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loric

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  1. In ogni caso è ovvio che i dissapori fra ascella pezzata e bellicapelli devono avere ragioni più profonde.
  2. Sono ragionevolmente sicuro che i mancati risultati sportivi della Ferrari nell'ultimo periodo non siano il primo motivo di frizione fra le parti in causa
  3. Allora... la spesa per consumi in teteschia ha avuto un crollo nei primi anni 2000. Insieme al calo del PIL è la cosa che ha dato il via al c.d. piano Hartz. Questo per far capire da dove si partiva. Nel 2012, ultimi dati dati che ho a disposizione dopo una ricerca veloce (sperando che siano dati attendibili e consolidati, prendeteli con beneficio di inventario), fatta 100 la spesa per consumi in Eu28, la Germania cubava il 19,7%. Più della Francia, dell'UK, dell'Italia, della Spagna... Fate vobis.
  4. Fra i parametri imposti dalla UE c'è quello del surplus commerciale non superiore al 6% per più di 3 anni di fila. La sostanza è che la Germania non importa abbastanza dagli altri Stati membri.
  5. Guarda, io non sono un economista, per cui su certi temi non insisto più di tanto. Neanche tu sei un economista, si vede, ma evidentemente sei convinto di aver acquisito un PhD sui blogge. Buon per te. Però quando dici che il jobsact è pensato per la svalutazione salariale, considerato che da giuslavorista di queste cose ne mastico un po', ti dico senza timore di smentita che stai prendendo una cantonata. Per svalutare il salario e per aumentare la precarietà, il modo migliore è o lasciare le cose come stanno o addirittura aumentare le rigidità del mercato del lavoro. Sarebbe anche un discorso interessante da fare, si potrebbero citare i numeri ISFOL ed eventualmente quelli ISTAT (più precisi i primi, meno precisi i secondi ma meglio raffrontabili in quanto destagionalizzati), ma ho la vaga impressione che la discussione andrebbe in vacca comunque nel giro di 3 post, come è successo con la storia degli 80€, per cui mi ritiro in buon ordine.
  6. Il mio "post sull'IMU" si riduce ad una frase in un post tutt'altro che breve in cui scrivevo Se questo per te è inneggiare all'IMU allora noi due abbiamo studiato l'italiano su due vocabolari diversi. E quindi? Smentisce il fatto che ho scritto sopra, cioè che non ha risolto i problema della tassazione sulla casa? O forse lo conferma? Senza offesa, non sai di cosa stai parlando. Non conosci la precedente disciplina e non conosci l'attuale. Non è mai esistito in nessuna legge il divieto di licenziamento se non hai il bilancio in rosso. E per quanto riguarda i controlli previsti dal'art. 18 nel testo post-Fornero, ci sono come c'erano prima. Il lavoratore deve solo impugnare il licenziamento. Il datore di lavoro invece deve dimostrare rigorosamente l'esistenza dei motivi alla base del licenziamento e l'impossibilità o l'evidente antieconomicità di adibire il lavoratore ad altre mansioni (obbligo di repechage). Per quanto riguarda il mio presunto "inneggiare all'operato di Monti", mi spiace ma non mi faccio trascinare nella discussione politica. Quindi in sostanza ti lamenti perché nessuno prima aveva evidenziato le criticità degli 80€, ed ora che l'ho fatto io (peraltro mi è stato chiesto di farlo) sostieni che è un modo per distogliere l'attenzione dalle riforme e dal rilancio dell'economia.
  7. Non mi riferivo al multiquote quando parlavo di minestrone, bensì al fatto che ogni volta in cui la discussione sembra finalmente andare avanti in modo costruttivo e seguendo un minimo di filo logico, poi arriva quello che spariglia tutto con risposte che non c'entrano una mazza. Un po' come quando uno parla del fatto che in Italia poche cose funzionano bene, facendo l'elenco, e l'altro gli risponde "ma l'edilizia non può delocalizzare e voi prendevate per sciakimisti quelli che parlavano della curva di Laffer". Che minchia c'entra? Così come non c'entrano una minchia TASI e IMU col mio post sugli 80€. La sostanza è che se devi rispondere ad una cosa che ho scritto io, per giunta quotandomi, allora, perdio, rispondi a quello che ho detto io. Oppure evita di citarmi e parla di quello che ti pare, non è così difficile. Guarda che le dichiarazioni di Guidi le ho lette anch'io, e ti posso assicurare che le ho capite. Quello che non capisco è che razza di complotto pensi che ci sia dietro. Si può licenziare anche quando non si è in crisi, si licenziava anche prima del 2008. Oggi cambia che la disoccupazione sta diventando pericolosa (e lo sarà ancora di più quando finiranno i soldi della cassa in deroga) ed un richiamo alla responsabilità da parte del ministro, nei confronti di chi se lo può permettere, ci sta, ma non è neanche 'sta cosa straordinaria. Non ci ho capito nulla di quello che hai scritto. Proprio ieri mi sono comprato una felpa con scritto "Più IMU per tutti". Dai Luca, che stai dicendo? Cioè veramente pensi che l'IMU abbia ammazzato l'edilizia? Ma veramente? Sai da quando l'edilizia ha cominciato ad andare a puttane? Dal 2008/2009. Io lo so benissimo perché la prima grossa impresa edile che ho visto fallire (mi sono occupato della parte dipendenti) per ragioni allora "strane" (ma divenute ben più chiare successivamente) è saltata nell'autunno del 2008. Nel 2010 era già bagno di sangue. Nel 2011 non ne parliamo. L'IMU è stato introdotto nel 2012. Di certo non ha fatto bene alle imprese, soprattutto perché a furor di popolo (la gggente) fu mantenuta l'imposizione sul c.d."magazzino", cioè gli immobili ultimati ma non ancora venduti dalle imprese ("se io pago l'IMU lo devono pagare anche i palazzinari cementificatori"), ma se vogliamo trovare dei colpevoli cominciamo a guardare agli alti costi di transazione e alla stretta creditizia che, unita al calo della propensione all'acquisto cagionato dalla crisi, ha fatto scoppiare la bolla. Guarda, se sostieni che l'attuale tassazione sulla casa è demenziale, sfondi una porta aperta. Ma lo è divenuta dopo la pseudo-abrogazione dell'IMU sulla prima casa del precedente governo. Adesso, veramente, non ci si capisce più una mazza. E comunque, ripeto, che c'entra con quello che ho scritto io? E secondo te ero io che facevo quelle ottimistiche previsioni di crescita? Io quella misura l'ho sempre criticata, fin dal momento in cui è stata fatta vedere la prima slide che ne parlava, cribbio! Fammi un favore: se rispondi a me per criticarmi, riferisciti a cose che ho detto o scritto io. Ed io non ho mai magnificato il bonus degli 80€. Io rispondo delle mie azioni, non di quelle degli altri. Non si è mai pensato ad un bonus fiscale lordo per il semplice fatto che, per la sua natura, un bonus fiscale NON può essere lordo visto che non è soggetto ad imposizione fiscale. Non capisco che vuoi dimostrare. Mi è stato chiesto di spiegare perché, secondo me, gli 80€ sono distorsivi. L'ho fatto. Che diavolo c'entrano l'IMU e, soprattutto, perché te la prendi con me per la TASI?! Ma come si fa a discutere quando ogni 3 post il thread diventa un minestrone di temi senza filo logico? Come peraltro avevo già scritto sopra eh.
  8. A me invece dà fastidio il minestrone senza senso che viene fuori ogni tre post, ma è ovviamente questione di gusti personali. Alcune cose: 1) non è il ministro del lavoro ma il ministro dello sviluppo economico 2) non è un lui ma una lei. Poi non ho capito dove sarebbe la notizia, dice cose di buon senso e pure un po' banali. Perdonami, io dico che ci sono milioni di cose che non funzionano e tu mi rispondi che l'edilizia è depressa e che Laffer non è uno sciakimista. Ma che c'entra, scusa? Tre cose: 1) gli 80 euro sono assimilabili ad un'imposta negativa, quindi, per definizione, non si può parlare di lordo. Se hai diritto agli 80€ ti ritrovi in busta paga 80€ netti in più, non 50. 2) dubito che la TASI sia cresciuta di 640€ in un anno 3) chi è loris? Perdonami: quando in un precedente post ti rispondevo secondo te a chi mi riferivo? E ti assicuro che per quella cazzata immane del 15% derivante da una lettura di un comunicato del Censis di cui non aveva capito una benemerita cippa, un sacco di gente l'ha criticata (me compreso). E ad ogni occasione lo faccio ancora, rinfacciandogliela. Però ciò non le ha impedito di andare a Bruxelles con i voti degli italiani
  9. Premetto che sto andando di getto e a memoria, per cui ci potrebbero essere errori non tanto concettuali, quanto di forma Che cos'è il bonus 80€ e perché si chiama bonus Il bonus 80€ non è una tipica riduzione fiscale e neanche una restituzione di tasse, tant'è che, in determinate circostanze, il bonus supera l'IRPEF effettivamente dovuta dal contribuente. E' una tipica misura di redistribuzione, a qualcuno vengono date (in parte) le tasse pagate da qualcun altro. Per il 2014 il bonus spetta per 8 mesi su 12 ed ammonta ad un importo annuo massimo teorico di 640 euro. Il bonus viene erogato mese per mese (la prima erogazione è avvenuta con la retribuzione di maggio) unitamente alla normale retribuzione, sulla base di un calcolo previsionale effettuato dal datore di lavoro. Poiché il bonus è collegato al reddito percepito in tutto il 2014 (di fatto ogni mese viene solo anticipato), a fine anno, in sede di conguaglio, il datore di lavoro verificherà a consuntivo l'effettiva spettanza e provvederà all'eventuale recupero del bonus pagato in eccesso. A chi spetta Spetta ai contribuenti percettori di reddito da lavoro dipendente e assimilati a condizione che l'IRPEF lorda teorica dovuta sia superiore alle detrazioni base da lavoro dipendente. Ulteriori detrazioni, come quella per familiari a carico, non rilevano. Il bonus spetta in misura piena (640 euro) fino ad un reddito imponibile IRPEF di 24.000 euro anno, oltre detta soglia si riduce proporzionalmente fino ad azzerarsi a 26.000€ di reddito. Inizialmente il governo lo "vendeva" come misura dedicata ai soli lavoratori dipendenti titolari di un rapporto di lavoro subordinato, nonché ai collaboratori coordinati e continuativi e a progetto. Infatti il governo, a norma già fatta e pubblicata, dichiarò che si trattava solo di un primo passo, successivamente sarebbe stata estesa ad altre categorie di contribuenti, fra cui i percettori di ammortizzatori sociali ed i disoccupati. La cosa abbastanza divertente, se non ridicola, è che in base ai principi generali che regolano l'IRPEF (cfr. art. 6 TUIR), le indennità di mobilità, disoccupazione e CIG sono redditi sostitutivi di quello di lavoro dipendente e sono ad esso totalmente assimilate. La cosa è stata rilevata da una circolare esplicativa del MinFinanze (e qui probabilmente il Ministero delle Finanze si è comportato da bastard inside) che descriveva la disciplina del bonus. Una volta uscita la circolare ministeriale e metabolizzato questo piccolo dettaglio (che peraltro ha comportato lo sforamento delle iniziali previsioni di costo), il governo ha abbozzato e ha emesso un comunicato stampa in cui sostenevano di aver esteso, in via interpretativa (sic.), il bonus a disoccupati e cassintegrati. Ribadisco: il governo si è accorto di aver dato gli 80€ ai disoccupati e cassintegrati solo dopo la pubblicazione della norma e solo quando il MinFinanze lo ha scritto in circolare. Ritornando alle condizioni di spettanza collegate al reddito. Cosa significa "a condizione che l'IRPEF lorda teorica dovuta sia superiore alle detrazioni base da lavoro dipendente"? In soldoni significa che non spetta a chi ha un reddito pari od inferiore agli 8.000€ imponibili annuo. Si tratta dei c.d. "incapienti" di cui hanno parlato per molto tempo i giornali. Criticità A parte la ratio del bonus, che qualcuno può considerare giusta od ingiusta a seconda dell'orientamento politico (ma non chiamatelo riduzione del cuneo fiscale, perché è tecnicamente altra cosa, cioè pura redistribuzione), le criticità sono collegate alle condizioni reddituali di spettanza. La prima è forse la più evidente: taglia fuori i più bisognosi, cioè quelli che hanno un reddito pari od inferiore ad 8.000€ annui. Peraltro, se si volevano rilanciare i consumi, questa è una palese contraddizione perché, come tutti sanno, i contribuenti con la maggior propensione marginale al consumo sono quelli coi redditi più bassi. Un'altra criticità è rappresentata dallo scalone secco. Se ho 8.000 euro di reddito imponibile annuo, non pago l'IRPEF perché sono incapiente e rientro nella "no-tax area" e alla fine del'anno ho guadagnato 8.000 euro netti (d'oh). Se ho 8.001 euro di reddito, pago l'IRPEF su 1 euro (in realtà no per via degli arrotondamenti) ed in più lo Stato mi regala 640€ di bonus. Quell'euro in più di reddito, lo ripeto, mi fa incamerare 640€ di bonus che si aggiunge a quanto guadagnato. Ci può anche essere anche il caso opposto, cioè quello del lavoratore che, in corso d'anno, percepisce il bonus mese per mese, ma a causa di una sfiga sopravvenuta, alla fine dell'anno il suo reddito cala e non supera la soglia degli 8.000 €. A quel punto gli tocca restituire il bonus già percepito. Più complessa è l'altra criticità, che si manifesta nella fascia di reddito compresa fra i 24.000 e 26.000 euro, ciò in virtù del fatto che i 640€ si riducono proporzionalmente fino ad azzerarsi in un range di soli 2.000 €. Ogni euro in più di imponibile (e sottolineo imponibile, non retribuzione netta) in quella fascia mi costa 32 eurocent di Bonus Renzi, che sono netti. In sostanza per ogni euro in più di imponibile mi restano 0,73€ al netto dell'IRPEF (l'aliquota marginale in quella fascia è al 27%) ma perdo altri 0,32€ per effetto della riduzione del bonus Renzi. Ho un'aliquota marginale percepita del 59% che neanche Berlusconi, con i suoi milioni, subisce. In sostanza chi si trova in quella fascia di reddito, se, per esempio, deve decidere di fare dello straordinario, ci pensa 3 volte perché è più la fatica che il guadagno. Il bonus, infine, suscita diverse perplessità per l'esclusione dei pensionati, che risulterebbero discriminati in base agli artt. 3 e 53 Cost., ma queste sono discussioni fra giuristi e, come sempre, c'è chi sostiene una tesi e c'è chi sostiene l'esatto contrario. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Minchia, mi sa che ho esagerato... e non ho neanche parlato dello sbagassamento della curva dell'IRPEF
  10. Preferirei avere anche il conforto di un moderatore
  11. Posso dimostrarti matematicamente perché è sbagliato e demenziale, ma non so se sia consentito (siamo ad un pelo dalla discussione politica).
  12. Luca, problemi complessi spesso richiedono soluzioni complesse. L'Italia deve mettere a posto la sua macchina burocratica, dotarsi di leggi chiare, di un sistema giudiziario veloce. La politica deve smettere di buttare soldi nello sciacquone per far contenta la ggente che così la vota. L'abrogazione dell'IMU da parte del precedente governo è servita a far contenta una parte dell'elettorato e a buttare soldi nel cesso e non ha risolto il problema della tassazione sulla casa. Il bonus degli 80€ dato da Renzi, di grosso impatto (mediatico ma non economico), avrà migliorato l'appeal del Fiorentino nei sondaggi, ma ha introdotto distorsioni enormi nella curva dell'IRPEF e, cosa ancora peggiore, discriminazioni fra contribuenti anche nell'ambito della stessa tipologia di reddito. E, come prevedibile, non ha inciso sul rilancio dei consumi se non per qualche politico di secondo piano che non è in grado di capire neanche quello che c'è scritto in un comunicato del Censis. Sull'assunzione di 150000 precari della scuola neanche mi pronuncio perché verrei bannato. Durante la prima fase del governo Monti fu iniziato un percorso virtuoso di riforme che, dopo pochi mesi, si sfilacciò fino ad impantanarsi completamente. A prescindere dalle valutazioni che uno può dare a questo o quel governo, da allora non si è fatto un'emerita cippa di cazzo per rimettere il paese in condizioni di competere. L'uscita dall'euro è l'ennesima furbata all'italiana che fa presa perché propagandata come "ci permetterà di essere competitivi pur continuando a fare quello che abbiamo sempre fatto, cioè i furbetti del quartierino".
  13. Scusate, ma qui stiamo discutendo di nulla. Ci sono milioni di cose che non funzionano in Italia. L'idea che siano imputabili alla valuta o alla Merkel o alla Germania, è una enorme cazzata, visto che esistono da quando la Merkel andava alle elementari, la Germania aveva dei grossi problemi e l'euro non era ancora stato inventato. Sarebbe utile, ogni tanto, spulciare i vecchi archivi dei giornali per rinfrescare la memoria sui tempi in cui le baby pensioni venivano considerate una figata, l'inflazione era a due cifre, i politici si opponevano a qualsiasi tentativo di riqualificare (mica dico ridurre) la spesa pubblica e i politici si compravano i voti con le regalie a questo o quel gruppo di interesse. Pensioni ed inflazione a doppia cifra a parte (le prime messe parzialmente in ordine da Dini prima e finalmente a posto dalla Fornero e la seconda vincolata dai parametri dell'unione monetaria), nulla è cambiato. Siamo ancora lo stesso Paese in cui i politici hanno come orizzonte temporale di programmazione, se va bene, le prossime elezioni, se va male la prossima puntata di Ballarò, ed in cui i gruppi di interesse (mica cattivi in generale, parlo di quelli che campano sulle rendite di posizione) devono essere blanditi. Il tutto con una P.A. che non funziona, con una politica di relazioni industriali che, nella regolazione delle dinamiche retributive, dimentica la produttività, una burocrazia che ammazza le imprese e ne impedisce la crescita, una politica fiscale che viene rivoluzionata ogni 2 mesi, un diritto che è tutto tranne che certo e l'idea che la produzione di ricchezza sia un peccato mortale. La teoria per cui il tutto possa essere rimesso a posto uscendo dall'euro è una cazzata immane, la moneta non ha poteri magici. Esistono due modi per risolvere il problema. Aspettare che la congiuntura economica mondiale si rimetta a posto da sola (o comunque grazie a qualcun altro), ma ci spererei poco, o farsi il mazzo per migliorare l'Italia. Non esistono soluzioni facili, non esistono soluzioni magiche, non esistono scorciatoie (le abbiamo già usate tutte). Chi dice diversamente è un cazzaro.
  14. Posso chiedere perché, a parte il fatto che sono Windows?
  15. Per colpa della Germania, della Merkel e dell'euro. Ed ora basta, per favore.
  16. C'è anche quello, ma fortunatamente è limitato ad alcune sedi provinciali INPS. Per inciso l'INPS è l'ente dove il federalismo ha raggiunto l'apice. Ovviamente in senso negativo. Se cerchi di farti ascoltare dalla sede periferica non ti cagano neanche di striscio, salvo beccare il funzionario di buon cuore. Se ti rivolgi alla direzione nazionale di Roma, giustamente incazzato perché a livello locale non ti filano, ti rispondono che non possono dare direttive alle sedi periferiche che hanno massima autonomia nella gestione dei problemi. Io ho avuto un'azienda a cui davano costantemente il DURC negativo perché ritenevano che fosse inquadrata nella gestione previdenziale sbagliata. Risultava edilizia, loro invece pretendevano che dovesse essere industria manifatturiera. Be', questi poveretti non solo pagavano i contributi con precisione Svizzera, ma pagavano molto di più di quanto avrebbero pagato se si fossero iscritti alla gestione contributiva voluta dall'INPS. Ovviamente le pretese dell'INPS erano demenziali, svolgeva (e svolge) lavori complementari all'edilizia, un'eventuale modifica di inquadramento avrebbe sì comportato dei risparmi in termini di contributi, ma un'impresa che partecipa ad appalti edili, fa lavori edili e non è inquadrata come impresa Edile, o si becca un DURC comunque irregolare, oppure un DURC regolare ma non valido per i lavori edili, con cui il committente, giustamente, si pulisce le chiappe. Dopo mesi di letteracce varie (nessuna risposta), richieste di chiarimento al livello centrale (a voce ti davano ragione, ma per iscritto ti rispondevano che la competenza è del livello locale), l'impresa ha risolto in altro modo: si è fusa con un'altra azienda il cui inquadramento previdenziale come edile non era mai stato messo in discussione dall'INPS. Ovviamente, anche questo, tutta colpa della Germania, della Merkel e dell'euro
  17. Ritornando al perché in Italia le cose vanno male (e non è un problema di euro), possiamo fare un esempio pratico. Tutti sappiamo che la P.A. è un pessimo pagatore. L'azienda privata fa il suo bell'appaltino per conto del pubblico, emette fattura, la invia alla P.A. e... be', quella viene messa nel congelatore. Qui si innesca un meccanismo abbastanza perverso collegato al DURC, il documento di regolarità contributiva. La teoria è che l'imprenditore virtuoso che paga i contributi dei dipendenti si merita il pagamento, negli altri casi la P.A. trattiene il dovuto e si sostituisce all'imprenditore malandrino nel pagamento dei contributi. La teoria non fa un grinza. La pratica è un bagno di sangue. Cosa succede: dopo mesi e mesi di ritardo, la fattura dell'appaltatore viene levata dal congelatore. Il povero appaltatore, sia per la crisi, sia perché magari ha la sfiga di lavorare molto col pubblico che paga a babbo morto, dopo la fine dell'appalto si è trovato a non aver abbastanza soldi per pagare i contributi, per cui il suo DURC viene rilasciato come irregolare. La spiego in un altro modo: di sovente, negli ultimi tempi, non finisce nella lista nera degli imprenditori irregolari solo l'imprenditore malandrino, ma ci finisce anche quello divenuto irregolare perché senza soldi a causa dai mancati o ritardati pagamenti della P.A. per sbloccare i quali, paradossalmente, gli serve la regolarità contributiva. Nel 2013 è uscito il D.L. 35/2013 (noto come decreto per lo sblocco dei pagamenti della P.A., a firma Monti e Passera) che intelligentemente, preso atto di questo andazzo (spesso le P.A. contano sul ritardo per provocare l'irregolarità sopravvenuta dell'appaltatore e quindi non pagare), prevede che la P.A. possa bloccare i pagamenti solo in caso di irregolarità già in essere al momento dell'emissione della fattura da parte dell'appaltatore. In questo modo, in teoria, viene meno il giochino "ti faccio aspettare, ti metto in ginocchio, diventi irregolare, a quel punto non ti pago proprio). Nella pratica di questo fantastico paese e dopo più di un anno (il DL Monti - Passera è dell'aprile 2013), INPS e INAIL certificano la regolarità o irregolarità riferita soltanto alla posizione dell'azienda al momento della richiesta del DURC. Cioè NON vogliono prendersi la briga di andare a verificare la situazione pregressa dell'azienda, cioè alla data che la P.A. deve indicare nella richiesta come emissione della fattura. La P.A., quindi, mesi dopo l'emissione della fattura, richiede il DURC, specificando nella domanda che il periodo di accertamento deve essere riferito alla data X (coincidente appunto con l'emissione della fattura). INPS ed INAIL se ne strafottono e verificano comunque la posizione all'ultimo mese disponibile al momento dell'elaborazione del DURC medesimo. A quel punto la P.A. contatta l'appaltatore e gli dice: "amico mio, non posso verificare la tua situazione contributiva alla data X, mi è arrivato un DURC comunque irregolare, devo trattenere i pagamenti fino a quando non ti metti in regola. Non posso neanche pagare per conto tuo gli Enti perché non ho la certezza che l'irregolarità si sia verificata durante lo svolgimento dell'appalto. Sukka". Adesso hanno messo in piedi un nuovo mirabolante meccanismo per lo sblocco dei pagamenti della P.A. che prevede che l'impresa certifichi i propri crediti nei confronti della P.A. Nel caso che questi superino la eventuale scopertura nei confronti di INPS ed INAIL, l'impresa deve essere comunque considerata regolare. Visto il casino burocratico sto già ridendo...
  18. Gombloddo: la classifica per marchi mette Fiat molte spanne sopra a Volkswagen!1!! Rigombloddo: Alfa Romeo e Audi sono molto sotto FIAT e abbastanza sotto Volkswagen, ma fra le 2 c'è solo una minima superiorità della crucca sul biscione!1!!
  19. Quindi non svaluti, aspetti che gli altri rivalutino. Auguri.
  20. Interessante. E con quale meccanismo svaluteresti la nuovalira esattamente?
  21. In realtà la tua battuta rivela i limiti tipici dell'economia. E spiega perché gli economisti non hanno previsto certi eventi, oppure ne hanno previsti di altri che non si sono verificati.
  22. L'economia è una scienza sociale, per cui la sua scientificità sta nel metodo.
  23. No, che poi sul blocco del turnover vorrei dire un paio di cosette. I dirigenti del pubblico hanno l'obbligo di legge di fare, una volta all'anno, la "radiografia" del loro organico, evidenziando sia scoperture che eccedenze. Il tutto, sempre per legge, dovrebbe portare alla collocazione in disponibilità del personale eccedentario, finalizzato al suo inserimento a copertura dei posti vacanti in altre amministrazioni, ovviamente compatibilmente con la fungibilità delle professionalità e delle mansioni. Il tutto ha il fine di contenere i costi e favorire una allocazione efficiente del personale. Questo sempre in teoria. Qual è il punto? Il punto è che sindacati, dirigenza pubblica, dipendenti pubblici la politica... insomma, tutti quanti remano contro e quello che è previsto dalla legge non avviene. Invece cosa succede? Succede che nessuno in nessuna amministrazione evidenzia le eccedenze e, nel caso di posti vacanti, si fa ricorso agli inserimenti dei precari (per fortuna a partire da Monti da questo punto di vista si è cominciato a mettere dei paletti). Roba che se i privati facessero ricorso al lavoro precario come lo hanno fatto certe amministrazioni, sarebbero stati rasi al suolo da vertenze e sentenze di condanna dei giudici del lavoro. Quindi le eccedenze rimangono dove stanno, magari a giocare al solitario al PC, gli uffici con scoperture invece usano i mezzucci e pieghe della legge, riducono l'efficienza del servizio e buttano moli di lavoro assurde sul personale (che c'è, eh) che ancora ha senso del dovere. Quindi, per l'ennesima volta, parole come austerity, accanimento contro le amministrazioni pubbliche, etc., sono usato o in mala fede o senza aver capito bene come vanno le cose. Ed in conclusione ribadisco che l'idea di uscire dall'Euro per poi attivare le magiche stampanti di banconote, è un'idea del cazzo. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Scusami, senza offesa, l'indicatore "spesa pubblica pro-capite" non indica una beata minchia, è stato usato una delle prime volte da Fassina per sostenere la tesi che la nostra spesa pubblica sarebbe addirittura troppo bassa e che l'Italia starebbe pagando lo scotto di oltre 20 anni di applicazione di idee "libbberiste" e mercantiliste. Lo stesso grafico, poi, è stato ripreso ad nauseam da tutti quelli che "ho letto tre blogghe, due storifai, visto 4 video su iutubbe e ora sono un esperto economista" che credono che l'uscita dall'euro potrà miracolosamente e magicamente trasformare l'Italia nella prima potenza economica europea.
  24. Stai di nuovo facendo confusione. Premetto che non condivido quasi nessuna delle scelte di politica economica adottate da questo governo. Lo dico non per aprire una discussione politica che sarebbe contro il regolamento, ma per farti capire che sto meramente ragionando sulla base del tuo (confuso) esempio. Lo Stato ha, diciamo così, un budget. La dimensione del budget dipende sostanzialmente da quanto incamera con le tasse e dalla dimensione dei debiti che può contrarre, meno le spese incomprimibili e l'interesse sul debito. Come spendere questo budget è la tipica decisione di politica economica che fa ogni governo in qualsiasi Stato del mondo. Questo governo, lo ripeto per te che sei particolarmente distratto, non sta effettivamente riducendo le spese (a fine anno vedremo per l'ennesima volta che la spesa pubblica sarà salita), ma sta facendo politica di spesa ben più di quanto stia facendo politica di tagli. Quest'anno abbiamo assistito / stiamo assistendo a: 1) bonus di 80€ a tutti i lavoratori dipendenti (privati ma anche pubblici) e categorie assimilate (collaboratori coordinati e continuativi, percettori di ammortizzatori sociali, etc.) con reddito superiore a 8.000€ anno ed inferiore a 24.000€ anno (nella fascia di reddito tra 24.000 e 26.000€ il bonus si riduce progressivamente fino ad azzerarsi) 2) assunzioni nella scuola (150.000 + forse altri 40.000) accompagnati dai prepensionamenti (questa parte è attualmente dibattuta) 3) prepensionamenti e contestuale assunzione / stabilizzazione di personale in altri comparti della P.A. 4) estensione ad ulteriori categorie di persone dei trattamenti pensionistici di maggior favore precedenti alla riforma Fornero (per favore, non parliamo di esodati, il problema era stato già risolto, con manica larga, nel 2012/2013) 5) tante altre cose che certamente avrò dimenticato Per far fronte ai maggiori costi derivati da queste operazioni, il governo ha deciso di aumentare alcune tasse (per esempio quelle sulle partite che Renzi chiama "rendite finanziarie pure" che neanche lui sa cosa significa) e tagliare alcune spese. Fra le spese tagliate vi sarà anche il rinnovo delle retribuzioni dei dipendenti della P.A. per il prossimo anno. Ora non venirmi a dire che, alla luce delle misure che ho elencato, il comparto pubblico nel suo complesso viene mazzolato e sacrificato. Si stabilizzano "precari", si fanno nuove assunzioni, si mandano dipendenti pubblici in pensionamento anticipato, si danno gli 80€ di bonus fiscale... Seriamente, di che cavolo stiamo parlando?
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