La prospettiva è sbagliata.
Non esiste un rapporto di lavoro a P.IVA. Esistono il lavoro subordinato, quello autonomo ed il parasubordinato (collaborazioni).
La differenza fra le suddette tipologie di lavoro, parlo della differenza caratterizzante, tutte le altre sono solo conseguenze, è che il lavoratore subordinato lavora *nell'impresa* ed è soggetto alle direttive dell'imprenditore. Il lavoratore autonomo, invece, collabora *con l'impresa* dall'esterno e lo fa senza sottostare alle direttive dell'imprenditore. Poi esistono le collaborazioni ma, per semplicità, le omettiamo.
Indipendentemente dal nome che le parti vogliono dare al proprio rapporto di lavoro (per intenderci lo possono anche chiamare "lavoro di 'sta cippa"), quello che conta è il contenuto del contratto desumibile dalla sua attuazione.
Se un rapporto di lavoro si attua nelle forme del lavoro dipendente, avrà un regime fiscale e contributivo. Se si attua nelle forme del lavoro autonomo, ci sarà la famosa P.IVA.
Mischiare quello che fa comodo del rapporto di lavoro subordinato con quello che conviene del rapporto di lavoro autonomo, è *illegale* e danneggia il lavoratore e la collettività.
La riforma Fornero altro non fa che agevolare la possibilità di distinguere fra vero rapporto di lavoro autonomo e quello farlocco. Agisce dal punto di vista probatorio (si presume che non sia autonomo, salvo prova contraria resa dal committente/datore di lavoro), così come è giusto che sia.
Se invece vogliamo essere complici morali di queste truffe, il modo migliore è lasciare le cose come stanno.
E per inciso, prima che mi si obbietti che è meglio, da un punto di vista sociale, un lavoro irregolare senza tutele che nessun lavoro, ricordo questo:
Palazzo crollato, la strage delle operaie Morte 5 donne: una aveva 14 anni - Corriere del Mezzogiorno
Certi imprenditori dovrebbero semplicemente essere cancellati dal mercato. Assicuro che il nostro PIL non ne sentirebbe la mancanza.