mostrata sia il suo tentativo di dare un volto alla più grande di queste due vetture. In effetti 434 è un codice strano e a dir la verità, leggendo il libro di Fumia, è stata la prima volta in cui mi è apparso, al di fuori delle memorie di Chirico. Probabilmente (ripeto, ipotesi mia) Alfa chiese a Pininfarina una consulenza per la media, dopo aver accettato la 164. In altra sede, parecchio tempo fa, s'era parlato del nomignolo Alberto affibbiato alla 164, ALfa BERlina TOrino. Bene, venne fuori che negli archivi Pininfarina a fianco della documentazione di "Alberto" esisteva anche quella di "Albertina". Probabilmente la 434 di Fumia è "Albertina". Poi.... subito dopo questo breve cenno riguardo 433 e 434, Chirico passava ai giorni in cui si iniziò a parlare con insistenza di Ford e di conseguenza di una fanta-gamma di vetture da realizzare così e cosà, prendendo delle Alfa e mettendole di là, e viceversa basando su certe Ford il futuro di alcuni segmenti Alfa di qua. Poi... Fiat. Grossomodo, i tempi sono gli stessi citati da Fumia quando dice che 434 è rimasta un modello di polistirolo. Le vere ragioni credo resteranno sempre un segreto, ma io ipotizzo che, al di là di un possibile apprezzamento per lo stile ideato da Fumia, ad uccidere 434 con l'avvento di Fiat sia stata la decisione di realizzare la 3v Alfa sfruttando il più possibile la Tempra (che era già pronta) senza lasciare più tutta quella libertà che Alfa aveva avuto con 164, per la quale il pianale era stato imposto ma per il resto aveva potuto fare "quasi quello che voleva". 434, dice Fumia, era stata studiata per adagiarsi sul Tipo3, per cui ritengo che le sue quote principali fossero quelle, ma non aveva un sol pezzo in comune con le altre medie che sarebbero nate dal progettone. p.s. ho saltato un passaggio Chirico non cita i pianali Tipo 2-3 per queste vetture, ne parla solo dal punto di vista motoristico e di posizionamento sul mercato. Fumia invece presenta la 434 come derivato del progetto Tipo. Quindi, si può anche ipotizzare che a prescindere dell'entrata di Alfa in Fiat, già verso la metà degli anni '80 ad Arese fosse plausibile pensare ad una nuova operazione in stile "Tipo4"... perchè i tempi in cui Fumia realizza la vettura teoricamente vedono Alfa e Fiat coinvolte UNICAMENTE per il Tipo4...
×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.