Si annunciano grandi cambiamenti in casa Ferrari. La nomina a presidente della Fiat di Luca Cordero di Montezemolo apre nuove scenari all'interno della scuderia che sta dominando il Mondiale. Rimarrà presidente della Rossa, ma nominerà un manager operativo. Gli indizi portano a un giovane della famiglia Agnelli, magari Lapo Elkann, fratello del vicepresidente Fiat John. Più difficile la soluzione Todt, mentre sembra fantascienza la pista Briatore.
Montezemolo manterrà la carica di presidente, sul modello di Berlusconi che, capo del Governo, ha conservato la carica di presidente del Milan, anche se gli impegni presi nei confronti degli italiani non gli consentono di seguire anche i rossoneri. La scuderia di Maranello cerca dunque il "suo Galliani", per continuare a vincere e rimanere ai vertici della F1. Perchè l'impegno di guidare la Fiat non è compatibile con altre cariche.
Ma chi sarà questo dirigente operativo che avrà l'arduo compito di "sostituire" nelle sue funzioni Montezemolo? Sul nome c'è il massimo riserbo e in casa Ferrari non trapela nulla. Ha poco fondamento la voce che accosta Flavio Briatore alla Ferrari, attuale direttore generale della Renault. Il manager italiano non nutre grande simpatia per la Rossa e, appena si presenta l'occasione, non si tira indietro per attaccarla. Anche l'ipotesi Jean Todt sembra poco plausibile: la Ferrari cerca un dirigente che sia anche di rappresentanza, caratteristica che il francese non possiede. Una soluzione interna alla famiglia Agnelli è la strada più percorribile: Lapo Elkann potrebbe essere la persona più adatta a ricoprire questo ruolo: il fratello di John, neo vicepresidente della Fiat, è giovane e ha la stessa età (26 anni) di quando Montezemolo fece la prima esperienza in Ferrari come assistente di Enzo Ferrari e responsabile della squadra corse (1973 con Lauda alla guida, che poi vinse il Mondiale nel 1975). Un'eredità pesante, soprattutto per il palmares degli ultimi anni: 4 titoli piloti e cinque costruttori.