L'apprendistato è già a tempo indeterminato. Al termine di questo, il datore di lavoro può licenziare l'apprendista o *confermarlo* a tempo indeterminato attribuendogli la qualifica al cui ottenimento l'apprendistato era finalizzato.
Faccio un esempio concreto. Diversi anni fa mia moglie, alla ricerca del suo primo lavoro, fu assunta da una società. L'ambiente di lavoro era pessimo, con colleghi che parlavano male di altri colleghi appena questi ultimi voltavano le spalle, un capo tanto bravo nei confronti dei clienti quanto menefreghista nei confronti dei suoi sottoposti.
Quando capii che mia moglie soffriva a lavorare lì, cercai di spronarla a trovare altro, ma lei aveva questo profondo senso di gratitudine che glielo impediva: "Mi hanno presa, mi hanno formata, hanno investito su di me, non posso andarmene così, subito". In effetti i suoi studi (classici e linguistici) non avevano nulla a che fare con quel lavoro, le avevano insegnato tutto da zero, questo va riconosciuto.
Finché un bel giorno il suo capo filiale salutò tutti e disse che aveva trovato un altro posto. Alcuni grossi clienti se ne andarono. Il commerciale più anziano divenne capofiliale.
Io continuai a spiegare a mia moglie che se il suo capo non si era fatto gli scrupoli che si faceva lei, la situazione doveva essere riconsiderata. Ma niente: "Non posso lasciarli proprio ora, la situazione è difficile, siamo già sotto organico, se li mollo succede il patatrac".
Tempo qualche mese se ne andò anche il commerciale divenuto capo filiale. Raggiunse il precedente capofiliale nel nuovo posto di lavoro. Cosa più grave, lo seguirono una buona metà dei clienti. La filiale divenne economicamente insostenibile, i costi fissi non venivano coperti più dai ricavi e ne venne decisa la chiusura.
I dipendenti furono trasferiti in filiali sparse per l'Italia (nessuno accettò il trasferimento), tutti si dimisero. Tutti tranne la mia consorte che per una botta di culo venne mantenuta lì per il disbrigo delle ultime cose e la chiusura delle pratiche. Roba di un paio mesi, le dissero, "poi o accetti il trasferimento, o... bye bye".
Solo a quel punto mia moglie decise che era opportuno guardarsi in giro e, altra botta di culo, trovò un posto di lavoro il giorno stesso in cui dalla sede centrale fu sottoscritta, dal supermegapresidentemondiale, la lettera di licenziamento. Si tolse pure lo sfizio di "bruciarli" sul tempo, dimettendosi prima della consegna della lettera di licenziamento
Ora guadagna molto di più, si trova benissimo coi colleghi. Lavora un po' di più ma non le pesa, l'ambiente di lavoro la tiene serena e la sprona. L'avesse fatto prima, ne avrebbe giovato il suo tenore di vita. E un pochino anche il mio, eh.