Moto GP: "E' una Ducati da record"
Preziosi: "Pronti a sfide impossibili"
GUIDO MEDA11/01/12
Un secondo e mezzo di gap dalla Honda e dalla Yamaha da colmare, ma l'ottimismo non manca al progettista Ducati Filippo Preziosi. "Abbiamo fatto un lavoro eccezionale in una sfida molto impegnativa. Di solito per fare una moto nuova ci vogliono due anni, noi l'abbiamo fatta in sei mesi". A Borgo Panigale c'è fiducia: "E' un percorso obbligato a tappe, ma lo svolgeremo con successo. La Ducati ha già dimostrato di saper vincere le sfide impossibili".
È curioso, dopo una stagione intera nella quale i termini "monoscocca" e "perimetrale" sono risultati popolari come Fiorello e Mario Monti, scoprire che in fin dei conti il telaio non era il problema più grosso della Ducati. A parlare in conferenza stampa è Filippo Preziosi, l'ingegnere degli ingegneri, alla testa di un gruppo di lavoro che sta tentando un miracolo a tempo di record: " Considerate - dice Preziosi - che dall'idea di base alla moto in pista di solito passano due anni. In questo caso, quando a fine mese la D16 2012 scenderà in pista, saranno passati solo 6 mesi". Al Wroom di Campiglio della nuova moto Ducati non c'è traccia. "Perchè ancora non esiste - continua Preziosi - Siamo in fase di assemblaggio. Prima di Sepang andremo a Jerez settimana prossima per provare...quel che c'è da provare".
In cosa differirà dalla moto vista a Valencia nel novembre scorso e perchè il telaio perimetrale?
"Ad un occhio inesperto risulterà uguale, in realtà è diversa radicalmente nel telaio, nel reggisella, nel forcellone, nel serbatoio e anche nel motore. Avevamo un gran bisogno di cambiare la distribuzione dei pesi perché lavoravamo sempre al limite delle regolazioni. In pratica quelli che prima erano i valori limite delle regolazioni, nella moto nuova diventeranno i valori medi. Abbiamo ampliato di molto le possibilità di muovere gli assetti e dovremo essere bravi a trovare in poco tempo con i nostri piloti un setup ideale da mantenere come base. Non vorrei più che anche nel 2012 i nostri piloti fossero costretti a considerare i loro turni di prova alla stregua di test"
Il telaio perimetrale dicevamo, come i giapponesi...
"È l'unica maniera perché si possa muovere nella moto anche il motore, come e quando si vuole. Lo scorso anno eravamo costretti a produrne e a punzonarne ogni volta uno nuovo. Non era vantaggioso ed eravamo al limite. Sottolineo che il telaio è stato calcolato e disegnato internamente al nostro reparto corse e che soltanto la costruzione è stata affidata all'esterno (l'inglese Ftr n.d.r.)".
Che moto darete ai clienti Karel Abraham ed Hector Barbera?
"L'ultima prodotta e testata, che è quella col telaio perimetrale provata a Valencia, ma modificata come pensiamo che servisse per ridurre il gap dagli avversari"
Sarà un miracolo andare forte da subito? Servirà una superbotta di fortuna o avete già delle certezze scientifiche sul funzionamento della moto?
"In teoria le abbiamo, ma il motociclismo è uno sport dove il pilota è elemento dinamico, sposta i pesi, non è solo un trasportato che dà dei comandi come il pilota di auto, quindi finché non si va in pista tocca tenere le dita incrociate. Però dicono che la fortuna aiuta e gli audaci e noi in questo caso quanto ad audacia non siamo stati secondi a nessuno".
È vero che avete ridotto l'angolo delle bancate ad una misura inferiore ai vostri storici 90 gradi?
"Risponderò a questa domanda quando l'avrete rivolta anche alla Honda e mi direte che Nakamoto vi ha risposto con un dato certo"
Con gomme più vivibili e carcasse più morbide la stagione 2011 sarebbe stata radicalmente diversa? Meno deludente per voi?
"Credo di sì. Ora c'è questa cosa strana che devi fare le moto in funzione delle gomme che usi e noi avevamo proprio la difficoltà nel farle lavorare. Però pare che ora la situazione cambi, non per venire incontro a noi ma perchè per lo spettacolo e la sicurezza è opportuno modificare qualcosa"
È difficile quello che state per fare? Valentino, rispetto ad un anno fa, non parla più di mondiale, ma di vincere una gara.
"È giusto. C'è un gap da recuperare, avversari molto forti che sono anche dei colossi. Ma abbiamo fatto qualcosa di forte che era necessario fare, abbiamo un gran gruppo e due piloti campioni del mondo. Al momento il dato positivo è in una stagione abbbiamo accresciuto il nostro know how in maniera massiccia e su molti settori. E questo secondo me aumenta il valore della Ducati, anche sul mercato della produzione"