[h=1]MotoGP, Hayden: telaio in carbonio? era migliore[/h]
Giovedì 29 Agosto 2013 19:28 di Matteo Aglio - MotoGP
E se la soluzione dei problemi per il futuro fosse da ricercarsi nel passato? A formulare il paradosso è stato Nicky Hayden chiamato a rispondere se ritornare all’ultima versione in carbonio fosse migliore dell’attuale in alluminio. “Quella ciclistica aveva molto potenziale, è stato un peccato non avere continuato i test - ha spiegato - Lo provai solo all’ultimo momento, dopo che Valentino si ruppe un dito in Giappone, ma ero stato veramente veloce e mi aveva dato buone sensazioni. Aveva molto meno sottosterzo”. Molto veloce. Lo statunitense ha sostenuto che con quella moto a Jerez durante un giorno di test nel 2011 riuscì a girare in 1’38”1, cioè un secondo e mezzo meglio di quanto da lui fatto in qualifica nel GP dello stesso anno.
Nicky non ebbe più la possibilità di provare quel telaio a Valencia a causa della frattura alla mano. Ducati scelse di cambiare strada, di passare all’alluminio. “Non portarono più quel telaio anche se chiesi di provarlo – ha rivelato – Con il nuovo materiale non sono mai riuscito a ripetere quei tempi, è stato frustante. Continuavamo a provare cose nuove ma non funzionavano”.
Come sono andate le cose è storia recente. Il passaggio al Deltabox non ha risolto i problemi della Desmosedici, che forse ancora oggi paga quella scelta. Il problema della Ducati, dalle parole di Hayden, non sembra essere mai stato il materiale in cui era realizzato il telaio e le diverse versioni che si sono succedute nei mesi sembrano confermarlo.
Anche ad Andrea Dovizioso è stato chiesto il proprio parere sulla questione. “E’ difficile per me rispondere, non avendolo mai provato non posso dire se il vecchio telaio sia migliore o meno – ha detto – Ma non penso proprio che sarà il nostro futuro”. Rimane però il dubbio che il monoscocca voluto dall’ingegner Preziosi sia stato accantonato troppo presto, quando aveva ancora margini di sviluppo e fosse comunque migliore di quello in alluminio.
Marx diceva che la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa. Era tedesco, come i nuovi proprietari della Ducati. Speriamo abbiano qualche nozione di filosofia.
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