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loric

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  1. Ok, ho letto l'emendamento Cassinelli. Non ci siamo affatto.
  2. E se non esegui (a prescindere dal fatto che la rettifica che ti richiedono possa essere ragionevole o demenziale) ne rispondi penalmente (art. 21 L. 47/1948). E preciso: è scritto sempre nel DDL che devi pubblicare la rettifica senza commento. Per cui adesso è chiaro perché, se applicata a blog e forum, si tratterebbe dell'obbligo di dare all'altro l'ultima parola?
  3. Quel topic rappresenta il modo giusto di procedere. Il rischio concreto però è che l'obbligo di rettifica si trasformi nell'obblido di dare l'ultima parola a chi chiede detta rettifica e che quindi argomenti come quello sul Dukic non possano essere più gestiti in quel modo. Considera poi che le sanzioni per omessa rettifica sono pesantissime, ancor di più per chi gestisce un blog amatoriale.
  4. Nì, il discorso è un po' diverso. Diciamo che nel mio blog critico i pannelli porta della Giulietta, scrivendo che sono fatti di plastiche non piacevoli al tatto, che sono così ruvide da poterci grattare il parmigiano. L'indomani mi arriva la lettera dell'avvocato della FIAT che mi intima di postare una rettifica entro le 48 ore. Questo non significa che io devo fare un nuovo post in cui scrivo: "ok, ho cambiato idea, i pannelli porta della Giulietta sono rivestiti di raso e sono lisci come il culo di un bambino". Devo però scrivere: "Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la nota di rettifica della FIAT in merito ai pannelli porta della Giulietta, ciò ai sensi dell'art. 8 della L. 47/1948." E poi la riporti con la medesima evidenza grafica del precedente post. A quel punto il discorso si deve necessariamente chiudere lì, non puoi rispondere alla rettifica, perché l'opportunità di farlo o meno dipende dai rischi che corri per un eventuale contenzioso e dalla larghezza delle tue spalle. Cose che in un giornale vengono ovviamente valutate con la consapevolezza di essere più tutelati e col supporto di un team di legali. Hai presente la discussione del mirabolante dispositivo Dukic? Ecco, se quella norma fosse stata già in vigore, se fosse operante anche per AP, saresti stato probabilmente costretto a chiudere il thread dopo il primo intervento dell'incaricato della società. Ciò alla faccia dell'omologazione che si può fare ma non si vuole fare, del crack molecolare, delle molteplici supercazzole complottiste. Questo è il nodo. Ossignur.
  5. Come volevasi dimostrare l'Artista (chi?) ha pestato una cacca. Quando ha capito che stava facendo una figura meschina, ha fatto retromarcia. As simple as that.
  6. Anonimato su internet? E' un mito, come i draghi, gli unicorni e la sportività delle Audi.
  7. Guarda, partiamo da un assunto. L'ordinamento punisce determinati comportamenti sia che vengano commessi "nella vita reale" che su Internet. Per intenderci se io tappezzo di volantini il tuo palazzo con scritti diffamanti nei tuoi confronti, ne rispondo in sede penale e civile. Se riempio la tua bacheca di Facebook di offese nei tuoi confronti, sono soggetto alle medesime responsabilità, con l'aggravante della forma di pubblicità. Che altro vuoi? Maggiore severità su Internet? Te l'ho detto, la diffamazione su Internet è già punita più gravemente della diffamazione "liscia", quindi dovresti essere contento. Auspichi invece un maggiore controllo? Dei paletti per poter scrivere su forum e blog? Allora vuoi la Cina e non è un'iperbole, è un fatto. Il DDL è a firma Alfano, quindi PDL. L'emendamento che ha peggiorato la norma sui blog è frutto della farina del sacco di alcuni senatori del PD. Direi che possiamo omettere ogni ulteriore riferimento alla politica perché dal punto di vista tecnico non aggiungerebbe nulla. Quei disclaimer, in termini giuridici, non valgono una cippa. Il DDL, almeno nella versione che è nota ad oggi, non cambia assolutamente nulla da quel punto di vista.Per un caso di rilevanza del concetto di "periodicità", consiglio la lettura delle motivazioni della sentenza sul caso Ruta (stampa clandestina, sic).
  8. Ma che stai dicendo? "addirittura scioperano"? Ti rendi conto che stai auspicando la cinesizzazione della rete?
  9. E allora ti contraddici. Considerato che esistono strumenti finalizzati a colpire la diffamazione e l'insulto, che bisogno c'è di introdurre nuovi strumenti che corrono il rischio di snaturare la Rete? A meno che non si pensi di poterla controllare, ma questo, oltre ad essere poco democratico, è pure stupido. E non sto neppure a spiegare le ragioni. Concordo con chi dice che il DDL in questione non è nato per comprimere la Rete, ma lo è diventato a causa di un emendamento proposto da alcuni senatori del PD che: 1) non capiscono il problema oppure 2) non vogliono capire il problema Resta il fatto che il problema oggi c'è, è reale e speriamo che venga accolto l'emendamento Cassinelli*, perché l'idea di imporre procedure di un certo tipo a blog amatoriali che non hanno la struttura operativa (e il supporto di legali) delle testate giornalistiche, è di fatto un freno alla libertà di espressione su Internet. * in realtà io spero che questo DDL non divenga mai legge, ma per ragioni che vanno al di là dell'argomento del thread, anorché pur sempre collegate alla libertà di espressione nella sua declinazione di libertà di cronaca.
  10. Quali risultati scusa? L'insulto è sanzionato penalmente, la diffamazione pure e può portare a risarcimento danni. Burocratizzare Internet è tutt'altra cosa.
  11. Segnalo che l'Avv. Cassinelli, parlamentare, ha proposto un emendamento volto a restringere la portata della norma ai soli giornali e periodici on-line, così come doveva essere originariamente. Pare che il relatore di maggioranza abbia dato parere positivo.
  12. Provo l'approccio schematico. Ecco la bestia. E' ovvio che se uno legge quello, la prima reazione è "moriremo tutti". Solo che è decontestualizzato, perché non si tratta di norma a sé stante, ma di modifica dell'art. 8 della legge sulla stampa (L. 47/1948). L'art. 8 in questione oggi recita: E' ovvio che si sta parlando di testate giornalistiche ed ha senso estendere l'obbligo di rettifica anche ad esse.C'è però un problema: scoppiano le polemiche, viene fuori la storia della legge ammazza-blog, ed un branco di [censored] pagati 15mila euro al mese, piuttosto che dedicarsi a cose più utili, si erge a paladini del Web e propone un emendamento per ridurre l'impatto della norma sui blog (sigh). L'effetto è stato devastante. Ecco il risultato. Se prima si poteva pensare (legittimamente ed in base ad una interpretazione logico-sistematica) che l'obbligo di rettifica fosse limitato appunto alle testate e ai periodici online, con quell'inciso hanno scombinato tutto ed è evidente che giornali e periodici online non sono più i destinatari della norma, ma solo una fetta di un gruppo di destinatari più ampio.
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