Il fatto è che prepensionando quei famosi 10.000 dipendenti (limitatamente alla parte di essi che non accetta la riconversione in posti dove c'è carenza di organico) la P.A. ottiene un risparmio considerevole. Non c'è paragone, in termini di puro costo, fra una retribuzione piena ed un ammortizzatore sociale che accompagni alla pensione. Questo ragionamento non funziona nel privato ove il lavoratore in forza è a carico del datore di lavoro privato e, finché lavora, lo Stato ci guadagna, mentre quando viene licenziato (o collocato in Cassa) i costi si spostano sulla P.A.
Poi ci sono da dire altre cose: gli Statali hanno gli stipendi bloccati da quasi 5 anni ed hanno avuto una decurtazione della tredicesima, quindi la tendenza a coccolarli eccessivamente perché portatori di voti si sta quantomeno riducendo.
Il principio dell'equità e dell'uguaglianza è talmente importante che è perfino precetto costituzionale (art. 3). Ma tale principio deve intendersi sia nel senso che situazioni simili devono essere trattate similmente, sia che nel senso che situazioni diverse devono essere trattate in modo diverso. E c'è differenza fra impiego pubblico ed impiego privato, perché diversa è la natura dei datori di lavoro e diversa è la loro funzione sociale.
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