Per il 2013 scompare l'IMU sulla prima casa.
Il conto (4,9 miliardi) sarà pagato dall'industria del gioco (ma non è una tassa in più, c'è un contenzioso in atto, lo Stato rinucia ad un miliardo e mezzo e offre una pietra tombale sul pregresso in cambio di 700 milioni subito), dall'IVA sullo sblocco dei pagamenti della P.A. e aumentando la tassazione sulle seconde case: per la precisione, le seconde case non locate non sono più esenti IRPEF dal 2013 (l'IMU assorbiva la tassazione IRPEF sul reddito dominicale). Poi ci sarannno non meglio precisate riduzioni di spese della P.A.
Precisazioni:
1) ad oggi c'è solo la copertura per la soppressione della rata di giugno (poco più di 2 miliardi), mentre quella di dicembre, 2,2 miliardi, ... boh?
2) parte della copertura della rata di giugno è incerta, mi riferisco all'IVA sulle liquidazioni dei debiti della P.A.
Resta il fatto che quelle di cui sopra (ripeto: comunque insufficienti a coprire la rata di dicembre) sono entrate straordinarie e non strutturali, per cui dal prossimo anno arriva la service tax. Pensavano di chiamarla TASER, TAssa sui SERvizi, ma per fortuna ci hanno ripensato.
Stante il vincolo dell'invarianza di gettito, la pressione fiscale non si ridurrà.
Parte degli oneri oggi a carico dei proprietari, verranno trasferiti sugli occupanti (nel caso di case in affitto gli inquilini). Siccome però ci saranno anche delle esenzioni (es. IMU sull'invenduto delle imprese edili, ma anche immobili di enti no-profit), è probabile che chi pagherà questa benedetta tassa nel 2014, dovrà farsi carico anche di quello che non verrà più pagato in seguito all'introduzione delle nuove esenzioni.
A me, francamente, sembra una cosa molto diversa da una riduzione fiscale.
Ulterior precisazione: la service tax dal nome sembra una tassa. In realtà la nota del consiglio dei ministri la definisce un'imposta. Se sarà un'imposta, essa sarà dovuta a prescindere dall'effettiva fornitura dei servizi da parte del Comune. Le imposte, infatti, a differenza delle tasse, non sono essenzialmente collegate all'utilità/servizio di cui gode il cittadino (e se questi servizi non sono dati o il cittadino non ne usufruisce per fatto della P.A. può rifiutarsi di pagare).