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loric

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  1. Se mio figlio minorenne dà fuoco a casa tua, lui ne risponde penalmente (se ultraquattordicenne), io civilmente, per cui non vedo perché quando si tratta di Internet tutto deve essere esasperato alla massima potenza per cui questo criterio non va più bene e bisogna mandare in galera figlio, padre e tutti gli avi per 7 generazioni. Appunto. In quel caso la responsabilità dei genitori non è penale.
  2. I genitori sono per legge responsabili delle cazzate che fanno i loro mocciosi. Anche su Internet.
  3. Esistono cose come questo: DansGuardian - True Web Content Filtering for All
  4. Ok, la patente per poter andare su Internet. Questa mi mancava Magari l'esempio più calzante è il permesso di uscire di casa la sera. Faresti uscire di casa la sera tua figlia di 12 anni da sola, senza accompagnarla? No, allora perché non "l'accompagni" anche quando sta su Internet?
  5. Il punto è che c'è gente che ritiene che le regole non ci siano e ne invoca di nuove. Le regole ci sono, l'articolo del codice penale che ho citato a JackSEWing e la marea di siti sequestrati o oscurati, proprio per il reato in questione, sono lì a dimostrarlo.
  6. Di provocatorio non c'è nulla. Assolutamente nulla. E difatti: Poi, se andiamo a vedere l'articolo originale (prassi da seguire come buona regola), leggiamo: che è diverso da: Se c'è una cosa che è dimostrata da questo episodio, è che esistono i cretini, che sono tanti, ma che la Rete riesce a gestirli bene.
  7. L'ho scritto in quasi tutti i messaggi con cui sono intervenuto in questo thread. E, come potrai facilmente verificare, non sono pochi. Quindi il tuo "finalmente" al massimo potrà riguardare il fatto che, a distanza di giorni e dopo non pochi interventi sconclusionati da parte tua, hai finalmente afferrato un altro pezzettino di quello che continuo a ripetere. Siamo sulla buona strada. Fra qualche mese leggerai finalmente anche le mie argomentazioni sul perché è stupido estendere quelle norme anche ad Internet. Traduzione: Rigiriamo la frittata e ritorniamo ad argomenti già discussi ad nauseam nelle pagine precedenti. Già risposto. Già risposto. Ossignur.... A cui si applica l'obbligo di rettifica. Ritenta e sarai più fortunato. A cui tu vorresti imporre l'obbligo di rettifica.
  8. Quello che posso dire è che la detenzione di materiale pornografico avente ad oggetto minori di diciotto anni è reato ai sensi dell'art. 600-quater del codice penale. Per quanto riguarda in concreto gli esempi di cui al thread e i riferimenti a quei siti da te postati, bisognerebbe avere maggiori informazioni sul contenuto delle immagini e su quanto esse siano esplicite. Solo che, per ovvi motivi, prudenza suggerisce di tenersene alla larga. Ed io consiglio prudenza. Che il titolo di questo thread sia provocatorio e scarsamente aderente con lo stesso articolo postato, mi sembra ovvio
  9. No. Quello che tu stai dicendo è che tra un medico ed un signor Rossi qualsiasi c'è una grossa differenza in termini di competenze professionali, mentre fra un blogger ed un giornalista così non è. Sulla base di questo principio, tu ritieni che sia giustificato imporre più doveri ad un medico che ad un signor Rossi qualsiasi. Ragioni partendo da una prospettiva fallata. Per cominciare il Sig. Rossi non può prescrivere cure, ma il medico sì. Di conseguenza il medico parrebbe addirittura avere più diritti (è una provocazione, ma permettimela comunque). E comunque qui si dovrebbe parlare di libertà di espressione, che sta su tutto un altro piano. Anche ammettendo che sia così dal punto di vista dei contenuti professionali (ormai la qualità all'interno della professione giornalistica sta precipitando), resta il fatto che il giornalista scrive per lavoro e perché è pagato per farlo. E questa è già una prima differenza. La seconda, piaccia o non piaccia, è che per mandare avanti un blog basta una persona e qualche ora libera da dedicare al sito. Per mandare avanti un giornale no, serve quella struttura organizzata imprenditorialmente di cui ti parlavo. Non puoi certo metterli sullo stesso piano, soprattutto non puoi imporre ad un blog gli stessi obblighi di un giornale perché i due non hanno la medesima capacità di assolverli. No, assolutamente. Io posso chiedere la rettifica di una notizia che mi riguarda anche se questa non ha contenuti diffamatori. Nei confronti dei giornali, l'istituto della rettifica mi consente di chiedere la pubblicazione della mia verità (che può benissimo essere diversa rispetto alla verità oggettiva) in risposta ad una notizia che mi riguarda. E' un obbligo bello pesante. Qui non si parla di maggiori tutele del blogger rispetto alla testata giornalistica, ma di obblighi che sono sopportabili e perfino giusti in alcune realtà, ma non in altre. Parlo di realtà fra loro sostanzialmente differenti. I blog non sono stampa, i forum non sono stampa. Le cose vanno viste nel loro complesso, non puoi focalizzarti solo sulla rettifica e far finta che tutte le altre "tutele" (che servono affinché il giornalista possa fare il suo lavoro) non vi siano. Esatto. Per i giornali. Per le TV e le radio invece è già diverso. E perché dovrebbe essere uguale se è già diverso per radio e TV? No. Già oggi la rettifica deve essere pubblicata così come uscita dalla penna del rettificante.Quello che si vuole impedire è che il giornalista, al termine della rettifica, aggiunga le classiche 3 righe in cui riafferma la veridicità dell'articolo da lui scritto e a cui la rettifica si riferisce.
  10. Perdonalo, lui è di Torino e non sa cosa significa mangiare bene
  11. Il paragone col medico non regge. La legge italiana vieta a chi non sia medico di svolgere le attività tipiche della professione: eseguire diagnosi e prescrivere cure. Fare il medico NON è una libertà od un diritto fondamentale dell'uomo. Di converso scrivere ed esprimere le proprie idee lo è. In altre parole da una parte abbiamo un'attività che è consentita esclusivamente ad alcune categorie di persone (i medici), dall'altra un'attività che è consentita a tutti dalla Costituzione (la libera espressione del pensiero) ed i cui limiti operano solo in casi eccezionali. Appunto, la diffamazione resta tale e viene punita anche se avviene su un blog. Peraltro la diffamazione su Internet e quella commessa a mezzo stampa sono per definizione entrambe aggravate e se io ti chiamo ladro o assassino, hai la medesima possibilità di agire nei miei confronti sia che io sia un giornalista che scrive su una testata, sia che io sia l'ultimo pirla fra i blogger. In sostanza io non vedo come si possa sostenere che il blogger è più tutelato del giornalista. Al giornalista, proprio perché svolge quella professione, vengono attribuite garanzie e forme di protezione che il blogger non potrà mai avere, come la possibilità di opporre il segreto professionale a tutela delle fonti delle notizie. La rettifica non deve necessariamente attenersi alla verità dei fatti ed il direttore di un giornale non potrà opporsi alla sua pubblicazione anche se sa per certo che essa contiene una descrizione non veritiera dei fatti. In più, se e quando entrerà in vigore 'sto DDL, al medesimo direttore (o ad un suo giornalista) sarà proibito commentarla. Non è un limite di poco conto.
  12. E qual è il modo che suggerisci per verificare l'identità del mittente? L'analisi del DNA? Poi che facciano una telefonata può anche essere, ma è uno scrupolo, pur ragionevole, non contemplato dalla legge. Trovami dove c'è scritto che occorrono particolari formalità o solennità per la richiesta di rettifica. Non esiste una garanzia di anonimato degli utenti di Internet, né rileva ai fini del nostro discorso.Se scrivo una notizia su Marchionne, perché mai Marchionne dovrebbe chiedere (ed ottenere) una rettifica firmandosi col nickname "Pullover Ribelle" piuttosto che col suo vero nome? Che gli serve questa famosa garanzia di anonimato che peraltro non esiste né è prevista da alcuna norma? Ed il motivo, secondo te, è che la richiesta di rettifica non garantisce l'anonimato? "Non è vero che trombo come un riccio", firmato "Il cavaliere mascherato" Perché ampliando questo istituto ad Internet, non solo ampli i soggetti destinatari dell'obbligo di rettifica, ma moltiplichi per un milione i soggetti che si possono trovare a poterla chiedere, soggetti che non sono così rilevanti da finire sui giornali, ma che possono essere citati e discussi in uno dei millemilamiliardi di siti Internet che popolano il Web.
  13. Spero di sbagliarmi, ma ho il timore che il tutto si ridurrà all'ennesima invenzione inizialmente ritenuta rivoluzionaria che poi si rivela essere un flop ed il suo fallimento viene mimetizzato dietro questioni commerciali.
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