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Siamo OT. Un tentativo pregevole di recuperare la tradizione "barocca" fu la Thesis del 2002, molto classica e retrò ma priva del dinamismo che caratterizzava le Lancia di successo degli anni 80: fu un flop, complice il discredito in cui il marchio versava da una decina d'anni e una gamma non ben articolata. I miti Lancia sono molteplici e un piano di rilancio può prendere molti spunti da essi, tuttavia credo che la Delta Integrale possa avere maggiori chance di farcela. Ma, come detto, siamo OT.
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È il punto più alto raggiunto da Lancia negli ultimi 30 anni, assieme alla Thema, dunque è il punto di partenza più plausibile per un ipotetico rilancio su vari segmenti di mercato, comprese le versioni normali della Delta. Le linee barocche degli ultimi 15-20 anni non funzionano più da tempo. Ma state sereni (tu e chi ti ha messo il like): FCA ha decretato la morte di Lancia, dunque né Delta Integrale né qualsiasi altro prodotto. Al massimo, se vi va male, una nuova Ypsilon. Qui ci sono solo proposte di design, nulla di pericoloso.
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Da amante del marchio e della Delta non posso non ammirare chiunque si cimenta con qualche tentativo, sopratutto considerando che FCA ha decretato la morte del marchio da almeno 7-8 anni. Dopo 8 anni decisamente neri ed avvilenti secondo me occorre un nuovo corso stilistico che cestini quasi tutto e riparta dal mito Delta Integrale. Come? Io ripartirei proprio dal logo e dalla calandra: via l'orrido logo "cinese" e le calandre a sviluppo verticale. Opterei per un nuovo logo 100% cromato (tipo Audi e Mercedes) a sviluppo 3D incastonato a tutta altezza al centro di una calandra orizzontale anch'essa 3D. Posto uno schizzo (perdonate la realizzazione): Per i fanali opterei per gruppi ottici rigorosamente orizzontali allineati orizzontalmente rispetto alla calandra ma infossati e con 2 elementi circolari all'interno.
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Il dramma delle luci diurne
V6 Busso ha risposto a nella discussione in Codice della Strada e Sicurezza Stradale
Io ho una Delta del 2011 con luci diurne a led solo anteriori: avrei preferito si accendessero anche le posteriori, a led pure loro. Il quadro strumenti e le luci abitacolo invece restano spenti con le luci diurne e questo aiuta molto a non dimenticare di accendere gli anabbaglianti di notte. Semmai ho notato che quasi nessuno sfanala o suona per segnalare le luci spente di notte: pare non freghi nulla a nessuno. -
Onestamente fatico ad associare i marchi Audi e Volvo alla sportività, quantomeno non negli anni 80. Non basta un motore potente per fare un'auto sportiva o sportiveggiante, anche perché quasi tutti i modelli nella storia dell'automobile hanno avuto versioni pepate, persino le proletarie Fiat 500 e Citroen Dyane. La station wagon nasce come veicolo da lavoro o da famiglia senza alcuna velleità sportiva. Prima dell'Alfa Romeo 33 Giardinetta (poi Sportwagon) ci fu l'Alfasud Giardinetta (e prima ancora una versione speciale della Giulia): forse non sono state le primissime SW sportiveggianti, di sicuro la 33 fu tra le prime SW a rompere il tabù che voleva le SW pratiche e magari comode ma certamente non sportive.
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Non che la risposta Euroncap sia un capolavoro di imparzialità, ma si fatica a dar loro torto: Fiat mantiene in produzione molti modelli per 10 - 13 anni e spesso neanche li rimpiazza, dunque Euroncap martella dove il dente duole. D'altra parte, a furia di tagliare e rinviare gli investimenti si raccoglie di conseguenza, o meglio raccolgono i successori.
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Un rilancio coerente e continuo di Alfa Romeo è ciò che questo marchio necessita. Rilancio avviato in maniera egregia con Giulia seguita da Stelvio, ma che è ben lungi dall'essere completato. Marchionne preventivò obiettivi di vendita esagerati, forse si aspettava di meglio, ma con la credibilità Alfa al 2016-2018 e con la rete di vendita e assistenza odierna credo fosse impossibile far di meglio. E comunque il rilancio passa soprattutto per una gamma completa e continuamente aggiornata dove ciascun modello traina gli altri, e tutto questo in continuità per lustri e lustri. In quest'ottica il C-SUV TA/TI stilisticamente affine a Stelvio secondo me ci può stare benissimo, a condizione che le qualità stradali lascino a bocca aperta e mettano in fila le C (rialzette e non) della concorrenza e che la gamma continui a svilupparsi in alto su Giorgio. Infine vedrei bene una E sedan alla fine del primo ciclo di rilancio, a cui far seguire la nuova serie di Giulia.
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È la stessa sensazione che ho io. Io, sempre pessimista e criticone, mi ritrovo ad essere cautamente ottimista. Non entusiasta, questo no: tempi lunghi, gamma semiobsoleta (la pagina Fb rilancia la defunta Mito, per dire) e piuttosto ristretta, ma la priorità data al C-suv serve soprattutto a rilanciarsi in Europa, colpevolmente trascurata e considerata marginale da SM mentre resta il mercato più solido per Alfa Romeo. La base SUSW, opportunamente rivista, credo sia la scelta migliore per volumetrie e costi e con sacrifici più che accettabili sul fronte handling, dove comunque dovranno secondo me tirar fuori il top di categoria, agevolati dal fatto che l'unica TP/TI sta sparendo.
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Di solito sono tra i pessimisti, oggi no (non ancora, almeno): l'incontro era con i sindacati italiani, non vedo perché parlare di modelli prodotti all'estero. Le mie perplessità riguardano i modelli Alfa E-suv e Maserati new Levante, new Ghibli e new Quattroporte che dovrebbero passare al pianale Giorgio: produzione in Usa/Canada o proroga modelli attuali??
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https://www.passioneautoitaliane.com/2018/11/arriva-il-piano-italia-di-fca-il.html?spref=fb&m=1 Secondo Passione Auto Italiane c'è un netto cambio di strategia rispetto all'era Marchionne: Fiat potenziata e non ridimensionata, Wester di nuovo a capo di Maserati, conferma rilancio Alfa Romeo e qualche speranza di sopravvivenza per Lancia.
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https://leautodimatteo.passioneautoitaliane.com/2018/11/nuovi-modelli-fiat-lancia-alfa-romeo.html?spref=fb&m=1 Fonte: Passione Auto Italiane Non aggiunge granché di nuovo, se non alcuni ripensamenti rispetto al PP di giugno, compresa la Lancia Ypsilon che verrebbe rinnovata o sostutuita da un nuovo modello
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Concordo con Johnpollame e Pixhell. Sulle Alfa Romeo Giulietta (HB ed eventuali sedan e SW) e C-SUV il tipo di piattaforma non è dirimente: anche la base SUSW o la C-evo, adeguatamente declinate, potrebbero andare molto bene, con sacrifici più che accettabili sul fronte handling rispetto alla più performante Giorgio ma con notevoli vantaggi in termini di volumetrie e di economie. I punti fermi, secondo me, prescindono dalla piattaforma scelta: 1. Le due vetture dovrebbero secondo me essere sorelle come Giulia e Stelvio, sia per piattaforma sia per stile: se Giulietta dev'essere profondo restyling dell'attuale, esso non dev'essere percepibile, altrimenti Giulietta sembrerà una vecchia liftata e sorella minore sfigata delle altre Alfa. 2. L'handling dev'essere su entrambe il top di categoria: se la base sarà la stessa, Giulietta non subirà il confronto con la C-suv su base Giorgio.
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La mia prima reazione è stata: WOW!! Le proporzioni non sono il massimo, d'accordo (ma è un concept, lo posso accettare), ma più lo guardo e più mi sembra un'Alfa E-Suv da contrapporre a Bmw X6, soprattutto la fiancata e il posteriore. Ma davvero lo vogliono proporre a marchio Fiat?? Era parecchio che non vedevo tanto estro in Fca, spero sia una base di partenza.
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Finalmente pare abbiano capito che i modelli lasciati ammuffire sul mercato senza aggiornamenti apprezzabili (tipo Panda o Punto o Giulietta) uccidono gli utili e l'immagine di marca. Spero ne traggano le dovute conseguenze e facciano un pesante restyling a Giulietta tipo Golf V ---> Golf VI e non un intervento di chirurgia estetica su una granny.
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Quella parte è un po' imprecisa, visto che le piattaforme CJD superstiti sono ormai residuali e la piattaforma superstite Fiat-GM è lo small nel frattempo profondamente aggiornato, ma il succo dell'articolo mi pare condivisibile: FCA deve investire in piattaforme per sostituire le più datate e per aggiornare quelle aggiornabili.
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I miei 2 cents, da inesperto. Un settore estremamente concorrenziale come l'automotive ha la necessità vitale di tagliare più costi possibile su tutti i fronti. Pensiamo ad esempio allo sviluppo di una piattaforma, di una famiglia di motori o dell'elettrificazione: le fusioni e gli accordi tra grandi gruppi consentono di condividere un investimento anziché fare un doppio investimento separato, con risultati, se non identici, ampiamente sovrapponibili. Ecco dunque il crescente successo dell'outsourcing, in tutti (o quasi) i settori: pochi gruppi sempre più grossi, estremamente specializzati e competitivi nei rispettivi settori, che vendono tecnologie a gruppi tra loro concorrenti. Presumibilmente FCA ha preferito fare liquidità e risparmiare investimenti, ritenendo la rinuncia agli utili ed al know-how MM il male minore. Senza contare il fatto che MM, fuori dall'orbita FCA, ha maggiori possibilità di piazzare le proprie tecnologie a tutti i Costruttori e dunque di spalmare molto meglio gli investimenti, il che per FCA (e per i concorrenti) potrebbe tradursi in prezzi di acquisto più favorevoli. Da profano mi sembra una buona mossa.
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È la stessa cosa. È quel che ho scritto io. Man mano che Lancia abbandonava segmenti di mercato posizionandosi sempre più in basso diventava sempre più un marchio di Fiat vestite a festa. L'esplosione del marchio 500 ha creato una sovrapposizione con la declassata Lancia, e quest'ultima ne ha fatto le spese.