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Dannatio

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  1. Che vuol dire tutto e nulla..... ma io in ogni caso consiglierei l'acquisto di svariate azioni della ditta che produce la preparazione H.......
  2. Aggiungo, per amor di verità...che pure le auto targate "San Marino" hanno una particolare idiosincrasia per limiti e comportamenti sulla medesima autostrada..... per tacer d'altro.
  3. Il tedesco che va in Riviera da noi è proprio tedesco..... Gli immigrati, come tu stesso mi confermi, tornano in vacanza in Italia ma per andare principalmente in Meridione . Gli altri immigrati dubito vengano in massa in Italia più o meno per i medesimi motivi ( ovvero preferiscono utilizzare le ferie per tornare da parenti e simili)
  4. Fa piacere vedere la considerazione che gode in Giappone un marchio avversario come quello Ducati e tutto ciò che riguarda la Casa italiana. Quest'anno è scoppiata la ‪#‎gigimania‬, con tanto di produzione di portachiavi con l'effige dell'ingegnere italiano! Good to see how Ducati is appreciated in Japan. Here is Ducati boss with a fan showing a Gigi Dall'Igna keyring special edition! ‪#‎JapanGP‬ ‪#‎Ducati‬ ‪#‎Motegi‬
  5. Era già stato postato? [h=1]Dieselgate, Jeremy Clarkson dice la sua: "Chissenefrega"[/h][h=2]E a Volkswagen consiglia di "buttarla sul ridere" e passare al contrattacco[/h]0 commenti I suoi commenti erano già molto sopra le righe quando lavorava per la più politically correct di tutte, la BBC, e ora che Jeremy Clarkson si è definitivamente "liberato" (anche se sarebbe più giusto dire che "è stato liberato") da ogni vincolo nei confronti della TV pubblica inglese, sta dando pieno sfogo al suo istinto dissacratore. Nel suo editoriale sul Sunday Times del 27 settembre Clarkson ha trattato il tema più caldo e recente del mondo automobilistico - lo scandalo dei dieselVolkswagen, il cosiddetto Dieselgate - e lo ha fatto con il consueto tono a metà tra humour e provocazione esplicita che lo ha reso il giornalista automobilistico più conosciuto (e criticato) al mondo. [h=3]Un sonoro "Chissenefrega"[/h]Volendo riassumere ai minimi termini l'editoriale di Clarkson sul caso dei diesel Volkswagen, l'espressione più adatta sarebbe proprio quella del titolo: "Chissenefrega". Le considerazioni del giornalista inglese sul Dieselgate che rischia di costare al Gruppo Volkswagen decine di miliardi di euro - senza contare l'incalcolabile danno d'immagine - partono da un presupposto piuttosto semplice e a dirla tutta non così popolare, ossia "Per quanto ne so, ciò che è stato fatto [da Volkswagen] non è poi così un male". [h=3]Colpa degli ambientalisti[/h]Secondo la (personalissima) ricostruzione di Clarkson tutto è cominciato per colpa dei "soliti" ambientalisti che per anni hanno sostenuto che per salvare il pianeta avremmo dovuto tutti comprare auto diesel. Quando questo tipo di alimentazione ha raggiunto una quota del 50 per cento sul mercato europeo, sostiene Clarkson, gli ambientalisti hanno cambiato idea perché si sarebbero accorti che i NOx prodotti dai diesel avrebbero "ucciso tutti i nostri bambini e cuccioli di cane entro domani all'ora del the". Molti governi, continua il giornalista inglese, si sono fidati di queste "tesi insensate" e hanno quindi introdotto normative che limitano l'emissione di NOx da parte delle auto, costringendo le case costruttrici a spendere un sacco di soldi per progettare nuovi sistemi diesel che "funzionano con un mix di gasolio e urina concentrata" (il riferimento è al sistema SCR che utilizza un additivo a base di urea per abbattere i NOx). Volkswagen, però, è andata oltre, inserendo un software - che Clarkson definisce "intelligente" - in grado di ridurre drasticamente emissioni e consumi in fase di test. [h=3]Nessuna conseguenza[/h]Nell'editoriale Jeremy Clarkson si chiede retoricamente "chi soffre" per colpa dello scandalo dei diesel Volkswagen. I clienti Volkswagen? No, risponde l'ex conduttore di Top Gear, perché le auto dotate dei motori incriminati "sono migliori da guidare rispetto a quanto sarebbero state se avessero dovuto essere riprogettate per rispettare le regole". Quanto ai bambini e ai cuccioli di cane, Clarkson liquida le stime dei potenziali danni ambientali fatte da Greenpeace e altre organizzazioni come pure speculazioni basate sul nulla, perché "circa il 60 per cento dei NOx generati dall'uomo non viene dai trasporti stradali e per quanto riguarda il restante 40 per cento, la maggior parte viene da camion e bus". Quindi, conclude Clarkson, "nel grande schema delle cose, la Golf diesel del vostro vicino non fa nessuna differenza rilevante". [h=3]Tutti aggiriamo le regole[/h]Secondo Jeremy Clarkson Volkswagen ha semplicemente "preso in considerazione una serie dinumeri arbitrari che sono stati sognati da un manipolo di governanti malinformati e confusi, e ha deciso di ignorarli". Il comportamento di Volkswagen, sostiene quindi Clarkson, non è stato un delitto o un disastro ambientale ma semplice "aggiramento delle regole, cosa che tutti facciamo". Con una lista di comportamenti diffusi ai limiti della legalità - come il parcheggio in zone non autorizzate o la falsificazione del curriculum vitae - Clarkson cerca di convincere i lettori che, in fondo, quello di Volkswagen è stato un comportamento comprensibile; per rafforzare l'argomento, cita anche un episodio della sua vita, quello in cui per superare l'esame di stenografia utilizzò un registratore a riproduzione rallentata e un paio di auricolari nascosti nei capelli. L'argomentazione, poi, si sposta sugli espedienti usati dai costruttori di auto sportive per aggirare i limiti alle emissioni sonore delle supercar e conclude con un semplice "che poi alla fine, a chi interessa?". [h=3]Volkswagen deve contrattaccare con ironia[/h]Le emissioni di NOx interessano solo agli ambientalisti, non ai clienti Volkswagen, è la sintesi del pensiero di Jeremy Clarkson, "quindi non voglio vedere Volkswagen perdersi nell'oblio per colpa di un piccolo imbroglio senza conseguenze e portato avanti con buone intenzioni". Per evitare questo rischio, sostiene il giornalista inglese, la dirigenza del gruppo tedesco dovrebbe smetterla di prostrarsi e passare al contrattacco. Secondo Clarkson la Volkswagen nel passato ha avuto la miglior comunicazione pubblicitaria al mondo, quindi la casa automobilistica dovrebbe utilizzare le sue capacità comunicative e tanta ironia ("Abbiamo bisogno di vedere Golf con fumaioli di navi che eruttano fumo") per riconquistare i cuori dei clienti. L'ex conduttore di Top Gear, in sintesi, consiglia alla Volkswagen di "buttarla sul ridere", perché "sappiamo che tutta questa saga è uno scherzo e che noi rideremo di te [Volkswagen], quindi gioca d'anticipo e ridi di te stessa prima che noi si abbia la possibilità di farlo". Jeremy Clarkson: Dieselgate? "Chissenefrega" - OmniAuto.it
  6. Io sono stato 5 settimane continuative a Norimberga....che non è nemmeno poi male, anzi. Dopo quell'esperienza ho capito perchè i miei colleghi crucchi facevano a pacche per venire in trasferta da noi.... e anzi, un paio dei figli di uno dei titolari dell'Azienda ci si son persino trasferiti....saranno PIRLA loro....
  7. "Il gruppo Volkswagen dettava (e detta) legge in tema tecnologia"................ per un attimo mi era sembrato di esser finito su.... "Orgoglio Vaggaro" ....
  8. Imho qualcuno sta cominciando a fare un po di PEANA "ad arte" paventando scenari sociali apocalittici; magari servirà a farsi fare un po meno male da chi di dovere?!?!
  9. THE VW DIESEL CRISIS Winterkorn remains in four key VW posts Former top executive remains CEO at automaker's controlling shareholder [TABLE=class: box_article, width: 300] [TR] [TD=width: 300][/TD] [/TR] [TR] [TD]Winterkorn: 28.6 million euros in pension, plus severance.[/TD] [/TR] [/TABLE] Andreas Cremer October 2, 2015 06:01 CET BERLIN (Reuters) -- Martin Winterkorn, the former boss of Volkswagen Group who quit last week saying he wanted to give the German carmaker a "fresh start" to tackle a scandal over rigged vehicle emissions tests, remains in four key positions involved with the company. The 68-year-old is CEO of Porsche SE , the family-owned holding company that controls a majority stake in Volkswagen, as well as chairman of VW's flagship luxury brand Audi, trucks division Scania and the group's newly created Truck & Bus holding. The longer Winterkorn stays on in the background, the harder it will be for the company to convince critics it can move on from the biggest business crisis in its 78-year history, according to some investors and analysts. "It's a real surprise that Winterkorn is still there," said Ferdinand Dudenhoeffer, head of the Center of Automotive Research at the University of Duisburg-Essen. "VW has pledged a fresh start but his continued presence is detrimental to VW's public image." Volkswagen declined comment on Winterkorn's positions within the group, saying it was up to the supervisory boards of the brands in question to take any decision about his future. A source close to the company said Winterkorn had not yet quit his group positions because investigations were underway and a hasty withdrawal could be seen as an admission of guilt. German prosecutors are conducting preliminary investigations into Winterkorn as part of a probe into the company following allegations of fraud from unidentified people. Prosecutors said Thursday they had no evidence against Winterkorn and he was not under formal investigation. Volkswagen's supervisory board said last week Winterkorn "had no knowledge" of emission test manipulations. Severance is forfeited if the board decides his employment was ended for a reason for which he was responsible, the company's annual report says. Pension and severance After almost nine years as CEO, Winterkorn has a pension pot of 28.6 million euros ($32 million) and could get millions more in severance depending on how the supervisory board rates his departure. Under certain conditions, Winterkorn could collect severance equal to two years of annual compensation, the annual report says, without specifying whether this refers to fixed remuneration or also includes variable compensation. Volkswagen declined to comment on whether Winterkorn, whose total compensation package came to 16 million euros last year, can expect a departing bonus or share options. Unusual severance Volkswagen's unusual structure harks back to the ill-fated attempt by sports-car maker Porsche in 2008-2009 to acquire the much-bigger automaker. Helped by Porsche's mounting financial problems at the time, Volkswagen turned the tables and ultimately bought Porsche, with Winterkorn also taking the helm of Volkswagen's controlling shareholder -- the Porsche SE holding company. Volkswagen's new CEO Matthias Mueller "must now get the full support of the supervisory board to be able to clear up the [emissions] disaster and finally overhaul old, entrenched structures at VW," said Ingo Speich, a fund manager at Union Investment which holds about 0.4 percent of Volkswagen preference shares. "That's why it's crucial that Martin Winterkorn will also pull out of the influential Porsche SE holding. Otherwise, there can be no credible elucidation [of the scandal]."
  10. Comunque è fantastico come qui da noialtri, intendo in Italia, sia iniziato il giochino "al ribasso" delle responsabilità e del relativo peso ( e che vorrai mai che sia....erano i Nox, mica gli OX o gli SCOX o i Fartox.....quelli si che sarebbero stati robbba pesante).....IMHO nemmeno in Germania sta partendo tutto sto revisionismo ante litteram. Fra un po sparirà persino il concetto che il problema non siano state le emissioni Tout Court, quanto l'aver messo in atto una mossa DELINQUENTE creando ad arte un Software per TRUFFARE i cicli di omologazione. No, sul serio.... qualcuno dovrebbe rileggersi davvero...eh?
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