[h=1]FENOMENI E SOMARI[/h] 27 marzo 2012
I meccanici della Ferrari sono diventati dei fenomeni. Tutti a dire “che bravi!”. Dopo averli bollati per bolliti. Adesso i somari sono altri, quelli della McLaren o della Red Bull, che erano dati per esempi smaltati. Poi potrà capitare che nella concitazione assoluta di un pit stop qualcuno commetta un piccolo errore, qualche bullone non sia regolato al millimetro e troveremo giudizi ancora una volta ribaltati. Alla faccia della realtà. Perché la realtà indica squadre di lavoratori dedicatissimi, perennemente sotto pressione, esposti all’errore. Tocca, come e toccato e toccherà, a questi o quelli, perché fare quel mestiere lì, in condizioni tanto estreme significa sbagliare, ogni tanto ed inevitabilmente. Quindi, possiamo evitare di dare addosso o di esaltare a giorni alterni? Forse sì, potremmo.
Noi tutti, addetti ai lavori e appassionati. Sergio Perez è un buon pilota. Ma, francamente, nessuno può dire se sia più bravo di questo o quello, Felipe Massa compreso. Non sto difendendo il brasiliano della Ferrari. Più semplicemente sto dicendo che non basta un giorno per definire un giudizio. La storia della Formula 1 è piena di piloti capaci di sbalordire in un giorno perfetto. Poi tocca avere a che fare con una quantità di elementi criptici, a cominciare dalla macchina in questione. Quindi, bravo, certo, ma serve tempo per cercare di capire il peso specifico. Una impresa per chi segue questi sport motoristici, così complessi da analizzare. Su questo blog abbiamo appena criticato il nervosismo di Vettel. Il quale resta il campione che è vista la quantità di elementi utili a definire Vettel un fuoriclasse. Alonso, per qualità di rendimento, potrà sbagliare tra un giorno o dodici ma resta un iradiddio in quanto a rendimento, a costanza. Sono evidenze macroscopiche. Così come è evidente la difficoltà di Massa. Una difficoltà che proprio Alonso scoperchia. Ma, qui, provocatoriamente, sostengo che nessuno può definire Perez più forte di Massa. Magari sì, vedremo. Magari no. Vedremo. Questo sport non è il calcio, ripeto. Serve tempo e prudenza, nel dire, nel giudicare. Meccanici come piloti.
di Giorgio Terruzzi