Sisma Tokyo, mafia contro sciacalli
Yakuza "vigila" sui luoghi del disastro
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21:40 - L'unione fa la forza, dice il detto. Nel caso del sisma giapponese l'unione di cui stiamo parlando è quella tra le forze dell'ordine e la yakuza, la potentissima mafia del Sol Levante. Secondo il sito americano Daily Beast diversi clan della famigerata mafia da giorni portano assistenza alla popolazione colpita dal cataclisma e pattugliano le aree devastate dallo tsunami dagli "sciacalli".
L'assistenza della malavita è partita proprio dai generi di prima necessità bruciando sul tempo tutte gli interventi umanitari: acqua, viveri e coperte per gli sfollati già qualche ora dopo il terremoto. A squarciare il velo sul "lato oscuro'" dell'azione umanitaria è stato il giornalista ed esperto di crimine organizzato Jake Adelstein - già a capo di uno studio finanziato dal governo Usa sul traffico di esseri umani in Giappone - secondo cui i clan della Yakuza hanno messo a disposizione dall'inizio dell'emergenza oltre un centinaio di tir carichi di beni di prima necessità.
In particolare, il clan Inagawa-Kai ha inviato il giorno successivo al sisma 24 camion pieni di acqua, pannolini, batterie e torce elettriche nelle regioni colpite, e altre decine nei giorni successivi. La Yamaguchi-Gumi, la più grande organizzazione criminale del Giappone con oltre 40.000 affiliati, avrebbe addirittura aperto agli sfollati i suoi uffici in tutto il paese.
Le dimostrazioni di solidarietà, sottolinea il giornalista, non sono del tutto nuove per la mafia giapponese. Già nel 1995, dopo il terremoto di Kobe, proprio la Yamaguchi-Gumi fu una delle forze più attive nel portare soccorso alla popolazione. A tanta mobilitazione, allora come oggi, fa però da contraltare una grande discrezione, frutto di un tacito accordo con la polizia che prevede un periodo di 'tregua' in cambio di un supporto economico e logistico della mafia alle operazioni.
La ragione del muro di silenzio intorno all'operato dei clan è però anche un'altra, e la spiega direttamente un affiliato: "Nessuno vuole essere associato a noi, e non sopporteremmo di vederci rimandare indietro le nostre donazioni". Di fronte a una delle più grandi tragedie della storia, insomma, lo spirito di solidarietà sembra aver fatto cadere ogni barriera. "Non ci sono mafiosi, cittadini o stranieri in Giappone adesso - dichiara un membro della Yakuza - Siamo tutti giapponesi e dobbiamo darci una mano".
Tgcom.it