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La base mi pare la stessa del multilink del Doblò, multilink che FIAT stessa definisce bi-link: http://www.fiatautopress.com/download/2009/FIAT_PROF/SCHEDE_TECNICHE/091216_FP_NuovoDobloCargo_ST_ITA.pdf Che poi i bracci siano 3 è vero. Il braccio longitudinale, probabilmente, va computato a parte (gli esperti parlano di multilink 2 + 1)
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta 2009
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E in quale parte questo multilink evoluto sarebbe più evoluto di un multilink "tradizionale" ? Che sia fuffa markettara non ci piove, comunque tu voglia leggerla
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta 2009
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E' un modo carino per dire che stiamo dicendo belinate? La strategia richiede pianificazione, qui navigano a vista, per cui parlare di strategia di Napoleone mi pare riconsocergli troppi crediti. Vedi, quello che io penso, e che sto cercando di spiegare nei miei termini, è che andiamo verso la dismissione. Magari con i conti a posto, ma sempre dismissione è. Fa' come ti pare, ma tieni il pulloverino come trofeo da appendere a mo' di testa di cervo. Significa?
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La sovra-produzione si ha anche in USA e perfino in Cina ci sono i primi segnali. Se però la soluzione è costruire le macchine in USA, cambiare lo scudetto ed importarle in Europa allora la sovra-produzione europea c'entra una cippa, è una mera questione di contenimento di costi e di raggiungimento di certi obiettivi con Chrysler. Dal punto di vista finanziario a breve termine l'operazione ha un senso. Se si considerano le macchine come lavatrici, l'operazione ha un senso. Se invece si considerano le macchine come qualcosa di più di meri elettrodomestici, qualche dubbio sul successo dell'operazione nel medio-lungo periodo viene. Visto che ti piace essere precisino, ribadisco: gli obblighi riguardano FIAT e non solo perché Chrysler è finita col culo a terra. Mettere a disposizione di Chrysler i concessionari FIAT del sudamerica e dell'europa, fornire il motore FIRE, fornire una piattaforma FIAT per sviluppare una macchina a basso consumo, sono tutti obblighi che si riverberano direttamente sul gruppozzo. Gli effetti, gli obiettivi, quelli sì che sono riferiti a Chrysler. Io vedo che BMW, VW, perfino la rediviva Opel, non hanno smesso di proporre nuovi modelli. Anche qui in FIAT stanno riducendo i costi, per cui ribadisco quanto scritto sopra, con l'aggiunta che bloccare lo sviluppo di nuovi prodotti, così a naso, non mi pare molto saggio. Le macchine vanno svecchiate, oppure la gente smette di comprare. FIAT è già negli USA, ma la vendita di Alfa avrebbe il pregio di dare al Biscione più chance di sopravvivenza. Del resto a che serve Alfa al gruppozzo? Sanno benissimo che non la possono usare per la politica del rebadging e che non è funzionale al raggiungimento degli obiettivi Chrysler. Io non mi impressiono di certo, guarda. Anche lì Napoleone dovrebbe decidersi. In base alla fase lunare, stante le sue dichiarazioni, gli americani ci battono in tecnologia oppure no. Ho tagliato alcune parti su cui non ho nulla da eccepire. Su Alfa... non sta vegetando, sta morendo. Se sta bene ai lancisti...
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E quindi avremo un futuro di Chrysler ricarrozzate (se va bene) di cui una buona parte devono essere prodotte negli USA. Alla faccia di FIAT Italiana e alla faccia di Alfa Romeo. No, sono obblighi di FIAT, c'è scritto nel M.T.A. Per il momento ha prodotto solo il congelamento di modelli da questa parte dell'oceano. Se vendessero Alfa avrebbero tutto il mio supporto a trasferirsi a Detroit. Giusto, platealmente. Però chiudono lo stesso. Non dico che sia sbagliato chiudere Termini Imerese, ma la voce grossa che fanno qui non la possono fare negli USA. Ed il gruppozzo, quando ci sarà la ripresa, avrà ben pochi modelli da vendere sul mercato italiano. Magari Napoleone ha capito tutto e i suoi omologhi di altri gruppi una cippa. E' una possibilità. Alfa con i soli segmenti bassi muore. Che la vendesse. Il problema è che deve sforzarsi di vendere Chrysler anche qui. E' fra gli obiettivi.
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Di quale arco temporale stiamo parlando? Perché mi risulta che in passato di pre-pensionamenti ne abbia fatto uso anche FIAT. Quello che Marchionne sta facendo è mettere a posto i conti di FIAT nel più breve tempo possibile, mettendo in secondo piano la politica di prodotto e i margini di crescita nel mercato per il medio/lungo periodo.
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Acs, io non faccio discorsi morali, mi adeguo all'evolversi della discussione. Poiché mi è stato contestato di essere anti-italiano nel criticare FIAT, ho cercato di dimostrare che FIAT, per scelta o necessità non importa, ha deciso di spostare il suo baricentro al di là dell'Atlantico. Per cui, accettando (SIC) a meri fini dialettici il principio che si deve idolatrare l'Italianità, a maggior ragione si dovrebbero criticare le attuali politiche FIAT. Il gruppozzo, nei confronti dell'Italia, non ha vincoli di incremento del livello produttivo, di mantenimento dell'occupazione, di espansione del mercato di vendita di quanto prodotto in situ. Questi vincoli li ha nei confronti del Governo degli Stati Uniti. Nonostante ci si gonfi il petto per il fatto che la FIAT, azienda Italiana, ha acquistato la Chrysler, azienda Americana, stanti le clausole e gli obiettivi contenuti nel M.T.A. e, ancor di più, nel LLC Operating Agreement, è come se Chrysler si fosse magnata FIAT (l'avrò ripetuto mille volte). Per quanto sopra esposto, anche usando il metro di lettura del nazionalismo, francamente faccio fatica a capire come ci si debba schierare ciecamente per il gruppozzo. Ritornando invece ai marchi e ai relativi prodotti (chiave di lettura IMHO ben più seria), IMHO c'è poco da stare allegri. Lancia diverrà un modo per favorire la vendita di Chrysler in determinati mercati, Alfa non avrà nulla di proprio sopra il Segmento C per non pestare i piedi alle Chrysler. Rimane Maserati, ma a breve anche questo marchio verrà inserito nel giochetto di Marchionne pro-Chrysler. E a quel punto ci toccherà guardare con invidia a Lambo che, pur finita in mani straniere, ha ancora il suo cuore in Italia.
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Vediamo di condividere un po' di informazioni. Chrysler entra in fallimento (chapter 11). Nelle more della procedura di fallimento Chrysler viene scorporata (stile Alitalia). La parte migliore di Chrysler viene trasferita in una good company, i debiti e la rumenta rimangono nella bad company, Old CarCo LLC. Contempoaneamente FIAT s.p.a. costituisce su suolo a stelle e strisce una nuova società di scopo, denominata New CarCo Acquisition LLC e, a fronte del pagamento di 2 miliardi di dollari, acquisisce il 20% della good company. New CarCo Acquisition LLC, diventa Chrysler Group LLC. Chrysler esce dal fallimento e il suo posto viene preso da Old CarCo LLC. I cambi di nome diventano ufficiali. La proprietà di Chrysler Group LLC, risultante dalle operazioni di cui sopra, risulta essere: United Auto Workers Union (sindacati): 67,69% Tesoro U.S.A. : 9,85% Tesoro Canadese: 2,46% Fiat: 20% Subordinatamente al raggiungimento di determinati obiettivi, a FIAT, in forza del contratto d'acquisto, sarà consentito di ottenere *gratis* un ulteriore 15% di proprietà (a scaglioni del 5%) e la proprietà diverrà così divisa: United Auto Workers Union (sindacati): 55% Tesoro U.S.A. : 8% Tesoro Canadese: 2% Fiat: 35% A quel punto potrà comprare, se lo vorrà, ulteriori quote fino al raggiungimento del 51%. Fra gli obiettivi imposti a FIAT dall'accordo Chrysler troviamo: 1) mantenimento di una produzione in USA pari almento al 90% di quanto produceva Chrysler nel 2008 2) produzione in USA di almeno il 40% di quanto venduto complessivamente dal gruppo sul mercato globale 3) Incremento della presenza di Chrysler su mercati diversi NAFTA 4) non meglio precisata fuffa collegata all'ecologia e al risparmio di carburante che passa atttraverso la produzione in USA di un motore basato su tecnologia FIRE 5) accesso di Chrysler ai rivenditori FIAT del mercato latino americano 6) produzione negli USA di una macchina da 40 miglia per gallone di carburante costruita su piattaforma FIAT L'Operating Agreement, che contiene tutte ste pippe che ci interessano, non mi risulta essere pubblico, per cui gli obiettivi di cui sopra li ho ricavati da varie fonti. Fin qui siamo tutti d'accordo?
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Il mio commento non era rivolto al tuo commento, ma al commento di Marchionne Ecco, vedo che concordiamo
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Cioè, in tre settimane il Maglione ha cambiato radicalmente idea? Qui siamo a livello di disturbo dissociativo da personalità multiple.
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Io non sono di Milano, per cui nisba. E' vero che la Giulietta verrà mostrata con vetri oscurati per nascondere gli interni?
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A me per ora nulla, IMHO sono finito in qualche blacklist
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Mi ricollego parzialmente a questo aspetto. La "Old CarCo" (per intenderci Chrysler sotto Chapter 11) ha chiesto l'autorizzazione al giudice fallimentare di N.Y. di trasferire i contratti di fornitura governativi di auto elettriche alla Fiat , ovviamente dietro richiesta di quest'ultima. Operazione prettamente commercial/contabile o entrano in gioco anche le tecnologie?
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Credo che sul "patriottismo" e spirito italico ci si stia incartando un po' troppo. Per intenderci io non mi permetterei mai di andare ad accusare un possessore di Audi A4 di essere un traditore del tricolore. Mi sono però difeso quando mi è stato rinfacciato di criticare la FIAT per spirito anti-italiano. Possiamo tornare a parlare di macchine?
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Vedi, la mia posizione è molto più "patriottica" (lo dico ironicamente, eh, trovo assurdo fare la gara a chi è pià italiano) della tua. Io ho sempre avuto Alfa e a mia moglie ho comprato una 5oo. Ti risparmio l'elenco di macchine che ha avuto mio padre. Se ho cambiato idea non è perché un bel giorno mi sono svegliato con la Luna storta, bensì perché il quadro è radicalmente mutato.
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Ok, messo così il discorso è, in gran parte, condivisibile. Relativamente al "boicottaggio" di FIAT, tieni presente che la mia famiglia ha sempre avuto Lancia e Alfa, a parte una R4 che mio padre usava solo per andare in campagna, e che io stesso ho sempre comprato italiano. Cosa è cambiato? E' cambiato che il gruppozzo ha deciso di spostare il proprio baricentro fuori dall'Italia, congelare Alfa e trasformare Lancia nell'allestimento "Italia" della Chrysler (passatemela, sto semplificando). In aggiunta l'A.D. del gruppozzo si è permesso il lusso di sputare in faccia agli alfisti (categoria a cui appartengo per tradizione familiare e passione personale). Tutti questi fatti, peraltro concentrati in un brevissimo periodo, mi spingono a mettere da parte "l'italianità", per restare in tema con alcuni dei vostri post, che fino a ieri aveva certamente influito suoi miei acquisti, per cui in futuro, anche qualora dovessi aver bisogno di una segmento B, certamente il gruppozzo, per dirla con un eufemismo, non sarà più in cima alla mia lista di preferenze. In altre parole, col cavolo che gli do dei soldi, i MIEI soldi.
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Scusate, ma le critiche mosse a FIAT in questo forum da me e da altri sono collegate alla sua politica industriale e all'idea di prodotto, nonché alla gestione di marchi come Alfa e Lancia. L'italianità è stata tirata fuori da altri. Cioè, i pro-FIAT prima ci accusano di antipatriottismo e di filocrucchismo perché critichiamo un'importante realtà italiana, poi quando facciamo osservare che l'italianità è tirata fuori a sproposito perché il gruppozzo è sempre meno italiano, ci viene detto che è la tendenza dei mercati, che i tempi sono cambiati etc. etc. Insomma, decidetevi.
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Forse dovremmo tutti calmarci un po', perché se si comincia con gli insulti poi si finisce male. L'ho già scritto: criticare la FIAT non significa essere anti-italiani. Chi confonde il gruppozzo con la nostra nazione... be', ha saltato qualche lezione di storia a scuola. Non confondiamo l'Avv. Agnelli con Vittorio Emanuele II e Marchionne con Garibaldi (anche se probabilmente Marchionne un po' si crede l'eroe dei due mondi). Per il resto mi astengo.
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Premesso che qui si parla di macchine e non di altro, per cui mi pare ragionevole che FIAT sia, diciamo, più al centro dell'attenzione, il medesimo discorso è applicabile a tutte le realtà imprenditoriali piccoli e grandi. Quello che volevo dire col mio riferimento alla Costituzione è che FIAT ha sempre usufruito di aiuti Statali, aiuti che ha sempre preso ma che non sempre ha utilizzato con la finalità per cui erano concessi anche se, spesso, chi concedeva tali finanziamenti faceva confusione fra utilità sociale e assistenzialismo quando non addirittura clientelarismo. Nel 2010 FIAT, causa lo spostamento del suo baricentro dall'altra parte dell'Atlantico, per la prima volta si dichiara disposta a rinunciare agli incentivi (che fino a 2 mesi fa invocava piagnucolando) e, contemporaneamente, si dimentica di quanto ricevuto fino ad oggi (tanto che i suoi vertici arrivano a dichiarare, con faccia di bronzo da guinness, che FIAT non ha ricevuto nulla dallo Stato). Insomma, chi si lamentava che la FIAT scaricava sulla collettività e le casse pubbliche i propri problemi, senza restituire nulla in cambio, non aveva tutti i torti. Io credo che FIAT sia ancora in debito nei confronti dello Stato. Che lo Stato riesca ad escutere il suo credito è un altro paio di maniche, ma questo dipende dall'incapacità di chi ci governa.