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Dannatio

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  1. Io idem.... nel senso che sarà finalmente la volta buona di cacciar nel rusco il tafanario Bavarese alla frutta.....
  2. Credo sia il peggior paraurti posteriore che io abbia mai visto da un tot di tempo a questa parte.... mi fa pensare ad uno spumino!
  3. Volete capire lo spread? Leggete l’intervista al capo della Fiom tedesca È considerato una delle figure più importanti del mondo industriale europeo, si vanta di avere letto tutto Adam Smith e considera il suo punto di forza il continuare a leggere e studiare, attività per la quale ha ridotto le ore di sonno. Certo per chi ragiona ancora in termini di conflitto permanente fra capitale e lavoro vedere che ad incensarlo sia il Financial Times fa subito arcare il ciglio. Ma per chi invece vuole capire cosa sia affrontare la modernità con la giusta cassetta degli attrezzi allora si consiglia l'intervista sul quotidiano della City a Berthold Huber, presidente dell'IG Metall, il potente sindacato dei metalmeccanici tedeschi con circa 2,25 milioni di iscritti. La prima a leggerla dovrebbe essere Susanna Camusso, seguita da Maurizio Landini e poi a ruota da quegli industriali italiani che vedono nella Mitbestimmung - il sistema di codecisione fra sindacati e aziende - il fumo negli occhi mentre è lo stesso Huber a spiegare che «se dai diritti alla gente, quella si prende delle responsabilità ecco cosa ci ha insegnato la Mitbestimmung». Detto questo sentite come ragiona Berthold Huber: «Una grande parte della nostra formula salariale è sempre la produttività - e aggiunge la stoccata - non è la stessa cosa in altre nazioni». Parlando dei colleghi spagnoli, ma il discorso lo si potrebbe facilmente trasferire anche a quelli italiani, dice che da quelle parti il movimento sindacale è stato complice in un'eccessiva protezione di chi ha già un lavoro facendo pagare il prezzo ai giovani in cerca di prima occupazione, anche se «questo farà forse arrabbiare i sindacati spagnoli, ma è così». A chi gli replica che anche in Germania l'euro è stato un vantaggio per le aziende più che per Herr Muller, questo sindacalista 62enne che dice che la sua scuola di formazione principale è stato quando nel 1989 è andato a mettere in piedi l'IG Metall nei lander dell'ex Germania comunista («dove ho visto in faccia i disastri delle grandi utopie») può opporre l'aumento delle paghe del 4,3% ottenuto questa primavera. Il maggiore rialzo da vent'anni, descritto come una mossa per aumentare i consumi interni ma anche come un premio per la responsabilità sindacale. Responsabilità di cui è un esempio il discorso che fa sulla vertenza Opel («dobbiamo avere dei buoni prodotti e delle fabbriche produttive e dobbiamo quindi comprendere quali passi dobbiamo fare per arrivare lì»). Infine, proprio a propostito del conflitto lavoro-capitale, spiega che il fine è «superare questa contraddizione fondativa». Insomma la ragione per cui il nostro decennale rende in questo momento il 6,29%, quello spagnolo il 7,39% e quello tedesco l'1,17% non è che i mercati non capiscono, ma anzi, che capiscono fin troppo. Ecco il link: «A German union of dogma and pragmatism». Leggi il resto: Volete capire lo spread? Leggete l
  4. [h=1]La Svezia rompe con la Merkel: taglia le tasse e spende in infrastrutture[/h] Dall’inizio della crisi finanziaria, la Svezia è stato il primo grande paese europeo a lanciare un esplicito programma di stimolo non appena sono nate le preoccupazioni per un rallentamento economico. Dopo anni in cui le richieste internazionali per uno stimolo economico sono state deplorate, il governo di centro-destra svedese ha dichiarato ieri che avrebbe speso 23 miliardi di corone (3,5 miliardi di dollari) per spingere la crescita e poter investire di più nel caso la recessione divenga più dura. Il primo ministro Fredrik Reinfeldt ha detto al Financial Times che le solide finanze pubbliche svedesi davano maggiori possibilità di manovre che in molti paesi europei. «Nella nostra economia abbiamo risorse a disposizione e tassi di interesse molto bassi: adesso è il momento di investire per farci diventare più competitivi in futuro». La manovra della Svezia, un paese con tripla A che dipende tantissimo dall’economia globale per le sue esportazioni, potrebbe far pressioni sulla Germania perché consideri la possibilità di una soluzione simile, così come sull’amico e alleato di Reinfeldt, il ministro inglese David Cameron. La Svezia taglierà le tasse sulle imprese dal 26,3% al 22% nel bilancio del prossimo anno, e ha accennato alla possibilità di tagli ulteriori. Cercherà anche di investire 100 miliardi di corone tra il 2014 e il 2025 in infrastrutture e progetti come una nuova linea metropolitana a Stoccolma e una ferrovia che attraversi l’intero paese. Anders Borg, ministro delle finanze, ha anche accennato a investimenti in ricerca e sviluppo e misure per contrastare la disoccupazione giovanile. Quest’anno, Borg ha parlato a una rivista degli appelli delle organizzazioni internazionali lanciati da quando è cominciata la crisi: «A tutti era stato detto “stimolo, stimolo, stimolo”… È stato sorprendente che l’Europa, con quello che aveva vissuto con la disoccupazione strutturale tra gli anni Settanta e Ottanta, ha creduto che il keynesianesimo di breve termine potesse risolvere il problema» Ma Reinfeldt ha aggiunto che la Svezia non ha abbandonato il suo focus sull’importanza della finanza pubblica, anche se l’opposizione social-democratica e gli economisti indipendenti si preoccupano che il governo possa superare la propria regola di un surplus dell’1% sul ciclo economico. Torbjorn Isaksson, analista capo di Nordea per la Svezia, ha dichiarato che si stimava un deficit di bilancio attorno allo 0,5% per quest’anno e 1% per i prossimi due anni. Il primo ministro ha ribattuto: «Crediamo di raggiungere quell’obiettivo. È stato imposto perché avevamo un alto livello del debito a metà degli anni Novanta». Il rapporto debito/Pil svedese è caduto, secondo quanto riporta Eurostat, da più dell’80% al 37,2% all’inizio di quest’anno. Alcuni commentatori credono che il progetto di bilancio segni l’inizio della lunga corsa alle prossimi elezioni del 2014. Reinfeldt si è detto sia d’accordo che in disaccordo: «Se solo avessi una prospettiva elettorale non abbasserei la pressione fiscale sulle imprese né investirei in ricerca e sviluppo. Non ti fanno guadagnare molto nei sondaggi di opinione. [Ma] siamo a metà mandato. Ora è il momento di prepararci». Ha aggiunto che il governo è favorevole al taglio di tasse sul reddito come ha promesso per la quinta volta dall’arrivo al potere nel 2006, una mossa che gli analisti pensano avrà riscontri nel bilancio del prossimo anno. In un’altra intervista, Stefan Löfven, il capo dell’opposizione social-democratica, aveva richiamato il governo a rispettare la regola sul surplus: «È molto importante per le persone normali che le finanze pubbliche siano in ordine». Löfven si è lamentato che la coalizione di centro-destra ha rubato molte idea alla sinistra. «Il governo fa così perché le persone pensino che non si sia differenza» ha dichiarato e ha aggiunto: «Questo è il motivo per cui propongono alcune cose che noi proponiamo». Ma ha rimarcato che c’è una grande differenza tra il governo e l’impegno dei social-democratici nell’aumento dei benefit, senza tagliare le tasse dei lavoratori, spendendo di più nella formazione, e provvedendo a incentivi per costruire più case. Il bilancio si scontra con lo scenario di una possibile rapida caduta dell’economia svedese. Isakson ha previsto una crescita dell’1% quest’anno e appena sotto il 2% il prossimo anno, contro le stime aggiornate del governo dell’1,6 e del 2,7% rispettivamente. Reinfeldt ha detto che l’economia ha subito una flessione più dura di quanto ci si aspettasse: «Siamo pronti a fare di più». Leggi il resto: La Svezia rompe con la Merkel: taglia le tasse e spende in infrastrutture | Linkiesta.it
  5. Per me questi son numeri da fantascienza...... Ma avrò io il piede pesante.....
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