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PaoloGTC

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  1. Secondo me sono passate diverse persone sotto quel casco, dai... in alcuni filmati o fotografie che lo ritraevano in compagnia di altre persone cui fare confronto, una volta era alto un tot, un'altra volta basso un tot... imho STIG non è mai stato una persona sola.
  2. Ciao fdm91ap (che nome facile da ricordare ) e benvenuto su AP! Ti riferisci a cerchi after market? Cioè vorresti montare altri tipi di cerchi e ti servono le misure, oppure stai cercando i suoi originali? L'auto ora i cerchi li ha? Sono questi per caso? Sarebbero della prima serie. http://i14.ebayimg.com/07/i/001/49/f3/2cfa_1.JPG Però leggendo "immatr. 1990" in firma penso che si tratti della seconda serie; monta questi la tua? http://www.motorimania.it/manifestazioni/auto_storiche/Renault_5_gt_turbo/images/renault_5_gt_turbo_21.jpg Qui c'è un esempio di pagina ove se vai scorrendo alla voce chassis, trovi le misure dei cerchi da 13", che sono poi in effetti quelle che hai scritto tu. 1987 Renault 5 GT Turbo - fiche techniques, données techniques, caractéristiques techniques - Carfolio.com car specifications pages Se dovessi avere bisogno delucidazioni più precise, sono a tua disposizione; un caro amico ha una concessionaria Renault nel pavese e di queste auto sa vita morte e miracoli. (tra l'altro ha finito di rimetterne in sesto una questa primavera). Fammi sapere, e benvenuto ancora!
  3. Viste correre meno di un'ora fa in pista a Balocco. O meglio penso fossero loro... perchè dall'unico punto della strada che costeggia la pista in cui si vede almeno che passa un'auto dai finestrini in su, nascosta dietro dei new jersey, si vedevano sfrecciare GPunto bianche (ma appunto come dico non si vedeva un ciufolo d'altro). C'era anche insieme a loro ogni tanto la sagomona nera quadrata incerottata, credo fosse il Doblò. Nel parco auto all'entrata, perfettamente visibile da fuori, ovviamente, non c'era niente, a parte una gran dovizia di auto straniere di ogni genere, dalla Toyota IQ alla penultima Lancer. Unica auto non targata in quel marasma era la solita Punto B tre porte, senza coppe, color paglierino, che ha sempre l'aria del mezzo che tutti si spupazzano ma nessuno degna di attenzione (niente Milano, nè dentro nè fuori, nemmeno l'odore si sentiva).
  4. Eh vabbè, me la sono voluta. Vorrà dire che al prossimo raduno porterò la protagonista della foto letteralmente sul posto, così non avrai tempo di fotografare niente. Voglio vedere poi, se Cosimo arriva ancora in ritardo perdendosi tra vialetti e mattonelle, e se superkappa non scabriola la bianca dai quattrocalamarisullagriglia.
  5. Quale cartellina? Io non avevo nessuna cartellina (ed è vero). Ahimè, guarda cosa si ottiene ad essere generosi col prossimo. Siate buoni.
  6. Sono in ritardissimo. Eh beh lo sapevate, oggi non c'ero perchè avevo un raduno (che è stato pieno di ACS, Duetto e Cibus come sempre... non sapevo dove metterli erano troppi.....'nnaggia a voi ma prima o poi riuscirò a intortarvi ) Grazie a tutti per gli auguri, grazie di cuore. E' vero, ieri Rega è stato puntualissimo a farmi gli auguri, ma è anche vero che gli altri non potevano saperne molto io non ne ho fatto cenno come giustamente mi rimprovera SaiKiSono. Un po' perchè non avevo voglia di pagazzare il giro :D:D, un po' perchè avevo paura di ciò che avrebbe potuto inventare Net sul momento (che già così mi ha messo abbastanza in difficoltà ) e un po' perchè non volevo attirare troppo l'attenzione su di me (che mi sembra di averlo già fatto abbastanza appena finito il pranzo e con questo vorrei far notare che, si, non avrò pagato il giro da bere, ma qualcosa vi ho offerto lo stesso :D:D). Grazie di cuore a tutti per gli auguri!!!! e tantissimi auguri da parte mia a J-Gian!
  7. Oh beh fuochino è già buono per me perchè più che altro dal CS mi ricordavo i fari o meglio la loro sagoma sotto il telo... il resto beh.. il padellone ad esempio, leggendo i commenti di chi ne sa di più, mi sono fatto l'idea che oltre ad essere grandicello è anche una cosa innovativa come stile... a me non viene in mente nulla... infatti la mia interpretazione padelloide la trovo piuttosto comune, non molto diverso da quel che c'è in giro. Chissà cosa si sono inventati.
  8. Propendo per la terza Mi stavo giusto chiedendo "ma cavoli così tante foto interessanti e farne una da cinque metri che la prenda tutta, pareva brutto?" Mi sa che c'è qualche filo invisibile che muove il tutto
  9. Ci riprovo a postare, ieri sera avevo forse qualche impiccio con la linea boh non riuscivo a vedere la foto (pensavo la mia... poi ho capito che qualcosa non quadrava nel quadraggio perchè non vedevo le foto di nessuno ) Come già dicevo ieri sera... lasciate perdere la quality perchè io a colorare con la grafica non son buono, so a malapena tirare le linee. Comunque mettendo insieme i vari pezzi (tutto ciò che ormai si intuisce-tutte le dritte presenti e passate-la sagoma del faro e del basso paraurti che nella visita al CS son le cose che mi si sono più appiccicate alla mente) la mia interpretazione è questa. Il padellone... boh quel giorno il telo era abbastanza tirato, qualcosa lasciava capire.
  10. Il mio modesto contributo (con la grafica sono una schiappa schiappona) ragionandoci su un po', tra i vari ps più o meno azzeccati (in base ai commenti) e a ciò che ricordo dalla visita al CS (soprattutto riguardo ai fari che sono la cosa che mi è rimasta più impressa, e il basso paraurti che alla fine voglio dire, si vedeva ). Il padellone anch'esso è un po' come mi sembrava sotto il telo, e il resto lo fanno le linee che se ci sforziamo un attimo, oramai si vedono un po' tutte. Non chiedetemi di finirla, per carità, sono già diventato matto così. Uff non mi si vede, scusate correggo e riposterò.
  11. Freni e meccanica tutta a volte, per via dello stress aggiuntivo in salita e cose varie. Anche Opel e Ford li usano a volte, comunque. (vedi new Meriva e anche new Astra che sono apparse in diversi spies con traino, e ricordo anche l'attuale Focus). Quattroruote negli anni 80 lo usava nell'ambito dei suoi "Sette supertest" con cui ogni tanto metteva alla prova un'auto (ricordo la Ibiza e la BX); carrello Quattroruotiano e via, su e giù per lo Stelvio. Riguardo Phaeton, beh io vado controcorrente. Mi è sempre piaciuta nella sua "normalità" stilistica. Anni va ho vissuto un fidanzamento (ahimè terminato ) in cui una delle auto di casa era appunto una Faettona. Auto no-te-vo-lis-si-ma. Se fossi stato il personaggio adatto (soprattutto economicamente, adatto ) me la sarei comprata. A parte questo, devo dire che questo restyling mi stupisce un po', però... pensavo che l'avrebbero lasciata "finire" così come era.
  12. A giudicare dalle foto si direbbe esistano versioni direi "base" con il freno a mano a leva e altre con quello a pulsante like Insignia; cambia anche la parte relativa di consolle (con vano a saracinesca o portabicchieri... anche se non so se sono io che immagino male, ma la foto che ha postato J-Gian, con il poggiapiede per intenderci... mi sembra una grafica...)
  13. La frequenza di queste foto è così fitta che possiamo anche stilare un andamento climatico della giornata. Ha smesso di piovere.
  14. Come disegno piace molto pure a me, però trovo un po' esagerato l'uso del finto alluminio (o quel che sarà).
  15. Certo che c'è un mercato di foto di muletti. (anche di quelli vecchi :D:D:D:D ) Riguardo la durata della vita di una targa prova... una sera quando ho tempo posterò un foto-confronto decisamente simpatico... ho una Ritmo Abarth 105 in prova sul finire degli anni 70 targata "Prova TO 2" e una Fiat Coupè preserie nel '93 con la stessa targa. ... per la serie, "quante ne ha svezzate"
  16. Ollàllà son saltati fuori gli interni. Direi nessuna sorpresa rispetto a quel che si era visto sui muli, come disegno... a parte il fatto che... alluminio-plastica-satinato-cromo-bla bla bla... ne bastava meno ragazzi. Pataccosa imho. Spero che sia una delle varianti e ci sia qualcosa di meno esaltato
  17. Uè va' che "Se la guidi ti innamori" non era uno slogan buttato così a caso eh. Questa Milano... comincio a pensare che i montanti neri fra i finestrini anteriore e posteriore siano proprio i suoi, un pochino spessi imho. Ma gli specchietti saranno i suoi?
  18. Oh vedo ancora plancia Bravo. Dallo scorrere della slide di foto stavo giusto pensando (alla foto di fianco pieno) "mmm... nella prossima dal vetro si vede qualcosa :D". Si, si vede la plancia della Bravo Niente interior ancora. Comunque queste foto mostrano meglio, per luce o per quel che si vuole, come sono fatti i fari anteriori, il loro contorno (imho) (mi piace, targata TOPO )
  19. E parleremo anche delle due Renault salvatutto impegnate a fermare una bisarca appena metto le mani sul materiale. Ora non ricordo bene se fosse per una versione speciale, quello spot, o per la nascita "semplicemente" di 9 e 11 Type 2. Questo dell'aereo era per le versioni Spring, in quanto dotate di tettuccio (molto furbo ed ottantesco l'escamotage utilizzato per poterne parlare, no? )
  20. Ti ringrazio Roy. Beh, divagato... diciamo che nel brodo dove sguazzo di solito forse la divagazione è meno critica che in altre parti dove per forza di cose c'è un argomento centrale molto forte... i miei topic sono sempre già di loro un po' un "divagare" nei ricordi... io penso che dopo una giornata di duro forum-lavoro una divagazione ce la possiamo concedere . No beh, a parte gli scherzi, stai tranquillo che la Y10 ne "La città del futuro", il primo spot della piccola Autobianchi, la vedremo eccome (e ti dirò anche come si chiamava, quella Marylin-Robot ). Tra l'altro mi pare che di Y10 ve ne sia più d'uno da trattare. Ci arriveremo. Facciamo un altro passetto, nel frattempo, visto che è venuto pronto qualcos'altro. Questo spot, purtroppo, al momento non lo possiamo vedere, o almeno, ho cercato il filmato ma non l'ho trovato da nessuna parte. Peccato perchè era uno di quegli spot “eroici” che spesso spiccavano nell'ambito delle campagne pubblicitarie automobilistiche francesi. Ci baseremo su immagini che furono ricavate ai tempi dai 30 secondi che andavano in onda, e su qualche scatto “fuori scena”. RENAULT 9 E RENAULT 11 SPRING (SOGGETTO: AEREO) Come dicevo, decisamente avventura e spettacolarità continuavano a caratterizzare le pubblicità francesi. Dopo aver visto, da parte di Peugeot, Citroen e Renault, inseguimenti, muraglie cinesi, camion, treni, ora toccava agli aerei. Anzi, era già il secondo aereo che entrava in scena in una pubblicità automobilistica. Dopo il gigantesco Hercules che cercava di far polpette di una sfuggevole Peugeot 205 GTI, ora toccava ad un aereo più vecchio, classe 1949. L'idea di utilizzare un aereo piuttosto datato era stata una scelta un po' voluta e un po' forzata dall'azione prevista dallo storyboard del film. Il clima della campagna infatti (che prevedeva anche una versione di stampa e affissione pubblica) doveva rimanere ancorato ad una certa atmosfera d'avventura scanzonata tipica di certi fumetti degli anni Cinquanta. E sarebbe stato comunque imbarazzante utilizzare un aereo moderno per inscenare una avaria tecnica quale la mancata uscita del carrello per l'atterraggio; ma dove trovare un aereo d'epoca di certe dimensioni e per di più totalmente funzionante? Sembrava un'impresa disperata, ma con un pizzico di fortuna e il contributo della ormai immancabile squadra di cascadeurs capitanata da Remy Julienne si riuscì a trovare, proprio nei pressi della location scelta per girare lo spot (il famoso circuito di Le Castellet) un personaggio incredibile: un vero collezionista d'aerei d'epoca, tutti perfettamente funzionanti ed in ottime condizioni. La scelta cadde subito sul panciuto bimotore Dassault MD 311 Flamant, un aereo costruito in 295 esemplari tra il 1948 e il 1949. Ma trovato l'aereo, bisognava affrontare il difficile problema di convincere il proprietario ad utilizzarlo per il film. L'operazione riusciva soltanto a metà: finchè si trattava di metterlo nelle mani di un esperto pilota per compiere qualche passaggio a pochi metri da terra, andava tutto bene; quando la produzione chiese di poterlo appendere ad una gru e farlo correre sulla pista con le ali appoggiate su due camion, ottenne un secco rifiuto. Questo bloccava tutto, perchè non era possibile quindi realizzare il tipo di ripresa che si aveva in mente: come si poteva pensare di riuscire in tutta sicurezza a girare le scene dello sbloccaggio del carrello da parte dei ragazzi in R9 e 11, con l'aereo che volava realmente a circa 170 km orari a due metri da terra. Semplicemente impossibile. Questo, però, lo vedemmo lo stesso in televisione, perchè ovviamente, c'era il trucco. O meglio, si scoprì un metodo che metteva d'accordo tutti, pubblicitari e proprietario del velivolo. Venne costruita una struttura mobile capace di reggere il peso dell'aereo e capace di ospitare sui suoi tralicci, cineprese ed operatori, posizionandoli anche sotto le ali. In pratica un gigantesco tubolare, rapidamente progettato, che venne agganciato a due camion turbo Renault che viaggiavano paralleli sulla pista. Restava comunque un problema. L'aereo... bisognava farlo appoggiare a questa struttura, e ancora il proprietario non era d'accordo. Poi, forse preso dall'entusiasmo che vedeva negli uomini addetti alla realizzazione di questo spot, decise di aiutare Renault; chiamò i responsabili della casa francese e li mise in contatto con uno dei principali fornitori della sua collezione, ossia l'Aeronautica Militare. E giusto in tempo, è il caso di dirlo. Un aereo simile al suo (ma senza motori, che era anche meglio), stava per essere venduto. Venne bloccato, e alla fine, “ingaggiato” per essere adagiato sul tubolare guidato dai camion Renault. Differiva in qualche particolare rispetto all'aereo principale, ma per le riprese dei carrelli andava benissimo. Con mille rassicurazioni al proprietario (che a questo punto mi pare anche un po' troppo difficile come persona ) si riuscì finalmente a portare in pista anche quel benedetto aereo originale, per girare le sequenze reali di volo, che coinvolsero velivolo e troupe per tre giorni. Momento. Ferma. Mica finisce lì. Arriva l'ok, è tutto pronto, e il giorno stabilito per l'inizio delle riprese, la gente si sveglia, apre gli occhi e vede solo nebbia e pioggia. Tutto rimandato. Se ne approfittò per ripassare il tutto, mentre ci si rilassava pensando alle difficoltà che finora erano state superate. Così mentre il regista Jean Becker rivedeva i suoi storyboard, gli stuntman ripassavano all'interno di un hangar le loro manovre più pericolose; nel frattempo lo spericolato pilota dell'aereo metteva tutti in agitazione continuando a sostenere di essere in grado di fare tutte le scene senza nessun trucco, tubolare, camion e aereo finto. Per fortuna il giorno dopo un provvidenziale Mistral aveva spazzato via tutte le intemperie, e si poteva girare. Si comincia con le riprese dall'alto, con due elicotteri per avere più inquadrature, dell'aereo che si avvicina alla pista e sorvola le due medie Renault. Nello stesso tempo vengono ricavate altre inquadrature con apparecchiature fisse e mobili da terra. Si curano i tempi al secondo perchè aereo e auto con i due stuntman fuori dal tettuccio dovranno avvicinarsi molto e soprattutto con la massima sincronizzazione, e l'abilissimo quanto spericolato pilota non manca di mettere in agitazione di nuovo tutti, sfiorando allegramente le teste dei ragazzi fuori dal tettuccio, facendogli fischiare le eliche nelle orecchie. I due ragazzi però non si fecero tanti problemi; erano abituati a cose peggiori, e si immedesimarono bene nella scena del protendersi col cacciavite (che ovviamente terminava lì) verso i pannelli dell'aereo. Più problematico fu il momento delle riprese con l'aereo finto poggiato sul tubolare che collegava i due camion. La velocità non era alta, si viaggiava a 40 km orari... tuttavia non era affatto facile far andare alla stessa identica andatura due camion a quel tot di metri di distanza l'uno dall'altro, e soprattutto c'erano le comiche quando bisognava ritornare indietro, una volta in fondo al rettilineo, per girare altre scene. Bisognava fare inversione, e dev'essere stato uno spettacolo vedere due truck Renault che cercavano di far manovra insieme, collegati da un tubolare di metri e metri, con sopra un aereo. Con tanta pazienza e bravura da parte degli autisti, comunque, si risolse anche questo problema. (ovviamente poi questa scena girata a bassa velocità venne “accelerata” in fase di post-produzione) In definitiva, in due giorni di riprese (più quello perso per il maltempo) si riuscì a girare tutto il necessario, e la troupe di 40 persone poté permettersi di festeggiare, e meritatamente anche, viste le fatiche necessarie per girare uno spot del genere. Si è parlato di Francia spettacolare nel mondo degli spot, ma va detto che questa volta la cooperazione era internazionale: tutti i creativi, ad esempio, erano italiani. Maurizio D'Adda, Giampiero Vigorelli, Erminio Rocco e Paola Inzalia della Saatchi & Saatchi MVL Italia, agenzia che già lavorava per Renault nel nostro Stivale. Il costo dello spot rimase segreto, anche se da più parti venne suggerita una spesa di diverse, ma diverse, centinaia di milioni. Chiudiamo il discorso riguardo le due Renault salva-aerei in difficoltà con un aneddoto d'epoca. I due motori del Dassault MD 311, a 12 cilindri da 580 cv ciascuno erano.... Renault.
  21. Ciao Edolo, scusa se mi intrometto in questa discussione.... comunque da amante della caccia ai prototipi che mi ha portato ad avere un archivio di documentazione fotografica che va indietro fino quasi a quando fu inventata la ruota (e i soci qui dentro ormai ci han fatto il callo a questa mia mania) ti posso assicurare pure io che "lavori" di questo genere si vedono spesso, anzi si son sempre visti (e se ne vedranno ancora visto che il futuro pare ci porti verso famiglie di modelli che hanno sempre più cose in comune "sotto la pelle"). Queste "Panda" è da un po' che si vedono in giro, come avrai potuto notare facendo un giro nelle vecchie pagine di questo topic, guardando quanto sono vecchi i primi scatti fotografici. Appena arrivarono le prime foto ci accorgemmo subito che qualcosa non quadrava; queste Panda non avevano esattamente le ruote dove dovevano essere e ad una analisi un po' più approfondita ci accorgemmo che erano state perfino allargate come scocca, di un dito o poco più, ricordate? C'era una strisciolina di lamiera che sembrava aggiunta, come una saldatura, che divideva la Panda in due per tutta la lunghezza del tetto. Altri pezzi invece, che non si potevano "allargare" come per esempio il vetro posteriore, infatti rimanevano un pochino troppo "corti" rispetto alla loro sede originale. Inoltre il passo era allungato, ed esattamente nella zona del terzo vetro laterale... si notava un "pasticcio" nelle linee originali della Panda. Da questo si poteva dedurre che sotto quella carrozzeria in realtà a toccar terra c'era "la pianta" della nuova Ypsilon, che rispetto alla Panda ha appunto un passo un po' più lungo e delle carreggiate più larghe. Ma la cosa finisce lì per il momento. Il fatto che ci sia sopra una Panda pasticciata, come carrozzeria, non implica affatto che ci saranno delle somiglianze. In questi muletti è la base ad essere importante, sopra c'è... quello che ci mettono, con abili taglia e cuci. Ovviamente al frontale il discorso è diverso perchè evidentemente sono già in corso prove riguardanti magari capacità di raffreddamento del motore, che implicano la presenza delle reali (almeno come superficie) prese d'aria che la Ypsilon poi avrà. Magari anche realizzate con paraurti e calandre approssimative, ma l'importante è che le superfici siano quelle. Altrimenti non ci sarebbe motivo di mettere già qualcosa di lancista sul musetto... potrebbe girare con la faccia da Panda anche davanti (come altri muletti in effetti erano all'inizio). Comunque non è una pratica nuova, te lo posso assicurare, in Italia come all'estero. A cavallo fra gli anni 80 e 90 la Renault Safrane girava in prova con la sua meccanica e la carrozzeria di una Croma prima serie, montata sopra in qualche modo (avevano una grossa bolla su cofano motore perchè la disposizione di Safrane non ci stava sotto il cofano di Croma ) ma è solo un esempio. Di robe strane se ne sono sempre viste, specie nelle prime fasi (e vanno appunto prese per quello che sono, cioè robe strane, senza darci troppo peso) e solo ad un certo punto (come vediamo adesso per Alfa 940-Milano) cominciano a girare muletti con la carrozzeria definitiva. Prima o poi spariranno queste Panda-Lancia, e appariranno muletti con la carrozzeria Ypsilon camuffata. Per ora, io, quando guardo queste Panda strane, mi sento di dire soltanto che osservando l'auto sull'asfalto, beh ecco, so che la nuova Ypsilon ha le ruote "lì", come posizione. Il resto non va preso in considerazione. (anzi, a dire il vero, il fatto che usino carrozzerie di modelli già esistenti ma modificate-allungate-allargate ci è di aiuto quando cerchiamo di capire qualcosa del futuro modello, perchè valutando la dimensione di queste modifiche, possiamo capire di quanto è più grande l'auto rispetto a quella che stiamo osservando)
  22. Che poi comunque basterebbe (mi ci metto e mi riferisco sia agli argomenti che ai toni di discussione che si formano a volte quando l'argomento è caliente...) dare alle cose il loro giusto peso. Personalmente non sono "dentro" da nessuna parte, ma penso di aver capito che dire "pianale" è dire tutto e niente. Ci sono fior fior di auto che nascono con signore doti, su pianali che se ne conoscessimo la primiiiissima data di nascita diremmo "eeeehhhh? E io devo comprare quella roba lì?" Però sono appunto evoluzioni, aggiornamenti... su una parte che è indubbiamente importante (e costosa da creare da zero)... ma non è mica tutto. Ci sono situazioni credo in cui questo benedetto "pianale" dovrebbe essere preso per quello che è, cioè una cosa che ha ruolo ma fino ad un certo punto. E poi attorno ad un pianale c'è tutto il resto... è ovvio che nessuno va più in giro a fare GPunto sul pianale della 127.... ma non credo che in questo settore di componenti il progresso corra così forte che se si sente "un pianale nato nel 95 ed evoluto fino ad oggi" voglia dire porcheria. Parlando di evoluzioni una dietro all'altra, e di cosa sta intorno a questo pezzo di lamiera che non viene buttato bensì evoluto, non possiamo ancora oggi noi entrare in una Concessionaria Alfa e comprare una 147 che, proprio perchè il pianale è, ma non è tutto (e comunque mi pare sia evoluto rispetto al nocciolo di partenza).. insegna tante cose ancora a livello di guida a tante concorrenti? Certo, ci sono le sospensioni e bla bla bla; ecco, appunto. Mica fa tutto il pianale. Altrimenti dovremmo andare a ravanare e sottolineare che il ceppo del ceppo del ceppo del ceppo della 147 è la Tipo? Se dovessimo ridurre il tutto a pianale 147= evo dell'evo dell'evo dell'evo del Tipo 2 --->147=Tipo sarebbe un po' riduttivo, no? (certo, la 147 è un'auto che non è andata benissimo nei crash test più recenti, ma secondo me lì il discorso va fatto anche a livello di scocca intera, non solo di pianale; nel senso che imho anche in questo frangente pur con "quel" pianale, si poteva far di meglio, e ritengo che se i risultati sono stati tali è stato perchè la ricerca in questo settore fu impegnata fino ad un certo punto... in fondo parliamo di un'auto nata nel 2000, progettata prima, e a quei tempi 'ste benedette stelline non volavano così tanto da una bocca all'altra, da una tv all'altra, da una pagina all'altra) Per quel che mi riguarda, il pianale è, ma è anche quel che è... e se uno del 95 era "in gamba" che evolvendosi va bene ancora oggi, non ci vedo nulla di male. Almeno, io la vedo così.
  23. Voto anche io per la Camaro. La più strepitosa di tutte. Challenger non mi dice assolutamente nulla, Mustang mi è piaciuta molto ma invece secondo me ora col restyling ha perso. La versione precedente, specie se presa in edizione un po' tremenda, era più mascolina. La GT500 di "Io sono Leggenda" per me resta il top. Superata solo dalla Camaro (specialmente da Bumblebee ).
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