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Può essere che abbiamo visto una serie diversa No, aspe', calmi. Forse non riesco a spiegare il mio pensiero. A me se le ventennali sono esentate dal bollo o tassate 100 euro al Kg non sposta nulla. Non sposta nulla per il semplice fatto che non ho e non ho mai avuto un'auto ventennale, né, salvo un breve pensiero quando si trattò di dar via la mitica 33 che mi fu regalata da mio padre, ho mai ritenuto intenzione di farmi carico di un'auto "vecchia". Fatte queste premesse, condivido con te e con Stev che la norma che si apprestano a cassare è stata applicata in maniera demenziale, per di più con la complicità, o comunque con la tolleranza, di chi doveva attestare la storicità dei singoli modelli. Ciò non toglie che la sua abrogazione (pregasi leggere tutta la legge di stabilità, non solo l'articolo in questione) ha come unica ragione quella di fare cassa. Ed è qui il problema: oltre a tutti i furbetti che c'hanno la "falsa" storica come prima auto e che fanno il dito medio a noi che paghiamo il bollo pieno, ci sono persone che, in vigenza di detta norma, hanno fatto valutazioni anche di carattere economico e hanno concluso di potersi far carico dei costi della manutenzione di un'auto da usare realmente come storica. Queste persone vengono punite insieme alle altre. E loro non se lo meritano. Concordo. Ma chiaramente non è stata questa valutazione a muovere il legislatore.
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Io non giustifico le scorciatoie, non l'ho mai fatto. Pretendo però di non essere trattato come una mucca da mungere. E la giustificazione "ti tocca pagare di più a causa dei furbi" vale fino ad un certo punto. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Anche quattro
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E quindi tanto vale ammazzare tutti di tasse così quelli che non fanno i furbetti sono cornuti e mazziati? No, mi spiace, ok al trattamento con bastone grosso e nodoso per i furbetti, ma qui si mazzolano indistintamente tutti, con la scusa che anche se non hai fatto nulla comunque te lo meriti.
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Potrebbero essere uguali a quelli della mia 170cv. Se è così apprezzo ancora di più la scelta (p.s.: anche la mia è grigio antracite). In N il cambio è un po' lento, soprattutto in scalata (ti dà l'impressione di volerci pensare prima di dar retta al tuo comando). In D è molto meglio.
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta my 2014
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Stai estremizzando. Le "gomme un po' consumatine" vanno benissimo (sempre che nel concetto "un po' consumatine" non rientrino quelle "un po' molto consumatine") e della ruggine nella portiera qui non frega nulla a nessuno. La tassazione sulle auto è sproporzionata ed indecente, ma il problema non lo risolvi azzannando chi rileva che una norma per tutelare le auto storiche in realtà veniva anche usata per altri fini. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Innegabile. Su questo, ma l'ho già detto, sono d'accordo solo parzialmente. Un conto è se si parla della manutenzione (che deve essere fatta regolarmente e su di essa occorre che chi di dovere vigili), un conto è il prelievo fiscale sull'automobilista. Paradossalmente l'auto è più un lusso in Italia che in Germania (dove stanno meglio di noi) e la differenza la fanno le tasse.
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No, probabilmente mi sono lasciato prendere dalla mia logorrea e quindi mi sono spiegato male. La circolare ministeriale dice che se c'è fringe benefit non c'è comodato e se non c'è comodato non si applica l'obbligo di aggiornamento di intestazione in libretto. Questo è sbagliato. Il fringe benefit è un mero concetto fiscale, non un istituto civilistico e, secondo le regole fiscali, il fringe benefit può esserci anche in caso di comodato, tant'è che (scusa se allargo un po' il discorso oltre il tema autovettura), l'art. 51 TUIR parla anche del fringe benefit consistente nel comodato di immobili o fabbricati. Ad essere sbagliato pertanto è proprio il criterio distintivo suggerito dalla circolare ministeriale "se c'è fringe benefit non c'è comodato". In merito al tuo P.S., c'è un'altra cosa interessante. Il Codice della Strada, art. 94 c. 4bis, non limita l'obbligo in questione al comodato che, infatti, lì non viene neanche menzionato. C'è tuttavia un rimando al regolamento di attuazione del C.d.S. che, invece, il comodato lo menziona (art. 247-bis): Ma l'art. 247-bis, comma 2, non contiene solo la lettera a), contiene anche una lettera (il medesimo obbligo si applica anche in caso di locazione più lunga di 30 giorni), una lettera c), una lett. d) e, soprattutto, una lettera e), classica norma di chiusura, in cui si legge: Quindi non è neanche vero (fringe benefit oppure no) che se non c'è il comodato l'obbligo di aggiornamento non sia operante.
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Ok, fornisco la risposta al Quiz (nessuno ha vinto il peluche di Marchionne, la prossima volta metto in palio un biglietto per uno spettacolo di Sasha Grey). Ripartiamo dalla circolare del ministero dei trasporti, che dice: Ma cos'è veramente un fringe benefit? Ci viene in soccorso l'art. 51 del TUIR che, ai commi 1 e 3 , recita: In particolare, di seguito, sugli autoveicoli il medesimo art. 51 recita: Il combinato disposto delle varie disposizioni porta chiaramente a concludere che la concessione dell'auto aziendale al dipendente: 1) è fringe benefit se viene data per uso esclusivamente personale del lavoratore 2) è fringe benefit se viene data per uso promiscuo, cioè per uso misto personale e lavorativo 3) NON è fringe benefit solo se viene data per usi strettamente ed esclusivamente riconducibili all'ambito del lavoro (questo punto è meglio esplicitato nella circolare 326/E del 1997). 4) ai fini della qualificazione dell'auto come fringe benefit NON è rilevante lo strumento giuridico con cui si attribuisce l'uso dell'auto aziendale, quindi il comodato non è affatto escluso. Su quest'ultimo punto bisogna spendere due parole. La circolare del ministero dei trasporti dice che, in caso di fringe benefit, l'uso dell'autovettura aziendale costituisce corrispettivo della prestazione lavorativa, quindi non può considerarsi comodato, quindi è escluso l'obbligo di aggiornamento della carta di circolazione. Questo è falso. In una buona percentuale dei casi l'auto aziendale viene proprio ed esplicitamente concessa con contratto di comodato. Questo perché il comodato ha molteplici vantaggi. Se è vero che l'auto data in uso al lavoratore a tale titolo non consente di evitare l'imposizione fiscale e contributiva sul suo valore convenzionale come fringe benefit (vedi sopra), è anche vero che in caso di comodato: 1) il lavoratore è maggiormente responsabilizzato per la custodia dell'autoveicolo (cfr. art. 1804 e ss. del codice civile) 2) il datore di lavoro può chiedere anticipatamente la restituzione del veicolo senza che il dipendente possa avanzare alcuna pretesa (es. domandare un'altra autovettura o pretendere un indennizzo compensativo in busta paga). Quanto sopra vale pertanto a smentire l'assioma "nel caso di fringe benefit non c'è comodato".
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Il 10 c'ho il cambio gomme ed il tagliando della 5oo. Certamente non è una coincidenza.
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Montare un cambio "rigenerato" quanto farebbe risparmiare?
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- j-gian
- grande punto
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La norma è una boiata e la circolare è la classica soluzione all'italiana del "facciamo le cose un tot al chilo". Un esempio palese è ove si dice che qualora l'auto sia data come fringe benefit, questo non si può considerare come comodato e quindi l'obbligo di annotazione non opera. Regalo un peluche di Marchionne in scala 1:1 a chi individua l'enorme cazzata.
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Il consiglio che posso dare è di non farsi prendere dalla paranoia. Perché non ti ha chiesto quelle info di persona? Perché erano facilmente e pubblicamente disponibili. Vuole saggiare la tua propensione a mollarlo in favore di un lavoro diverso e potenzialmente più appagante? Forse, ma questo non ti deve certo preoccupare. Il rapporto di lavoro, in un certo senso, è proprio come il matrimonio, funziona meglio se uno non dà l'altro per scontato.
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E' uscita una nuova circolare del Ministero dei trasporti: http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=20450 Al di là del burocratese dà alcune notizie utili. Ovviamente alcune in parziale contrasto con la legge Ma l'Italia è fatta così, si fanno uscire leggi scritte ad minchiam e poi si aggiusta il tiro con circolari e comunicati stampa.
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Ma poi lo richiude
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- compact us wide
- cusw
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Anche qui non concordo. Per prima cosa, e non a caso, avevo scritto che il mio discorso era al netto dei "furbetti". Tolti dal piano della discussione i furbetti (che tanto un modo per cavarsela lo trovano sempre), restano tutti gli altri, cioè gli automobilisti che vengono trattati come mucche da mungere finché non schiattano. Poi, per quanto riguarda il discorso "lo Stato ti deve mettere a disposizione il servizio di mobilità", io sono d'accordo, ma con alcuni importanti caveat. Non solo il servizio ci deve essere, ma deve essere anche funzionante, efficiente e dignitoso. Siccome in molte realtà questo non accade, e siccome la mobilità è un diritto, io trovo immorale ed ipocrita l'atteggiamento del classico politico/burocrate "green" che sostiene che l'auto debba essere gravata di ogni balzello possibile ed immaginabile per incentivare i trasporti pubblici o comunque per il bene dei cittadini. Ma dirò di più: se anche lo Stato (attraverso le sue articolazioni locali) fosse pienamente adempiente rispetto all'obbligo di dare un servizio di mobilità pubblica coi fiocchi, troverei comunque sbagliato usare il fisco come randello per convincere i cittadini a cambiare le loro abitudini, perché sarebbe un approccio degno di uno stato paternalistico ed etico. Il mio Stato ideale lascerebbe che fosse la qualità e convenienza del servizio pubblico a convincere i cittadini ad utilizzarlo perché, nel mio Stato ideale, le tasse, da richiedere al contribuente nella misura strettamente necessaria, non un euro di più, devono servire a pagare servizi efficienti da offrire ai cittadini e a nient'altro. Riportando il discorso dal piano della filosofia a quello più pragmatico della realtà quotidiana, in cui le tasse pagate dall'automobilista (e non solo) vengono usate per tappare i buchi lasciati dagli sprechi, dalla malagestione e dalle clientele foraggiate coi soldi pubblici, qui si discuteva di un altro specifico aspetto: gravare di un ulteriore adempimento (con conseguente balzello) i possessori di auto con più di nove anni di età. Ed è una cazzata immane, perché la revisione annuale in questa ipotesi non serve ad una beata cippa in termini di contenimento dell'inquinamento e di miglioramento della sicurezza stradale.
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Sì, messa in quei termini la cosa è molto più corretta. Unica precisazione: il comodato è un contratto a forma libera. E' vero che il D.P.R. n. 131/1986 prevede l'ipotesi di registrazione del contratto di comodato di beni mobili, ma solo se esso è stipulato in forma scritta e solo se di esso occorre far uso (es. in giudizio). Quindi, in pratica, ritorniamo al principio "il comodato è un contratto a forma libera". Né il codice della strada, né il suo regolamento di attuazione prevedono distinguo sulla forma del contratto di comodato, quindi, in teoria, l'obbligo potrebbe sussistere anche nel caso di comodato orale*. In teoria, perché alla fine la disponibilità esclusiva del mezzo per più di 30 giorni da parte dell'avente causa è indimostrabile. * L'articolo 94, c 4-bis del C.d:s. parla di "atti (...) da cui derivi una variazione dell'intestatario della carta di circolazione ovvero che comportino la disponibilità del veicolo, per un periodo superiore a trenta giorni, in favore di un soggetto diverso dall'intestatario stesso". Per "atti" non si intendono i "pezzi di carta", ma i comportamenti umani volontari che abbiano effetti giuridici. Tutti i contratti (ed il comodato è un contratto), anche non stipulati per iscritto, sono anche atti giuridici.
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Non concordo. Al netto dei furbetti che trovano il modo per fregare il sistema, non ci troviamo di fronte alla mentalità "l'auto è un mio diritto anche se non me la posso permettere", ma, al suo opposto: "ti puoi permettere l'auto? trovo il modo di farti cambiare idea a colpi di tasse e burocrazia". Mantenere l'auto in Italia (parlo di adempimenti vari, balzelli di ogni tipo, etc.) è più difficile ed oneroso che in altri paesi della UE. Quindi è chiaro che alcuni di quelli che non si possono permettere l'auto non se la possono permettere non a causa degli oneri di mantenimento in efficienza e manutenzione del mezzo, ma perché qualcuno ha deciso che l'automobilista debba vivere una vita di sofferenza ed espiazione. Bada bene, è un discorso che può essere tranquillamente traslato a molte altre situazioni.