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Molto,molto carina...... incredibile come NON invecchi quest'auto..... gli interni sono splendidi!!!
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...e costa molto di più..... Ieri mio Fratello è andato e tornato da Bologna a Roma....ovviamente in Treno......la classica "botta di conti" fra le due alternative in termini economici (tralasciando tutto il resto) è....imbarazzante. Avere un'auto, anche di basso cabotaggio, per il classico casa/ufficio e fuoriporta settimanale, implica una serie di costi per i quali oggi è diventato essenziale badarci molto più che bene.....
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[h=1]Georges Jobé è morto a 51 anni. Aveva vinto 5 Mondiali di Motocross[/h][h=3]Il 19 dicembre è morta una leggenda del Motocross: aveva vinto 5 Mondiali, era stato il più giovane Campione nella 250 a soli 19 anni. Il pilota belga era gravemente malato. Il ricordo di Massimo Zanzani[/h] Georges Jobé è morto a 51 anni. Aveva vinto 5 Mondiali di Motocross È stato il più giovane pilota di motocross a laurearsi Campione del Mondo nella 250 (la Classe all'epoca più difficile, l'equivalente della MX1 di oggi) a soli 19 anni, nel 1980. Nel 1983 vinse di nuovo il titolo e passò alla Classe 500 che lo vide dominare la scena per diversi anni, entrando di fatto nella leggenda del Motocross. Nel 1984 disputò il Mondiale 500 con una Kawasaki. Nel 1985 e 1986 conquistò il quarto posto finale. Nel 1987 creò il suo team e, in sella a una Honda privatissima, conquistò il Mondiale. Non era mai successo prima che un pilota vincesse il titolo con una squadra privata. Nel 1991 e nel 1992 si laureò ancora Campione del Mondo della Classe 500. I momenti memorabili di una carriera sportiva incredibile Nel 1988, dopo il titolo nella classe 500cc, Jobé gareggiò nella Classe 125 del mondiale per tentare di conquistare la Tripla Corona FIM ( 125, 250 e 500). Non ci riuscì, cosa che fece il connazionale Eric Geboers vincendo in quello stesso anno il Campionato Classe 500 (Geboers aveva vinto in precedenza i titoli mondiali 125 e 250). Jobé salta sopra il rivale Malherbe Jobé divenne famoso per un fatto avvenuto durante il GP inglese di Motocross del 1984,tenutosi in Inghilterra sul circuito di Hawkstone Park, nello Shropshire. Nel 1984 il circuito di Hawkstone Park includeva un lungo salto doppio (prima che diventassero consueti in tutti i migliori circuiti di motocross). Pochi piloti avevano il coraggio di tentare il salto durante le prove, tanto meno durante la gara. Però durante la seconda manche del Grand Prix Jobé sorpassò il rivale André Malherbe, chiudendo il doppio salto in un colpo e volando sopra il rivale durante l'azione. Il fotografo Nick Haskell ha immortalato il momento, e l'immagine di Jobé che vola sopra Malherbe con la folla urlante è passata alla storia come una delle immagini più rappresentative del motocross. L'incidente e la malattia Nel 2007 Jobé rimase paralizzato mentre allenava dei giovani piloti a Dubai. Dopo quattro anni di intensa riabilitazione aveva recuperato le forze e poteva camminare e andare in bicicletta. Gli ultimi anni di vita sono stati contrassegnati dal dolore e dalla malattia: prima un cancro della pelle (2010) e poi una forma di leucemia (2011) hanno minato la sua salute. E' mancato il 19 dicembre all'età di 51 anni. Il ricordo di Massimo Zanzani (inviato di Moto.it al Mondiale Motocross) "Ho seguito tutta la carriera di Georges Jobé, ho infatti iniziato a raccontare il Mondiale di Motocross nel 1981. In quegli anni Jobé era avanti, un vero fuoriclasse. Aveva un metodo di lavoro alla giapponese. Alle gare aveva un suo meccanico che cambiava i pezzi alla moto dopo un tot di ore, come si fa oggi. Sono stato a casa sua diverse volte, ma negli ultimi mesi ci eravamo persi di contatto a causa della sua malattia. A chi non lo conosceva poteva sembrare burbero, e in effetti era molto impulsivo. Ma era in realtà timido e gentile, sempre molto spontaneo. E sul lavoro era davvero professionale, sia come pilota che come manager". Georges Jobé è morto a 51 anni. Aveva vinto 5 Mondiali di Motocross - Motocross - Moto.it
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Il mitico Bekim Fehmiu! Ho adorato la sua Odissea.... fra l'altro imparo adesso che è morto un paio d'anni fa....
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Mo me lo segno.....
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Il problema vero è che è da QUESTO libro che hanno copiato tutti gli altri......
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Ti odio.....te l'avevo già detto, vero?
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Più passa il tempo e più mi fai paura......
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Al di là di tutto.... in bocca al Lupo a tutti!!!
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Augurissimi anche da parte mia!!!!!
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Massimo Tamburini premiato con il Sigismondo d'Oro
nella discussione ha aggiunto Dannatio in MotoPareri
[h=1]Massimo Tamburini premiato con il Sigismondo d'Oro[/h][h=3]Il tecnico e designer riminese che con le sue motociclette ha fatto sognare i motociclisti di tutto il mondo è stato premiato con la massima onorificenza della città di Rimini[/h] «Per aver saputo interpretare e trasformare con quella genialità straordinaria che nasce dal lavoro artigianale – è scritto nella motivazione del Sigismondo d’Oro 2012 che premia i riminesi che con la loro opera hanno contribuito a onorare la Citta di Rimini - il suo sogno e la sua passione, nella concretezza di prodotti industriali senza pari, per bellezza e prestazioni, che hanno segnato la storia del motociclismo. Per aver saputo raccontare, attraverso creature a due ruote da antologia, uno degli amori più grandi che accomuna le nostre genti e per aver saputo trasmettere quella passione che la nostra terra coltiva per il mondo del motore tanto da renderla universalmente celebre come la “terra de mutor”». «Un artigiano del sogno – ha detto il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi nel consegnare il riconoscimento – che ha saputo interpretare e trasformare in realtà il sentimento più puro dei riminesi e non solo. Un profilo espressione di un talento cristallino, che con le proprie mani ha donato opere di straordinaria bellezza e poesia che hanno segnato la storia stessa della moto. Nel lavoro di Massimo Tamburini – ha proseguito il Sindaco Gnassi – si coglie il sentimento più vero della nostra comunità, interpretandone il carattere, i propri tratti più autentici e quella genialità che senza lustrini, artifici o palcoscenici eclatanti, è uno dei suoi tratti distintivi». Massimo Tamburini, la biografia Nato il 28 Novembre 1943 a Rimini, ha vissuto per i primi 11 anni all'interno di una numerosa famiglia di contadini. Nel 1954 a seguito della decisione del padre di lasciare la professione di contadino, per intraprendere una nuova attività nel settore dei trasporti, si trasferì con la propria famiglia in zona Grotta Rossa in Rimini. Il padre vedendo la grande passione di Massimo per le moto ed essendo anch'egli grande appassionato della meccanica, iscrisse Massimo all'Istituto Tecnico Industriale di Rimini. Gli studi purtroppo non vennero portati a termine causa problemi di salute, risoltosi poi in modo positivo negli anni a seguire. Massimo Tamburini consapevole dell' importanza della formazione scolastica ed amareggiato per quanto perso, si iscrisse a diversi corsi di formazione professionale che ne amplificarono la naturale predisposizione per tutto ciò che era inerente alla meccanica/tecnica. Al termine di questo percorso formativo, correva l'anno 1961, all'età di 18 anni intraprese in proprio l'attività nel settore termoidraulico con specializzazione nel settore del riscaldamento. Nello stesso anno sposava Pasquina e negli anni a seguire nacquero i tre figli, Morena , Andrea , Simona che sicuramente rappresentano per Massimo Tamburini e sua moglie i "Progetti" più importanti, poiché tuttora, con l'arrivo di 5 nipoti, dimostrano grande attaccamento ai valori della famiglia. Ducati 916 Nel 1966, pur mantenendo sempre intatta la passione per le moto, ma altrettanto consapevole dell'importanza di un lavoro che potesse assicurare alla propria famiglia la giusta serenità, creò insieme a Giuseppe Morri e Valerio Bianchi la Società Idrotermica Bimota, società poi rivelatasi negli anni a seguire, sinonimo di qualità. Massimo nel proprio tempo libero, coltivava la sua passione per le moto e nel 1971 diede libero sfogo alla creazione di una moto sportiva, ispirandosi alle moto sportive Mv Agusta, alla cui guida vi era il Campione del Mondo Giacomo Agostini. Questo suo primo progetto, ricevette consensi positivi dal pilota collaudatore della Mv Agusta Angelo Bergamonti e da tutti gli addetti ai lavori. Le motivazioni che portarono Tamburini a cimentarsi nel settore motociclistico, furono paradossalmente legate ad un incidente occorsogli sul circuito di Misano che gli generò diverse fratture, mentre stava provando la sua nuova moto, una Honda CB 750 Four. Correva l'anno 1973, in quel periodo Tamburini stava allestendo la nuova sede della Idrotermica Bimota sita in Via Covignano, quando ancora dolorante per le fratture alle costole, propose a Morri di aprire un piccolo centro di progettazione telai e parti speciali da destinare alle moto Giapponesi, che a suo dire avevano un gran motore, ma a livello telaistico c'erano notevoli margini di miglioramento, certo di poterne migliorare il comportamento dinamico. Morri si rese disponibile in tal senso e nello stesso anno venne costituita la Bimota Meccanica trasformata successivamente in Bimota S.p.a. nel 1980. Tamburini rimase azionista e Direttore Tecnico della Bimota sino al 1983, anno in cui decise di lasciare l'azienda per intraprendere nuove esperienze. “Nei 35 anni di attività nel settore motociclistico, le moto progettate da Tamburini hanno vinto 18 Titoli Mondiali, 20 Titoli Italiani e diversi altri titoli Internazionali.” Nel 1984 venne assunto dal Team Gallina, con l'incarico di sviluppare una moto GP500 per il pilota ex Campione del Mondo Franco Uncini. La moto venne denominata TGA 500 Gp e successivamente nel mese di Luglio dello stesso anno, il Presidente della Cagiva Sig. Claudio Castiglioni commissionò a Tamburini in carico al Team Gallina, di sviluppare un 125 sportivo che avrebbe dovuto aprire un nuovo segmento di mercato per questa tipologia di moto. Nello stesso anno, nel mese di Dicembre venne presentata la nuova moto denominata Cagiva Aletta Oro 125 che ottenne un grandissimo successo commerciale. Nel 1985, il Sig. Claudio Castiglioni propose a Roberto Gallina di acquistare il Centro di Progettazione a condizione che Tamburini rimanesse a dirigerlo. MV Agusta F4 Dal 1985 al 31 Dicembre 2008, anno delle sue dimissioni volontarie, Tamburini ricopri varie cariche all'interno del Gruppo Cagiva, l'ultima delle quali fu Amministratore Delegato del Centro Ricerche. In questo ultimo periodo durato 23 anni, Tamburini con le sue creazioni ha contribuito in modo determinante al successo commerciale, di immagine e sportivo di marchi come Cagiva, Ducati, Mv Agusta, ricevendo diversi premi per il Design e l'innovazione tecnica dei suoi progetti. Inoltre ha vinto innumerevoli Campionati Nazionale e Campionati del Mondo, oltre che vedere alcune sue creazioni esposte nei più prestigiosi Musei di Arte Contemporanea del mondo. Nei 35 anni di attività nel settore motociclistico, le moto progettate da Tamburini hanno vinto 18 Titoli Mondiali, 20 Titoli Italiani e diversi altri titoli Internazionali. 37 Piloti hanno gareggiato con le sue moto. Massimo Tamburini premiato con il Sigismondo d'Oro - News - Moto.it -
Mumble mumble...... So che probabilmente è la classica Crisi di mezz'età, magari giusto anticipata un pochino.......... però l'idea di farla cosi mi sta attizzando "abbestia"!!!
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niente male.... anche se è molto Audi/Aston Style in diversi particolari ( Magari nono il massim odell'originalità....non che sia un male in assoluto, eh?)
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Alcune scene e situazioni sono moooolto "stiracchiate"...(eufemismo) .... Senza voler Spoilerare, ma l'inseguimento nei sotterranei è veramente lunghissimo....ed un tantinello "videoludico".... il Re dei Goblin, IMHO è un tantinello sopra le righe sia come personaggio sia come recitazione e "presenza"....nonchè abbastanza stupido per .....come finisce.
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Cara vado a fare un giretto con l'auto in campagna con gli amici......
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Visto Giovedi scorso, ovviamente alla "prima" ..... che dire.....Bello e splendidamente realizzato, Gli attori sono tutti gli stessi della Trilogia ( laddove presenti, ovviamente) e diciamo che si nota "relativamente poco" il loro invecchiamento, nonostante si tratti praticamente di un "Prequel"..... Ho trovato solo un po eccessivamente "allungate" alcune scene e situazioni, probabilmente per riempire un po il vuoto narrativo che si è venuto a creare dovendo ( volendo) suddividere il libro in 2 parti....un Libro che , tecnicamente, è forse superiore alla stessa trilogia come scorrevolezza ed efficacia. L'unica nota stonata è stato il cambio di Voce nel doppiaggio di Gandalf..... qui realizzato ottimamente da Gigi Proietti....ma ero troppo abituato al "Fuggite Sciocchi" di Gianni Musy (rip)
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Stai parlando di Alfa..... i commenti al riguardo si sprecano..... per esempio: "troppo abituati alla TA " "Non sta in strada! " "Ma no dai, gli era solo scivolato il cuore sportivo nel fosso e lo sta cercando "
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