La banche stanno affrontando la questione del prestito
Fiat, segnali distensivi In arrivo tre miliardi
Milano. Cominciano a lanciarsi segnali distensivi, per ora, il Lingotto e le banche che stanno per affrontare la questione del prestito convertendo da 3 miliardi di euro. E, benchè non siano ancora in vista appuntamenti tra le parti per risolvere il difficile nodo, la linea su cui secondo indiscrezioni provenienti dal mondo finanziario ci si sta per mettere al lavoro per trovare una sintesi è quella di un prolungamento della scadenza prevista del 20 settembre.
«Oggi da Bankitalia è giunto un messaggio chiaro dall’ incontro tra il governatore e le banche», fa notare una fonte bancaria riferendosi a quanto emerso nel summit romano convocato per affrontare le difficoltà del sistema Italia. Un incontro nel corso del quale, in modo abbastanza omogeneo, tutti hanno in linea di principio sottolineato che compito delle banche è «attuare politiche volte a favorire l’ allungamento elle scadenze del credito consentendo alle imprese di stabilizzare le fonti di finanziamento e ridurre gli oneri finanziari». Come dire che al di là di situazioni eccezionali come Parmalat, o anche la necessità di evitare che gruppi nazionali cadano in mani straniere, non c’ è da parte degli istituti di credito la volontà di mettersi a pilotare gruppi industriali. «Non è il nostro mestiere», afferma una fonte, «mentre lo è portare utili agli azionisti». Una cosa che anche il convertendo consente di fare, fanno notare da Torino, dove rilevano il fatto che per il prestito le banche introitano adeguati interessi, che continueranno ad avere con un’ eventuale rinnovo.
D’altra parte, lo stesso ad Sergio Marchionne continua a dire che alla scadenza di settembre l’unica cosa sicura è che i soldi non potranno essere restituiti, nonostante la valida buonuscita incassata da Torino con la pietra tombale messa sopra l’opzione put di Gm. E se è vero che qualche istituto potrebbe chiedere almeno un parziale rientro su questa base, Fiat dal canto suo fa notare che quel denaro è fondamentale per il rilancio. In fondo, si rileva ancora dal quartier generale Fiat, tutte le banche non sembrano neanche avere bisogno di denaro visti i bilanci ottimi presentati in questi giorni per l’esercizio 2004.
Così, mentre Unicredit e San Paolo hanno già accantonato fondi per fronteggiare le eventuali perdite e cercare comunque di essere pronti ad ogni possibilità compreso l’esercizio dell’opzione, Intesa e Capitalia hanno già cominciato a mandare più che semplici segnali di dialogo. Indipendentemente dalle tecnicalità previste dal piano di risanamento della Fiat a cui partecipano le banche, «come Capitalia diamo priorità a soluzioni condivise e confermiamo il nostro supporto alla Fiat», ha messo in evidenza Arpe. «Non ci sono banche che hanno preoccupazioni per gli sviluppi del convertendo», ha aggiunto ieri. Mentre oggi da Intesa si fa sapere che «le dichiarazioni di Arpe sono condivise da parte degli istituti».
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