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PaoloGTC

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  1. Arrivata ieri. Rossa... uff. Da dire che cambiare è cambiata. Imho live è decisamente un'altra auto rispetto alla precedente. Meglio o peggio va a gusti, ma imho la presenza è nettamente superiore.
  2. Io ormai la frusto senza troppi complimenti a volte, e comunque mai mi sposto in economy run. Si è slegata assai, al mattino presto sembra quasi brillante e il cdb mai segnato meno di 16.4 Tappato è tappato, ma dai 4 ai 6mila la rabbia del Fire si sente ancora.
  3. Povere berline a quattro anelli. Stanno per diventare dei progetti morti prima di nascere. (Cit)
  4. Perfettamente d'accordo su quanto fossero errati certi spot precedenti, personalmente trovo invece migliori, a confronto, questi dell'OnStar. Specialmente quello del bambino. La percentuale di "strafottenza" o come la si vuol chiamare, non la vedo superiore a quella di altri spot che girano in tutto il mondo dell'auto, in tutti i paesi e da tutte le marche. Il fatto è che (parere mio che potete usarlo per soffiarvici il naso non me la prenderò) ormai è partita la moda che ad Opel non si perdona più un catzo. Qualunque spot avessero fatto non sarebbe andato bene. Qui dentro sarebbe stato smembrato, martoriato, torturato e sputato. A 'sto punto, che facciano gli spot che gli pare. Cambiate canale, quando ci sono. La Opel esiste e produce automobili, continua a venderne tot migliaia al mese in Italia, la gente ci va in giro e chi ci lavora porta a casa la pagnotta. Fatevene una ragione.
  5. Se vi fidate della manina mia con la matita in mano, più tardi se riesco abbozzo qualcosa ispirandomi un pochetto a cose che anche a distanza di tempo non possono andare in onda ufficialmente.
  6. Tu pensa che io lo vedo solo oggi dopo due giorni. Ha fatto pagina 12 e non riuscivo a entrarci.
  7. Tabellina della notte. Essendo alle prese da tempo con un lavorone (chissà quando sarà finito) riguardo le vendite sul mercato italiano nei secoli dei secoli, che ho iniziato da parecchi mesi per pura curiosità personale (mi piace leggere i numeretti di questa e di quella, e ho voluto iniziare a mettere giù un quadro moooolto generale di tutte le marche), mi è venuto comodo mettere insieme qualche dato, facendo una serie di copia-incolla nelle mie tabelle. Giusto per andare a vedere se in effetti ci fu un effetto-Tipo sulle vendite delle concorrenti, oppure no. Qui di seguito trovate quindi l'immagine della tabella che riporta i dati delle principali esponenti del segmento (et similia, non tutte le Case avevano una diretta concorrente di Tipo, per cui ho messo anche i modelli che bene o male erano lì nei dintorni) nel 1988, paragonati a quelli dell'anno precedente. La riga colorata è il 1988, la sottostante bianca, marca per marca, il 1987. Quando il modello in questione era il medesimo, trovate un "idem". Se invece c'era stato un cambio generazionale, trovate il modello precedente con le sue vendite. Mancano alcuni dati del semestre. 4R non lo riportava sempre per tutti i modelli, quando le pagine sulle vendite tiravano le somme di metà anno. Non avevo voglia di fare i conti Se qualcuno si mette a farli con la calcolatrice, tra mensili, semestrali e annuali potrà trovare delle discrepanze così come le ho trovate io. Il fatto è che a volte arrotondavano per eccesso, e sommando i mesi veniva un totale superiore a ciò che veniva poi dichiarato nel semestre o nell'anno. Amen. E' giusto per avere un'idea. Note: 1- le 9750 Tipo di Gennaio 1988 sono ovviamente per la maggior parte quelle consegnate ai concessionari per le prove su strada.... difficile immaginare consegne ai clienti con un porte aperte che ebbe luogo il 30 del mese. 2- in alcuni casi leggerete "con luglio", perchè 4R riportava i dati del bimestre estivo 3- per la Renault 11, vi capiterà di trovare scritto "Con 9" in alcuni mesi. 4R riportava i dati accorpati per le due medie Renault con e senza terzo volume. 4- per la Volvo 440 mancano un sacco di dati, ovviamente, essendo lei arrivata sul mercato solo dopo l'estate del 1988. Generalmente, possiamo vedere che una delle vetture a subire un calo di vendite tra il 1987 ed il 1988 fu proprio la Golf, anche se non si può parlare di crollo. 8 mila pezzi in meno su un totale di 100 mila e rotti dell'anno precedente. Le italiane, invece, tutte in rialzo, della Tipo se n'erano fatte un baffo. Calavano soprattutto le rivali più deboli. Stabile la Escort, in gran salita la Kadett (la station...). Crollo della Malaga (vabbè...) e calo netto per la coppia 9-11 Renault, che nel 1987 avevano totalizzato oltre 28500 consegne e l'anno successivo superarono di poco le 20000 (in coppia). Brusca frenata anche per la 309 e per la BX (vettura che ho sempre visto più D che C, come immagine, ma con i motori 1100 e 1400 poteva benissimo essere un'alternativa, anche perchè Citroen aveva quello strano buco ai tempi in gamma...). La Rover 200 era in ascesa, mentre in casa Volvo il paragone anno-anno si può fare solo con la 480, dato che la 440 faceva registrare un dato ben inferiore al 1987 completo della 360, essendo in commercio soltanto da settembre 1988. Le Volvo le ho messe tanto per, si trattava di altra immagine ed altro prezzo. Era per avere una visione generale. Prima della Tipo, comunque, la Golf la faceva da padrona. Interessantissime le vendite di BX, comunque. Non avrei detto che stesse andando via così bene. Non ne vedevo poi un mare in giro. Golf non prese la botta subito-subito.... i primi mesi di convivenza con Tipo sul mercato non le lasciarono grossi segni. Dopo l'estate crollò, con un settembre che era quasi la metà di maggio. Se osserviamo, la differenza che porta al calo nel dato annuale è tutta nell'autunno.
  8. Si per me le stava molto bene. Lui e l'azzurro spring.
  9. A meno che fosse per via di qualche test aerodinamico sulla zona specifica di portellone con spoiler. A volte nastrano le fughe in galleria.
  10. Gran bella foto Crix85, mi mancava. Pazzesco come sembrassero grandi quei cerchi quando passavano da 13 a 14 pollici.... Frattanto... un inedito per quanto riguarda le spy pictures. La duemilasedici in prova con attaccapanni
  11. Mi sapreste dire più o meno in cosa consiste il secondo di tagliando per la 1.2 69cv? Cosa si cambia e quanto prezza? Mi scade il secondo anno venerdì, e sono a 31 mila km. Olio e filtri vari ok, vanno anche le candele? Così, per farmi un'idea.
  12. Ihihih.... lo so che non è la stessa porta d'uscita.... però... Corsi e ricorsi. Bec tu de fiutur (siamo in tema, in questi giorni...)
  13. Nella foto a sinistra dovrebbe essere sul ciottolismo della Mandria. L'abbiamo vista altre volte, ma questa foto mi ricorda mille cose ogni volta che la guardo. La 1800 16v fu oggetto di prove in anteprima da parte della stampa italiana. Credo fosse il desiderio di Fiat di cavalcare l'onda del successo che stava riscuotendo il "modello base" sul mercato, mettendo altra carne sul fuoco senza lasciar passare troppo tempo. Quattroruote, Auto Oggi e Gente Motori pubblicarono servizi con la prova di un prototipo praticamente definitivo, sempre con le targhe prova internazionali (la sigla A6). Però, mentre Quattroruote ed Auto Oggi scrissero chiaramente di aver avuto la possibilità di provare la vettura da parte di Fiat, Gente Motori pubblicò il solito "romanzo", in cui loro si erano incontrati in gran segreto con dei collaudatori sulle colline torinesi. Le auto in prova (due targhe differenti, A6 41982 e A6 41984) erano sempre bianche, e così le pubblicarono Auto Oggi e Quattroruote. Al che, Gente Motori per essere diverso decise di colorare "la sua" (stessa targa di Auto Oggi) di rosso Auto Oggi Quattroruote Gente Motori Tutti ebbero il permesso di pubblicare foto dell'interno coi nuovi tessuti ed i sedili sportivi, nonchè quello strano volante che io personalmente non ho mai capito. Foto anche per il vano motore, praticamente non c'erano più segreti. Pensiero comune era che le vetture in quanto muletti non avessero addosso la caratterizzazione sportiva che probabilmente sarebbe stata più accentuata, sulle vetture definitive. E invece no.
  14. Questo l'avevo messo in cantiere tempo fa, quando parlammo dei 25 anni compiuti dall'erede della Ritmo. Poi è rimasto lì, insieme ad altre cose da terminare e che in futuro vi proporrò. Visto che siamo tornati a parlare di Tipo, mi sembra il momento di andare a ripescarlo, dato che si tratta di parole scritte ai tempi in cui la guerra Tipo vs Golf (e non solo, come vedremo) era da poco iniziata. Troviamo quindi un paio di recensioni raccolte da Auto Oggi, che provenivano dal “cugino” Auto Bild per la Germania e da L'Automobile per la Francia. Le prime valutazioni dei giornalisti di Paesi in cui la nuova Fiat si proponeva come la nuova rivale per le medie di casa. Quindi.... beh le cose non erano tanto diverse da oggi, sotto alcuni aspetti. A buon intenditor....vi lascio leggere. (facendo un confronto fra i due, alla fine il francese era stato un po' più equilibrato nel distribuire critiche...) Auto Bild – 20 giugno 1988 “Il segmento delle vetture medie è quello che assicura grossi guadagni alle Case automobilistiche come la Fiat e la Volkswagen. Per affermarsi, però, in questo settore di mercato, dove la Golf ha già al suo attivo oltre 10 milioni di esemplari costruiti, è necessario farsi venire in mente qualcosa di particolare. La Fiat si è inventata la Tipo. La Tipo si distingue già dalla prima occhiata; ma è sufficiente una carrozzeria originale per superare le compagne di segmento?” L'analisi più dettagliata iniziava dalla voce “consumi”: la media tedesca (presa in esame nella versione 1600cc che col catalizzatore aveva una potenza di 70cv praticamente come la Tipo 1400cc che ne aveva 72) si “nutriva” di benzina senza piombo e percorreva in media 13 km con un litro. La Tipo, invece, viaggiava ancora con la “vecchia” super (in Germania, più costosa della “verde”) e con un litro faceva 12,5 chilometri. Mentre la velocità era pressoché equivalente (162 km/h per la Golf, 163 per la Tipo), il motore della media tedesca era leggermente più scattante (sia in accelerazione che in ripresa) e soprattutto più silenzioso: a 60 km/h in terza, il rumore proveniente dal vano motore della giovane vettura italiana veniva giudicato “spiacevole”. Un elogio e un applauso se lo meritavano il cambio della nuova Fiat: niente a che vedere con quello della Ritmo, diceva Auto Bild. Le marce entravano facilmente, tranne che nel rapido passaggio dalla seconda alla terza. Non era così per la Golf, dove però, spesso, la prima entrava a fatica. Parcheggiare nella Tipo era meno faticoso, grazie a una maggiore leggerezza dello sterzo. Ma per contro in velocità il guidatore avvertiva meno il contatto con il terreno. La Golf riguadagnava terreno quando si passava a esaminare sospensioni e comfort di marcia. Fruscii aerodinamici al minimo e ottima capacità di assorbire le irregolarità del terreno facevano salire le quotazioni della Golf, mentre la Tipo non si trovava a suo agio sulle strade col fondo irregolare e su quelle con molte curve e sterrate: in quelle condizioni i passeggeri venivano “sballottati senza pietà”. Superati i 100 km/h inoltre, la rumorosità all'interno dell'italiana era superiore a quella della tedesca. Ma quando si parlava di spaziosità dell'abitacolo, la Tipo non temeva confronti: peccato che le finiture lasciassero a desiderare (però non così tanto come nella Ritmo). Qualche esempio? Il cruscotto era rumoroso, le porte non combaciavano perfettamente, la cosiddetta cappelliera vibrava. Anche i comandi non erano così chiari come nella Golf: la leva multifunzione montata sul piantone dello sterzo richiedeva “un certo periodo di apprendistato”. I sedili migliori rimanevano quelli della Golf: sostenevano bene sia la schiena che le gambe. Troppo morbidi, invece, quelli italiani, con in più una sbarra che si trovava proprio in corrispondenza dell'osso sacro. Conclusioni: nonostante l'attacco sferrato dall'italiana, la Golf restava ancora la vettura più armonica, anche se, curando qualche dettaglio, la Tipo avrebbe potuto aspirare al titolo di “regina delle medie.” L'Automobile – Agosto 1988 Nel numero di agosto 1988 della rivista, Thierry Emptas confrontava la nuova Renault 19, vettura dalle grandi ambizioni europee, con altre auto della sua classe, tra cui la Tipo. Secondo l'autore, la filosofia della 19 si riassumeva nella formula “sedurre senza shoccare”. “I gusti di uno spagnolo non sono quelli di un lappone, ma questa volontà di piacere al maggior numero di persone possibile si paga con un'impressione di... déjà vu”. In fatto di aerodinamica era alla pari con la Tipo che aveva scelto vie estetiche molto più innovative. La Tipo veniva definita “regina dello spazio”. “Nonostante i reali progressi rispetto alla 11, la nuova Renault non detronizza la Tipo, in fatto di abitabilità. Il suo abitacolo, particolarmente largo, permette a tre adulti di prender posto confortevolmente sul divano posteriore. Tuttavia la 19 offre per le gambe dei passeggeri seduti dietro qualche centimetro in più, molto gradito nei lunghi tragitti. Altro punto di vantaggio della Fiat: è più luminosa.” Se nel miglioramento dei materiali e delle finiture, l'interno della 19 si è ispirato allo stile tedesco, “anche in Italia si è capito che la qualità è un dovere nei confronti della clientela, ma il cammino percorso in questo senso non è altrettanto consistente come alla Renault.” Le macchine considerate nel confronto francese erano la 19 TSE (con il nuovo motore Energy di 1390cc) e la Tipo 1400 Digit. L'autore giudicava la Renault più veloce (passava i 170 km/h), più vivace specie in ripresa; per di più, la sua meccanica offriva un arco di utilizzazione insolita in questa fascia di cilindrata. Quanto al rinnovato motore della Tipo, “i tecnici hanno puntato soprattutto a migliorare il rendimento e il piacere d'uso. Perfettamente equilibrato, questo propulsore è molto gradevole ai bassi e medi regimi. Diviene più rumoroso e rude quando lo si sollecita di più. Questa malavoglia a prender giri spiega, in parte, i risultati modesti registrati in accelerazione, mentre il peso della macchina – la Tipo superava la tonnellata – penalizza le riprese, particolarmente laboriose dai 40 km/h.” Al primo posto anche nei consumi, la 19 eccelleva soprattutto in autostrada con una media di quasi 14 km al litro. Invece, “nonostante tutti gli sforzi compiuti attorno al suo motore, la Tipo resta alquanto golosa.” Ecco le due macchine in marcia. Confortevole grazie ai suoi sedili, la Tipo era “senza dubbio la più imperturbabile in fatto di tenuta di strada. Qualunque sia il trattamento che le si infligge, resta incollata a terra. Peccato che lo sterzo specie all'inizio della sterzata dia la sgradevole sensazione d'imprecisione, come se ci fosse troppo gioco tra le varie articolazioni.” La nuova 19 presentava caratteristiche tipiche della Renault, comfort di sospensioni e sedili, ma nello stesso tempo una certa tendenza al rollio, con movimenti di “pompa” all'avantreno e “danza” al retrotreno. Quanto al cambio della 19, era “onesto e preciso, come del resto quello della Tipo, un progresso enorme rispetto alle altre Fiat.” Punto dolente i freni: “La 19 pecca per una rabbiosa tendenza al bloccaggio delle ruote anteriori che non permette di utilizzare tutta la potenza dell'impianto. Quanto alla Tipo, abbiamo già severamente criticato la sua mancanza di efficacia. Gli spazi d'arresto ottenuti in quest'occasione, benché in leggero progresso (forse per le guarnizioni rodate meglio), restano sempre insufficienti e inadeguati in un'auto moderna.” Passiamo ora ad un altro genere di ricordi Tiposi. Ci sono testimonianze dei proprietari. Ai tempi Quattroruote (da cui ho tratto queste interviste) aveva riportato nomi e cognomi. Anche se andarono in stampa ai tempi, oggi non mi pare più il caso di riportarli per esteso, per cui mi sono limitato alle iniziali. ERA PROPRIO IL SUO TIPO? (fonte: Quattroruote) L'immagine parla chiaro: interviste. A chi? Ai primi proprietari, ovviamente: magari non proprio i primissimi, perché era già passato qualche tempo dal lancio. Le impressioni raccolte da Quattroruote infatti, correndo dietro alla gente e rompendogli le balle fuori dagli autogrill e cose simili , includevano anche pensieri di proprietari della versione 1.8 16v. Insomma, qualcuno che la guidava da poco e altri che la conoscevano ormai da un po'. Quand'è presente l'età delle persone intervistate, ovviamente è quella che esse avevano nel 1990.... Iniziamo con U. L., di Follonica (GR). “Sono stato uno dei primi della mia zona ad avere la Tipo, e percorro ogni giorno 100 km per andare e tornare dal mio posto di lavoro (sono dirigente in una banca). Di questa media Fiat mi piace soprattutto il motore da 1600cc; lo scatto, specialmente in terza, è bruciante e questo mi rende sicuro nei sorpassi. Quanto al resto, trovo la Tipo spaziosa; la tenuta di strada è buona, ma ho notato qualche problema sul bagnato. Bene i freni, all'altezza del loro compito. In passato ho sempre posseduto delle Fiat, iniziando con la 500 e proseguendo con la 1100D, la 131 e la 132; la Tipo è certamente più moderna, si sente che appartiene a un'altra generazione.” Cosa si potrebbe fare per migliorarla? “Eliminare alcuni piccoli difetti che possono dare fastidio: alle alte velocità si sentono delle vibrazioni, la plafoniera si stacca facilmente, il sedile anteriore destro non è ben fissato e a volte diventa rumoroso. Ci vorrebbe un po' più di cura nei dettagli.” A. G, 38 anni, imprenditore di Pistoia. “Comoda, affidabile, piacevole: per la verità, la 1400 DGT viene utilizzata soprattutto da uno dei nostri venditori che viaggia prevalentemente su strade statali e provinciali. Rispetto alle altre sei-sette auto aziendali che utilizziamo abitualmente, la Tipo ha un difetto: i consumi un po' elevati. Penso che la Fiat dovrebbe lavorare per migliorare questo aspetto.” K. A., 27 anni, vetrinista di Brunico (BZ). Proprietaria dal mese di marzo 1990 di una Tipo 1600 con la quale ha percorso 3500 km. “Mi piace perché unisce dimensioni esterne contenute con una grande abitabilità interna e con un buon comfort sui lunghi percorsi; il motore di 1600cc tira abbastanza e la tenuta di strada è buona anche sulle strade di montagna.” Suggerimenti? “Uno per chi la acquista ora: meglio farsi montare il servosterzo, offerto come optional. Aumenta notevolmente il comfort.” F. C., 47 anni, meccanico residente a Legnaro (PD). “Che cosa mi piace di più della Tipo? La silenziosità, la posizione di guida, il comfort, la ventilazione interna. Ho acquistato una 1400 DGT nel giugno del 1989 e fino ad oggi ho percorso 12.000 chilometri, in prevalenza su strade statali. Qualcuno mi diceva: 'attento perché la strumentazione digitale ti darà dei problemi'. Non è vero: mi sono abituato subito e non mi ha mai dato noie. Non saprei che cosa consigliare per migliorarla: ho fatto eseguire i controlli previsti dopo 1500 km e da allora non ho più dovuto alzare il cofano motore.” S. B., commercialista di Sarzana (SP). “Devo riconoscere che la Tipo 1600 DGT acquistata nel dicembre 1988 mi ha costretto a rivedere in positivo il mio giudizio sulle automobili di fabbricazione italiana. Ho percorso fino ad oggi oltre 40.000 chilometri, metà dei quali in autostrada. In passato ho posseduto ben tre Golf di cui ero soddisfatto. Ho acquistato una Tipo spinto dal desiderio di qualcosa di nuovo e non me ne sono pentito. Pensate che va bene persino in fuoristrada: ho percorso 5000 km di sterrato per raggiungere posti incontaminati sulle isole greche senza registrare il benché minimo inconveniente, e le temperature erano molto alte. Tra le doti migliori annovero la linea piacevole, lo spazio interno, l'abitacolo, il motore: un appunto invece per i freni, non sempre adeguati alle prestazioni. Quanto al livello delle finiture, forse c'è ancora qualche margine di miglioramento.” G. S., medico di Trieste. “Da circa due anni e mezzo sono proprietario di una Tipo 1600 DGT con aria condizionata, con la quale ho percorso 30.000 chilometri. Un'auto da dieci e lode, la strumentazione è molto buona e trovo utile la spia che segnala l'imperfetta chiusura delle porte. Un solo rammarico: all'epoca in cui l'ho acquistata io, la Tipo non poteva montare contemporaneamente due optional preziosi come il servosterzo e il condizionatore.” F. H., 32 anni, commerciante di Innsbruck. “Troppo rumorosa. Da circa un anno ho una Tipo 1100 DGT con la quale ho già percorso 36.000 chilometri. L'aspetto migliore mi sembra l'abitacolo: anche la linea, abbastanza innovativa, mi è gradita. Ottimi i freni. Modifiche? Come dicevo, si potrebbe cercare di insonorizzare meglio il motore.” A. C., impiegato di Varese. “C'è tanto spazio: la volumetria interna è soddisfacente. Ho acquistato la mia Tipo 1100 AGT sedici mesi or sono e ho percorso in tutto 22.000 chilometri. Le prestazioni sono proporzionali alla cilindrata del motore. Qualcosa da migliorare però ci sarebbe: il livello delle finiture, non all'altezza del prezzo. Scomoda, poi, l'assenza dei gocciolatoi: se ha piovuto, ogni volta che si apre la portiera ci si bagna. Anche l'applicazione di portapacchi e portasci è penalizzata.” R. P., 34 anni, artigiano di Ponzano Magra (SP). “Ho due bambini; ogni volta che andiamo al mare devo caricare moltissime cose. Sulla Tipo 1100 DGT che ho acquistato nel gennaio scorso, riesco sempre a far stare tutto. Uso l'auto per lavoro, soprattutto in città, ma anche in autostrada ha buone prestazioni in rapporto alla cilindrata. Se potessi fare qualcosa per migliorarla, lo farei con l'indicatore del livello della benzina: mi sembra piuttosto impreciso.” M. D.E., 59 anni, generale dell'Esercito Italiano, di Torino. “Nel maggio scorso ho acquistato una Tipo 1400 AGT con la quale ho percorso un migliaio di chilometri. Sono abbastanza soddisfatto, soprattutto per quanto riguarda l'abitabilità: prima avevo una Ritmo e mi pare che il passo avanti sia stato considerevole. Il cambio mi sembra un po' duro, soprattutto nelle marce basse e le portiere sono rumorose, quando vengono aperte o chiuse: forse questi sono difetti di gioventù.” C. F., 28 anni, agente di commercio di Agerola (NA). “Un anno fa ho acquistato una Tipo 1400 DGT con la quale ho percorso 29.000 chilometri. Apprezzo soprattutto lo spazio nell'abitacolo; buoni anche i freni.” Che cosa si potrebbe migliorare? “Il motore forse non è abbastanza brillante. L'apertura delle portiere, inoltre, mi sembra eccessiva: quando si è seduti si fa fatica a raggiungere la maniglia per chiuderle.” V. M., 42 anni, impiegata di Buccinasco (MI). “Mio marito ed io abbiamo scelto la Tipo per avere un'auto comoda con cui viaggiare, e siamo proprietari di una 1400 DGT dal maggio del 1989, che ha al suo attivo 26.000 chilometri, percorsi per lo più in autostrada. Volevamo un'auto 'vera', comoda e veloce, che potesse sostituire le nostre utilitarie nei viaggi più lunghi: la Tipo è perfetta per questi scopi. Migliorarla? Per me va già benissimo così....” D. L.T., 46 anni, medico di Spilinga (CZ). “Un'auto di media cilindrata adatta a una famiglia: è spaziosa e comoda anche nei lunghi tragitti. Mi sembra che ricopra il ruolo che un tempo avevano le Fiat 1100. Ho una 1400 DGT da poco tempo: il motore ha buone prestazioni e la tenuta di strada è valida, come ho potuto provare sui percorsi tortuosi che faccio ogni giorno per motivi di lavoro.” G. A., 55 anni, commerciante di Zibido San Giacomo (MI). “Posso dire che della Tipo mi piace tutto: è comoda e molto spaziosa. Ho acquistato una 1100 DGT nel maggio '89 e ho percorso in tutto 20.000 chilometri su strade di tutti i generi; sono stati 20.000 chilometri senza problemi. Forse si potrebbe migliorare la ripresa, per la verità un po' scarsa: un limite che probabilmente non avverte chi ha scelto i modelli di cilindrata superiore.” S. S., Asti. “Essendo portatore di handicap, nel maggio scorso ho dovuto scegliere una Tipo 1400 Selecta, dotata di cambio automatico. Devo dire che mi trovo benissimo. In precedenza avevo una Opel Rekord, sempre automatica, che non dava altrettanta sicurezza. Non mi considero un grande viaggiatore: faccio circa 7000 chilometri all'anno. Mi piace molto il cruscotto digitale; inoltre la Tipo è comoda, silenziosa e ha buoni freni. Per migliorarla gradirei di serie qualche accessorio in più, come il tetto apribile e un bracciolo centrale: ne guadagnerebbe anche lo stile.” R. Z., 63 anni, addetto alla manutenzione di macchinari in un'azienda di Lodi (MI). “Nella mia lunga vita di automobilista ho avuto parecchie Fiat e non ho mai dovuto chiamare il carro attrezzi. Piccole noie invece si e la mia nuova Tipo 1100 DGT non fa eccezione. Per fortuna, essendo meccanico, riesco ad arrangiarmi da solo. Con la Tipo ho percorso 26.000 chilometri in poco più di un anno, ma ho già dovuto cambiare i pneumatici. Motore, meccanica e sospensioni mi sembrano ottimi; non così la verniciatura e le finiture che potrebbero essere migliorate. Inoltre molti optional importanti per la sicurezza dovrebbero essere offerti di serie.” L. C., 44 anni, titolare di un bar di Diano Marina (IM). “Supercontentissimo: sono proprietario dal giugno scorso di una Tipo 1600 DGT. Un vero gioiello, comoda come un salotto. Basti pensare che mia moglie non si è mai addormentata in auto: con la Tipo nuova è caduta in un sonno profondo. Sono reduce da un'esperienza non proprio positiva con un'Alfa 33. La Tipo mi sembra nel complesso molto più facile da guidare.” R. B., medico di Piombino (LI). “Ho acquistato la Tipo 1600 DGT nel febbraio 1988 e fino ad ora ho percorso 37.000 chilometri su strade di tutti i generi, anche di campagna. Ottima la tenuta di strada, buoni i consumi in rapporto alla cilindrata; soddisfacente anche l'affidabilità. Qualcosa, tuttavia, potrebbe essere migliorato: la frenata. Le pastiglie senza amianto, introdotte per soddisfare la 'moda' dell'ecologia, non garantiscono una potenza adeguata e spesso fischiano.” G. B., 51 anni, titolare di un'autoscuola a Brescia. “Sono neoproprietario di una Tipo 1800 ie 16v. Prima ho avuto una 1400 con la quale ho percorso circa 25.000 chilometri. Mi sembra che entrambe abbiano un motore elastico, forse mi aspettavo più potenza dalla 16 valvole. Il mio suggerimento riguarda le finiture, che dovrebbero essere un po' più curate.” S. A., 33 anni, agente pubblicitario di Taranto. “Affidabile, solida, sicura e stabile. Ho scelto la mia Tipo 1400 AGT perché mi serviva un'auto pratica: il portellone posteriore infatti è comodo. Apprezzo molto anche il fatto che queste vetture mantengano un buon valore di mercato al momento di rivenderle. La linea è simpatica; da migliorare, a mio parere, è l'assemblaggio della carrozzeria che appare troppo poco curato.” I. C., 82 anni, pensionato di Melegnano (MI). “Ad aprile un automobilista-pirata mi è venuto addosso distruggendo la mia Giulietta 1800. per questo ho deciso di acquistare una Tipo 1400 DGT. La cosa migliore è secondo me la comodità: il comfort è buono anche dopo diverse centinaia di chilometri. Anche il giudizio sulla tenuta di strada, sulle prestazioni, sulla frenata, sullo spazio interno e sulla visibilità è ampiamente positivo.” M. P., 27 anni, rappresentante di Parma. “La mia Tipo 1700 diesel? Un'auto onesta che non dà problemi. Se potessi migliorare qualcosa, lo farei con i montanti anteriori, soprattutto quello sinistro, che penalizzano la visibilità. Anche il comando dei fari potrebbe essere modificato: il passaggio da anabbaglianti a abbaglianti è scomodo.” F. F., 36 anni, operatore di macchine agricole di Rosolina (RO). “Possiedo da due anni una Tipo 1400 DGT. Buona stabilità e buona ripresa: in tutto ho percorso 51.000 chilometri prevalentemente su strade statali. A mio parere si potrebbero migliorare il portellone, un po' rumoroso, e il check-panel, che mi ha dato problemi.” C. S., 37 anni, ingegnere di Siena. “Ho acquistato la Tipo 1800 ie 16v nel marzo scorso, e ultimamente ho percorso tremila chilometri in Germania: va forte, pur su quelle autostrade dove ci sono tanti cavalli sotto i cofani. Ho trovato molto buona la ripresa, in un attimo si raggiungono i limiti di velocità italiani. L'impostazione è compatta: un'auto non troppo impegnativa da guidare. Qualcosa da migliorare? L'interno, poco diverso da quello delle altre versioni.” V. G., insegnante di Padova. “Ho acquistato una Tipo 1600 DGT nel marzo scorso e fino ad ora ho percorso 2000 chilometri. È comoda: un'auto ideale per le esigenze della mia famiglia. Anche la ripresa è scattante; i consumi sono un po' alti, ma si tratta pur sempre di una 1600cc.” P. G. A., 35 anni, impiegato di Mandello Lario (CO). “La mia Tipo 1600 DGT Europa catalizzata l'ho comprata da un amico che lavora in Svizzera, perché in Italia non sono riuscito a trovarla. In sei mesi ho percorso 16.000 chilometri: ne apprezzo soprattutto l'abitabilità, la visibilità dal posto guida e la buona progressione del motore. Vorrei un bagagliaio più grande (con il bambino ci sono sempre tante cose da trasportare) e, soprattutto, una ruota di scorta 'vera' al posto del ruotino.” E. B., 54 anni, impiegato di Milano. “Fino ad oggi ho percorso 3.000 chilometri con la mia nuova Tipo 1400 DGT, divisi tra autostrada e città. Trovo che sia molto comoda; anche la posizione di guida e la visibilità sono tra le sue doti migliori. Il comportamento su strada è sicuro in ogni condizione. Qualcosa da migliorare? Forse il bagagliaio, è un po' sacrificato per una vettura di questa categoria.”
  15. Tipo vs Golf. Che spettacolo, vi sto leggendo con estremo interesse e condivido (quasi) tutto... tanto che al di là di qualche tavanata mia personale non trovo di aver molto da aggiungere (magari poi col tempo qualche dato, così tanto per...). Mi soffermo soprattutto su questo "Tipo vs Golf". Spettacolo. Oggi le tinte sono più tenui, i contrasti più smorzati... ma il Tipo vs Golf è sempre lui. Uno degli elementi principali dell'eterno "Italia-Germania", almeno per coloro che sono cresciuti negli anni '80. Voglio dire, per quelli della mia generazione, forse un elemento di discussione più forte di tanti altri "scambi di opinioni" su modelli d'auto che provenivano da differenti paesi. Oh, io avevo 11-12 anni in quel periodo, ma i bar (frequentandoli con qualche coetaneo e passando molto tempo con il cuggino nella sua pizzeria al pomeriggio) me li ricordo bene. I sostenitori della Tipo, che era arrivata a far piazza pulita, da una parte. Dall'altra, i celebri "Gerardi" con la Golf. Si iniziava parlando del fatto che 'sta macchina era uscita. Venti secondi e qualcuno usciva col fatto che era la solita carriola e che come la Golf non ce n'erano. "Seee la Golf con quel polmone di 1.3, mia moglie col passeggino e la bimba le passa davanti..." "Va' che tizio si è preso la Tipo la settimana scorsa, gli son cadute le porte perchè non le avevano fissate..." "Tutta invidia, vedrai quante ne venderanno...." "Ma cosa parlo a fare con te, che di macchine non hai mai capito una mazza...." L'ho fatta in breve... comunque poi da lì si andava sul personale. Discussioni di livello calcistico, come toni. Bianchini lasciati a metà, caffè abbandonati freddi sul bancone. Alterchi che proseguivano nel parcheggio del bar, gente che andava a casa prima del solito. A quei tempi queste scene si vedevano per tre cose soltanto. 1) discussioni Juve-Milan et similia, commenti sulla partita della sera precedente. 2) discussioni post partita a carte "perchè abbiam perso per colpa tua che sei un cretino" 3) Tipo vs Golf. "Cinque amici, cinque posti, grande Tipooooo..." :D - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Ah ecco... una cosa che vorrei aggiungere. Leggendo su FB un articolo di non ricordo quale pagina web motoristica, ho visto sottolineare il fatto che a differenza di una volta, ora il nome Tipo ha perso il punto che stava sulla targhetta identificativa, sul portellone. Un piccolo dettaglio particolare, del quale (scriveva la pagina) "nemmeno a Torino qualcuno si ricorda ancora il significato". Non è vero. Io più o meno me lo ricordo, dovrei ritrovare l'articoletto (cartaceo, perchè dei tempi) che spiegava il perchè di quella scelta. A grandi linee, se i miei quasi 40 anni non hanno fatto troppi danni, il punto era un punto in quanto tale. Prima di tutto, il nome "Tipo", pur derivando - banalmente - dal nome di progetto Tipo 2 (così come la Uno veniva dal "Tipo Uno" e così come qualcuno diceva che la Tempra si sarebbe chiamata "Tre") e citando le Fiat "Tipo" dei primi del '900, era stato scelto per presentare un nuovo "tipo" di automobile, per alcuni aspetti immediatamente percepibili dall'utente e per molti altri legati alla sua costruzione automatizzata e al far parte, essendone la capostipite, di una nuova famiglia di automobili, costruite sulla medesima struttura. Una nuova generazione di auto, che ci avrebbe mostrato il modo di costruire vetture nel futuro. Ed in effetti.... perchè bene o male alla fine oggi abbiamo di fronte un modo molto simile di produrre automobili. Che fosse veramente un nuovo inizio, beh secondo me no... perchè in casa c'era già stato il Tipo Quattro. Però a quei tempi la cosa non era stata sbandierata più di tanto, probabilmente perchè trattandosi di ammiraglie, alcune delle quali con marchio "premium" o simile, forse non erano sicuri che fosse un vanto dire che "questa qui" aveva la struttura di "quella là". Nel 1988, invece, ci fecero una testa tanta nel dirci che da lì avrebbero tirato fuori una famiglia intera di vetture, orgogliosi anzitempo del fatto che sarebbero stati capaci di differenziarle al massimo, per dare a ciascun utente di ciascun marchio quello che si aspettava (cosa riuscita fino ad un certo punto). Un nuovo "tipo", quindi, ed il punto era un punto. Punto. Tipo, punto. Uno spartiacque. A capo. Da lì iniziava un nuovo modo di concepire l'automobile, e da lì iniziava una nuova generazione nel segmento C, perchè gli altri marchi per adeguarsi alla Tipo avrebbero dovuto evolvere i loro modelli e portarsi a quel livello. Questo signicava quel punto.
  16. Ma come? Proprio adesso che avevo 5 minuti. Comunque, la più grande differenza che vedo io, vista in generale così la cosa, è che questa volta la Tipo non arriva come una (possibile) bomba sul mercato. "L'altra volta" ce la ricordiamo in tanti. Già che la menavano ormai da due anni su quella Tipo2 che ci avrebbe portato nel futuro facendo mille cose, una delle quali annientare la Golf (infatti ), poi il lancio è rimasto nella storia, la ressa dei porte aperte e via dicendo. Un evento stile mondiali di calcio. Si parlava solo di quello. Questa arriva liscia liscia, in confronto. Però... secondo me la sua parte il nome la sta già facendo. Oggi in ditta, tra colleghi vari, è venuta fuori tre o quattro volte nei discorsi. Perchè si chiama Tipo. "Ma han rifatto la Tipo? Ma è tornata la Tipo?" e via dicendo. Finchè s'è chiamata Aegea 'sta macchina, almeno qui attorno, se l'era filata nessuno.
  17. Mmmm.... mi sembra alquanto strano. Cioè, in teoria dovrebbe essere un cesso. Attendo fiducioso una rettifica. ☺
  18. Signori. La TIPO. Non dico altro.... altrimenti mi parte un postpipponeremakeamarcord che non c'ho tempo. (sto parlando del nome eh? del surround fatto di ricordi... la vettura in sè non ci vedo molto di Tipo - ma come potrebbe esserci, in fondo? Non mi sembra una vettura adatta per essere "rifatta" come remake - ma mi piaciucchia e la apprezzo per quello che vuole essere.... solo mi fa piacere tornare a leggere e dire Tipo, ecco....... baaah son sfumature da archivista nostalgico ottantesco, lasciate stare, passate oltre... )
  19. Sicuramente un altro bestione arrapante per questo e quello, a partire dal design. Ovviamente per chi ne è appassionato (io in primis). Però... (specialmente davanti) ci stiamo allontanando dal concettoooooooo. Vista di fronte potrebbe anche essere una futura GT-R, per chi non ha bene in mente che è il rifacimento di una Camaro che era il restyling di un remake della Camaro, il quale alla nascita sembrava una Camaro sul serio.
  20. Oggi dopo aver letto le liste sono uscito a far compere e così per diletto mi son messo a contare le incriminate che incontravo, tra parcheggi e traffico. Miiiin...ia.
  21. Uhm... in azienda l'Audi è fuori (A4 3.0 e A6 new entry - troppo tempo per la Giulia, vedranno poi - pure), ma la Polo c'è. In casa... azz. Non abbiamo nemmeno una VAG . Noi solo motori FCA o Isuzzzzu anni '80
  22. Non è una vettura circolante oggi eh? Si tratta di un mulo Fiat dei tempi, per i collaudi del 5L.
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