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Artemis

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  1. No, la soluzione è mettiamo le regole che è effettivamente importante mettere e disponiamo adeguatamente uomini e mezzi per far rispettare bene quelle. Le (poche) regole utili. E non un'infinità di balzelli che servono solo a formali parate di culo a destra e a manca, o, ancora peggio, a rastrellare soldi con le infrazioni senza alcuno sforzo.
  2. Ed infatti non li scovano quasi mai. Esistono in letteratura casi estremi di gente che riesce ad andare in giro VENTI anni senza patente senza farsi sgamare. La quasi totalità delle infrazioni stradali sono sgamate solo ed unicamente tramite i vari sistemi automatici che si sono inventati. Ovvero in quel modo piacevolmente bastardo che serve a fare una multa e non ad assicurare sicurezza.
  3. Io l'ultima volta che ho visto un vigile ad un incrocio sarà stato 3 anni fa.
  4. Conviene solo perchè è un obbligo che, di fatto, non viene fatto rispettare. Ti puoi fare sgamare praticamente solo se ti fermano e sei senza cintura, e di certo non ti fermano per la cintura slacciata, anche perchè nel 99% dei casi non è possibile vederla dall'esterno. Al contrario l'apparato di controllo che verfichi che i ciclisti occupino le aree a loro dedicate ed indossimo l'abbigliamento prescritto è completamente inesistente, sia nei sistemi automatici, sia nelle disposizioni delle forze dell'ordine. Andrebbe pensato e normato da zero, e la bicicletta è un oggetto così vario e versatile che avrebbe una quantità di refusi praticamente infinita in qualunque caso. In sostanza, è un bagno di sangue, un vortice di morte e distruzione, normare abbigliamento e circolazione delle biciclette, che durerebbe anni e farebbe comunque schifo. Tutto per far rispettare 4 caschetti del cazzo. Suvvia, come è stato detto prima, la costituzione sancisce l'obbligo della "ragionevolezza". Conviene applicarla: normale la circolazione dei cicli non a motore è follia pura. PS: e, va sa sè, un obbligo di abbigliamento e circolazione che non venisse fatto rispettare sarebbe solo un modo per scaricare di responsabilità alcune assicurazioni e far pagare multe a persone che hanno già subito incidenti per i cavoli loro. Cioè, in sostanza, come tutto il resto delle norme italiane che riguardano le strade, e sinceramente potrei oppormi FISICAMENTE, armato di mitra, all'introduzione di altre merdate del genere.
  5. Come sappiamo benissimo, in italia l'introduzione di un obbligo di legge ha costi elevatissimi. I controlli "automatizzati" poi, oltre ad essere pericolosissimi per le tasche dei cittadini e forieri di un controllo specifico su larga scala alquanto inaccettabile, costano cifre astronomiche in hardware, disposizioni, certificazioni, e alla giustizia sottoforma di refusi e contestazioni che inevitabilmente si generano.
  6. Ed il costo di aggiungere un obbligo aggiuntivo e di farlo rispettare, quello non costa nulla?
  7. Mamma quanto quoto. La gente tende a non riuscire veramente a capire che la sicurezza totale non è una cosa che va inseguita. E' ragionevole escludere i rischi più gravi e frequenti ma, appunto "ragionevole". Paesi che usano la bicicletta molto più di noi impongono regolamentazioni molto più lasche, e per agire sulla sicurezza agiscono su elementi diversi. Noi introduciamo gli obblighi invece, riparandoci dietro una correttezza "formale" che non serve a nessuno e danneggia tutti.
  8. La differenza è che nel caso delle moto il problema è stato parzialmente rimosso usando ciclomotori che possano accogliere i caschi al loro interno, ed inoltre, per sua natura, la moto è sicuramente un mezzo meno "easy" e meno versatile di una bicicletta. La stessa strada usata per le moto non è ripercorribile per la bicicletta, sono mezzi troppo diversi.
  9. Come sai non sono affatto convinto dell'utilità di un casco per bicicletta, ma se proprio dovessi scegliere un ambiente in cui metterlo, direi assolutamente l'urbano, che ha molte più variabili, molti più ostacoli e molte più possibilità di farsi male. Basta un bambino che saltella in mezzo ad un corso del centro mentre si passa con un pelo di fretta, per creare situazioni di rischio.
  10. Per poter multare se qualcuno infrange tali obblighi. Perchè i controlli proattivi, quelli che controllano che "le cose vadano bene", quelli non si sono mai visti.
  11. Conosco l'olanda piuttosto bene, e ti assicuro che non sono poi così onesti e così poco furbi. Non ti aspettare dei tedeschi. Gli Olandesi, come diceva spesso un mio collega, sono mezzi tedeschi e mezzi napoletani. Quello che interessa a loro, con la loro bella bicicletta, è di andare da un posto A ad un posto B nel minor tempo possibile, così che la bicicletta sia competitiva o migliore degli altri mezzi di trasporto. L'arredo urbano, le strade, le strisce, gli incroci, sono fatti per riflettere questa necessità. Io, se monto in sella alla mia bici, mi fermo più volte ad aspettare qui a Lodi in 1km di strada che a Den Haag per andare dal centro all'ufficio, dove i km sono più di 10. Anzi, per voler essere pignolo, in 10km di strada in bicicletta, non ho MAI la necessità di fermarmi per un semaforo o per far passare chicchessia. Questo, banalmente, significa tempi ridotti, convenienza della bicicletta sugli altri mezzi, e, va da sè, pochissimi incidenti.
  12. Io ho passato tutta la mia infanzia girando in bicicletta. Deduco che, quindi, con una patente, per quanto semplificata, questo non dovrebbe essere più possibile. Anche perchè, in tenera età, un bambino non è nemmeno legalmente in possesso di un documento di identità da esibire, e menomale che è così. Come ho già scritto numerosi messaggi fa, che il tracciamento così esteso di ogni mezzo impone uno stato di controllo che non è accettabile. Bisogna starci attenti, molto ma molto attenti a queste cose. Sembrano modi semplici per assicurare requisiti e stabilire idoneità, quando in realtà poi non assicurano alcun requisito e sono unicamente un sistema per disporre di informazioni, perseguire e regolamentare ogni aspetto della nostra vita. Sapere se una persona è in grado di andare in bici è inessenziale. Chiunque è in grado di andare in bici se ha tutti e 4 gli arti mobili, se non è in grado, scende e la spinge. Fine.
  13. I romani andavano in biga senza casco. Non mi sembra il caso di tagliarsi le vene se per qualche altro anno non ti obbligano ancora a mettere un casco
  14. Purtroppo non posso essere d'accordo. L'istituzione di un casco obbligatorio tamponerebbe il problema, funzionerebbe, per chi l'ha istituito, come scusa di aver fatto qualcosa e come giustificazione per non dover fare null'altro. La soluzione deve partire dall'approccio più pesante e più completo, perchè ogni approccio "pezza", come quello dei caschi, non farà altro che allontanare sempre di più un approccio serio. Senza considerare gli effetti collaterali. La bicicletta viene (talvolta) preferita ad altri mezzi di trasporto per l'estrema rapidità che ha. E' pratica, è leggera, si scende in strada si sale e si va. Non richiede preparazione ne null'altro. Se così non fosse molti ciclisti semplicemente rinuncerebbero a fare i ciclisti. Siamo in una situazione in cui incentivare il trasporto su bicicletta e su mezzi pubblici dovrebbe essere il must assoluto, la prima priorità urbana sopra ogni altra. E cosa si fa? si va a rendere la fruizione della bicicletta più scomoda e più costosa. E' un non senso, e dire che è "un problema culturale" equivale a nascondersi dietro il dito. Così come bisogna fare i conti con il fatto che i ciclisti sono indisciplinati, bisogna anche fare i conti con il fatto che bisogna togliere qualsiasi rischio che una persona, che oggi usa la bicicletta, domani prenda la macchina.
  15. Non è filosofia. Si prenda un aereo, si vada in olanda, si veda come fanno a non far incrociare biciclette e macchine nonostante l'olanda sia piena zeppa di biciclette, si torni in italia e si copi tutto quello che è fisicamente possibile copiare. Guardacaso, il casco per le biciclette non è obbligatorio e, entro certe restrizioni, non lo è nemmeno quello per ciclomotore. Eppure non mi sembra che gli olandesi si siano estinti. Se ci sono incidenti tra macchine e biciclette, o tra pedoni e biciclette, il problema non è se ci si può rompere la testa o no, il problema è che evidentemente l'infrastruttura esistente non è sufficiente da isolare i vari attori in modo sufficientemente sicuro. Un casco non impedisce gli incidenti, e lo scopo dovrebbe essere impedire gli incidenti. La soluzione ad un qualsiasi problema del mondo è SEMPRE agire sull'infrastruttura entro cui avviene il problema. Finchè gli italiani non si tatueranno questa importantissima massima nella coscienza andrà sempre, inevitabilmente, tutto in merda. Io non sono qui a dire che il casco obbligatorio non possa salvare delle vite. E' chiaro che ne può salvare. Sto dicendo che è il lato sbagliato da cui aggredire il problema.
  16. Non ho detto che bisogna togliere qualsiasi obbligo e regolamentazione così a caso. Ho detto che l'obiettivo di uno stato di diritto civile dovrebbe essere quello di ridurre gli obblighi, non di aumentarli. Un obbligo è un modo debole e incivile di ottenere che un cittadino faccia qualcosa. E' molto meglio agire sulle cause, facendo si che il cittadino di trovi a vivere in un ambiente che preclude o minimizza determinati tipi di rischi. E' questa la soluzione. Non l'obbligare le persone a vestirsi da samurai per andare in bicicletta o in motorino.
  17. Ribadisco, mi sembra il solito ragionamento italiano in cui si mettono le pezze alle conseguenze invece che agire sulle cause. l'introduzione di un obbligo, in un paese civile, non deve essere MAI usato come la soluzione ad un problema. Gli obblighi vanno tolti, non aggiunti.
  18. Sto vedendo in questo thread il tipico approccio italiano del voler mettere le pezze alle conseguenze per non doversi occupare delle cause.
  19. Io sono sempre un po' perplesso riguardo alla nazi-sicurezza-a-tutti-i-costi, così come al voler regolamentare e tracciare tutto. Su tutte le cose inessenziali ed economicamente irrilevanti il cittadino dovrebbe essere lasciato il più possibile indipendente. Non farlo causa un aumento di costi di gestione ed una rottura di coglioni per il cittadino, e, va da sè, un disincentivo all'uso di quel mezzo o di quell'attività. Si vogliono rendere più sicure le biciclette ed il rapporto tra i ciclisti e gli altri fuitori delle strade? Che si prenda un aereo, che si atterri ad Amsterdam, si faccia un giro per quel centro ed altri centri delle maggiori città di quel paese, e che si copi tutto il copiabile. Fine.
  20. Il Galaxy S2 è un ottimo terminale e fa tutto, e tra l'altro io ne sto vendendo uno
  21. C'è chi è riuscito a farsi dare un Galaxy Nexus, pare. Non tutti, spesso è stato risposto che si trattava del Nexus S.
  22. Cioè stanno ventendo un telefono che non esiste? Nella foto è un Galaxy Nexus, il nome è di qualcosa che non esiste, la descrizione ad occhio e croce è quella del Nexus S, eccetto per il fatto che nessuno dei Nexus ha l'espansione con micro sd. Tra l'altro non è un telefono stock ma qualcosa che ha a che fare con Vodafone, costringe all'attivazione di una SIM Vodafone. PS: Aggiungo. Galaxy Nexus in offerta da MediaWorld a 239? da Domani! (solo Milano – Confermano Nexus S) Come si evince dal link che ho incollato, spulciando nei commenti fino in fondo, si tratta di una offerta messa su in qualche modo da Mediaworld senza nemmeno informare i punti vendita. La gente va a comprarlo, e a volte i punti vendita, per evitare la denuncia per truffa, vendono il Galaxy Nexus. Altre volte i clienti si sono sentiti rispondere che si tratta del Nexus S. Insomma, una porcata immane. Modifico il post per aggiungere un ulteriore dettaglio. Su CompraOnline, nella sezione "Follie d'Agosto", ovvero nella stessa fascia di offerta di quella del volantino, è offerto un Galaxy S (i9000). http://compraonline.mediaworld.it/webapp/wcs/stores/servlet/ProductDisplay?catalogId=20000&storeId=20000&productId=3957276&langId=-1&category_rn=60890636 La cosa risulta ancora più porcheria. E' un terno al lotto, o un truffa (dipende dai punti di vista).
  23. Io ho approfittato del Galaxy Nexus a 299 euro da Marcopolo Expert. Mi è andata di lusso.
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