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edit: meglio PM
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Per quello che mi riguarda non c'è nessun problema. Mi aspetto però di non essere tirato in ballo dalla persona in questione.
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Come al solito non hai capito nulla. Cosa avrei taciuto, scusa? p.s.: agli admin del forum: la lista degli ignorati è assolutamente inutile se si usa Tapatalk. Si può far qualcosa?
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Problema è che manca capacità di analisi. Ogni cosa si riduce al tifo.
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Vivo Fantastico un dibattito in cui la prima cosa che ti dicono è "l'art. 18 c'è anche in Germania" Comunque dai, dopo aver spiegato come funziona in Germania, forse (e sottolineo forse) qualche dubbio che in giro si raccontino frottole gliel'ho inculcato.
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Le aziende italiane hanno poca ambizione. Purtroppo. Evabbe... Comunque ragazzi, è stato bello. Vado nella tana del leone.
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Perché solitamente, col tempo, gli overskill tendono a non accontentarsi. O cambiano posto di lavoro o ricontrattano posizione e retribuzione. Detto francamente loro evidentemente si accontentano del medioman. Fa quello per cui è pagato. Nulla di più ma questo non è un problema,
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Altro film da mettere nella wishlist degli acquisti natalizi di Bluray Ormai al cinema non riesco più ad andarci, il doppiaggio mi ammoscia.
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Domani pomeriggio devo partecipare ad una sorta di faccia a faccia presso una organizzazione sindacale (non CGIL eh, lì avrei bisogno della scorta) nell'ambito di un corso di formazione per delegati sindacali. Mi è stato chiesto di rappresentare il punto di vista "padronale" sul JobsAct in generale e sull'art. 18 in particolare. (e se a qualcuno viene la battuta, gliela risparmio: sì, lo faccio perché ho perso una scommessa, come nelle barzellette)
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Oddio, non mi pare di aver letto particolari critiche sulla comunicatività della 4c liscia. Problemi di sottosterzo? Poco o molto, la servoassistenza riduce la comunicatività dello sterzo, questo contrasta col tuo primo auspicio. "rendere valido" presuppone che ora non lo sia. Credo che l'auto possa essere migliorata. Credo anche che ci siano i margini per aggiungere cavalli senza trasformarla in una bara su ruote. Non avendola provata non mi spingo oltre nelle spippolature.
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Probabilmente no. Apri un terminale, incolla i comandi postati da jeby all'inizio della discussione e vedi se il sistema è vulnerabile. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - La patch di bash a quanto pare non è perfetta. $ env -i X='() { (a)=<\' bash -c '/etc/passwd cat' D'oh...
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Ecco, pensa a quelli che, come me, con quei testi ci devono lavorare
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No, nel caso di cui ho scritto non c'era alcun server web attivo, il DHCP è quello che serve per dare l'indirizzo IP all'interfaccia di rete.
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La causa economica (chiamiamola così) c'è da oltre 40 anni. L'art. 18 nella formulazione post-Fornero prevede diverse conseguenze collegate alla tipologia di licenziamento e al "grado" di nullità, annullabilità, invalidità ed irregolarità, e cioè: 1) reintegra, più pagamento di tutte le retribuzioni dal momento del licenziamento a quello della reintegra, senza tetto massimo e con un minimo pari a 5 mensilità: il lavoratore può rinunciare alla reintegra barattandola con 15 mensilità di retribuzione 2) reintegra, più pagamento di tutte le retribuzioni dal momento del licenziamento a quello della reintegra entro però un tetto massimo di 12 mensilità; il lavoratore può rinunciare alla reintegra barattandola con 15 mensilità di retribuzione 3) nessuna reintegra, ma pagamento di un'indennità risarcitoria che va da un minimo di 12 mensilità ad un massimo di 24 mensilità 4) nessuna reintegra, ma pagamento di un'indennità risarcitoria che va da un minimo di 6 mensilità ad un massimo di 12 mensilità. 5) nessuna reintegra e nessuna indennità perché il licenziamento è sorretto da adeguata giusta causa o giustificato motivo di cui il datore di lavoro ha fornito prova rigorosa in giudizio Nell'ipotesi del contratto a tutele crescenti (che, ripeto, riguarderà i soli nuovi assunti), tutte le ipotesi che ricadono nel punto 4), una parte di quelle che ricadono nel punto 5) (quindi parliamo di casi in cui al lavoratore oggi non spetterebbe nulla), nonché una parte delle ipotesi che ricadono nei punti 2) e 3), verrebbero gestite con un'indennità economica il cui importo sarebbe collegato all'anzianità di servizio del dipendente (le misure non sono ovviamente ancora state decise). Questa indennità non verrebbe disposta dal giudice, ma sarebbe dovuta per il solo fatto che il lavoratore è stato licenziato e si aggiungerebbe al normale preavviso, se da liquidare perché non lavorato, e al TFR.
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Dai, la precarietà è altra roba rispetto ad un'assunzione a tempo indeterminato. E non si parla di lasciare i lavoratori senza tutela.
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Ci sono diverse ipotesi di attuazione della delega. Io ne ho visto solo una perché mi è stato chiesto, insieme ad altri, di presentare osservazioni e proposte di modifica. Ovviamente non è detto che sarà l'ipotesi prescelta e, anzi, probabilmente sarà proprio l'ipotesi che NON sarà prescelta e ciò per ragioni più politiche che tecniche. Posso dire che in quella ipotesi si prevede, unitamente al recesso con indennizzo automatico (il che può anche essere visto in modo positivo, cioè il lavoratore non deve andare dall'avvocato prima, e dal giudice poi, per ottenere, se gli va bene, dei soldi) che il datore di lavoro si faccia carico di un percorso di ricollocazione del lavoratore licenziato, ciò attraverso agenzie per il lavoro convenzionate con le strutture pubbliche per l'impiego. Le Agenzie, in base a questa ipotesi, verrebbero pagate a risultato, risultato consistente nell'assunzione del lavoratore da parte di altra azienda. Preciso: il datore di lavoro pagherebbe sempre per la ricollocazione, ma quei soldi arriverebbero all'agenzia in misura piena solo a risultato ottenuto attraverso un meccanismo di voucher. Sui "contratti fantasiosi" faccio una precisazione. Non è vero che sono sempre scelti perché costano di meno. Questo può valere per i cocopro o per le (false) Partite IVA, ma negli ultimi tempi (statistiche ISFOL) abbiamo assistito ad una crescita sia dei contratti a tempo determinato, sia delle somministrazioni. Entrambe queste forme contrattuali sono più costose per il datore di lavoro rispetto al normale contratto a tempo indeterminato (che invece è in crollo verticale). Ognuno tragga le sue conclusioni.
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l'ipotesi "sfoltire i contratti del menga" è contenuta in un emendamento della sinistra PD. Non so se sarà recepito ed in quale misura, se hai seguito il tema sui giornali, avrai letto che, su questo emendamento, c'è una polemica molto accesa.
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Nel caso di licenziamento di donna incinta c'è il divieto espresso di licenziamento per legge. Poiché nella bozza di legge delega NON si parla di toccare la norma che contiene tale divieto (e ci mancherebbe altro!), possiamo stare tranquilli che per quella ipotesi rimarrà la nullità del licenziamento con applicazione dell'art. 18 con tutela reale forte (reintegro). Il divieto di licenziamento della donna incinta, peraltro, opera oggettivamente. Non si deve neppure dimostrare che il datore di lavoro fosse a conoscenza del suo stato interessante perché ciò non rileva. L'unico modo in cui si può giustificare il licenziamento della donna incinta è se questa ammazza la moglie del datore di lavoro (giusta causa) o se l'azienda chiude. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Scusa se faccio il temperasupposte, l'abolizione dell'art. 18 non è contenuta nella bozza di legge delega. Non si parla di abolire l'art. 18 che infatti resta. Si introduce una nuova tipologia contrattuale, il contratto a tutele crescenti, a cui l'art. 18 non si applica (salvo licenziamenti discriminatori e in periodo protetto di maternità e matrimonio). Non si capisce se questa "non applicazione" (con i caveat appena citati) sarà definitiva o limitata temporalmente (alcuni la vogliono definitiva, altri parlano di 3 anni, alcuni teorizzano perfino 10 anni). Ora, superando anche l'impasse dei requisiti dimensionali e dei numeri vari, non sarebbe neanche il primo caso di contratto di lavoro escluso dall'art. 18. La criticità (per chi è contro) è che questa volta si parla di un contratto che dovrebbe avere tutte le caratteristiche del contratto a tempo indeterminato, quindi non sottoposto a condizioni o contingentamenti quantitativi, ma senza il vincolo dell'art. 18.
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No dai, cazzo, i miei dati sarebbero falsi perché non coincidono con i numeri del lotto della CGIA di Mestre? Ma stiamo scherzando? I dati Eurostat contano un cazzo mentre quelli di Bepi di Mestre sono il vangelo? Dai, cancello la discussione da quelle sottoscritte. Ciaone a tutti.
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Guarda, tu non leggi o non capisci, è questo il tuo problema. Se Steve dice che intendono abrogare l'art. 18 e io gli rispondo che NON si tratta di abrogare l'art. 18, la mia risposta è formalmente e sostanzialmente corretta. L'art. 18 resta per tutta una serie di casi che ho elencato, nonché per tutti i dipendenti a cui oggi si applica e già assunti al momento in cui verrà pubblicata la legge. Se io dico che, per i nuovi assunti, si propone un contratto a tempo indeterminato per cui, in sostituzione dell'art. 18 (fatta comunque salva la sua applicazione nei casi di licenziamento discriminatorio, maternità e matrimonio), ci sarà una recedibilità collegata ad indennizzo, sto usando il termine giuridico corretto in un contesto in cui solo uno in malafede può (far finta di) equivocare di cosa sto parlando. Quando Steve dice che senza l'art. 18 ci saranno l'invasione delle locuste e la strage dei primogeniti ed il ripristino della schiavitù ed io gli rispondo che già oggi il 95% delle aziende non sono coperte dall'art. 18 (fatta comunque salva la sua applicazione nei casi di licenziamento discriminatorio, maternità e matrimonio, cosa che non cambierebbe con le modifiche proposte), sto dicendo una cosa formalmente e sostanzialmente corretta e verificabile da chiunque. E la sto dicendo per dimostrare che in quelle aziende non necessariamente assistiamo alla paventata invasione delle locuste, strage dei primogeniti e ripristino della schiavitù. Quando nello stesso post scrivo che l'art. 18 non si applica alle unità produttive e aziende che occupano non più di 15 lavoratori nel medesimo comune e non più di 60 lavoratori complessivamente, solo una persona in malafede mi può imputare di aver taciuto che alle imprese oltre quei limiti dimensionali l'art. 18 si applica. Quando tu mi accusi di aver taciuto il fatto che solo la minoranza dei lavoratori sarebbero occupati dalle aziende con meno di 15 dipendenti (a parte che questo niente aggiunge o toglie alla mia risposta a Stev) ed io ti faccio vedere che le imprese con fino 9 addetti (ti faccio rilevare che 9 è minore di 15) occupano il 46% della forza lavoro complessiva (e quindi a questo 46% andrà aggiunta la percentuale delle imprese con oltre 9 dipendenti e fino a 15), solo se sei in malafede e/o hai litigato con la matematica, puoi continuare a sostenere che "il 60%+ dei lavoratori è coinvolto" dall'art. 18. E falla con la calcolatrice la sottrazione 100-46 (che poi, ripeto, sono più del 46%), no? Il resto delle tue sconclusionate affermazioni presuppone che io abbia sostenuto che la riforma del "contratto a tutele crescenti" (prima di partire con un'altra filippica sul fatto che io userei "giri di parole", è il nome che la bozza di legge delega dà a questa nuova forma di contratto a tempo indeterminato) avrebbe effetto miracolistici e/o risolverebbe tutti i problemi delle aziende. Poiché non ho sostenuto niente del genere, a quelle affermazioni neanche mi spreco di dare risposta. In considerazione del fatto che ad ogni mio post ti attacchi a me come una cozza in delirio etilico, mettimi per favore nel filtro del forum. Io farò altrettanto con te.
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Sono riuscito a riprodurre il bug con una particolare configurazione di DHCPclient ed un DHCPACK farlocco. In altre parole senza aver neanche bisogno di accedere alla macchina via ssh. Considerando che detta macchina ha su Mandriva e Mandriva non è più supportato (chi faceva la distro è fallito), comincio ad essere un po' preoccupato.
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Ho scritto Se non sai cos'è la recedibilità con indennizzo (il fatto che si stesse parlando di licenziamento avrebbe dovuto darti un aiutino), il problema è tuo, non sono io che uso giri di parole. Studia, ti fa bene. Le microimprese (che secondo le definizioni internazionali sono quelle con meno di 10 addetti), occupano il 46% dell'intera forza lavoro italiana. L'art. 18 si applica in via generale alle imprese con più di 15 dipendenti nello stesso comune o più di 60 dipendenti in totale. Purtroppo i dati Eurostat non misurano questo threshold. A prescindere da ciò, ci sono eccezioni a cui l'art. 18 non si applica neanche al superamento di quei limiti dimensionali. Quanto varrà, in termini di percentuale di occupazione lo step > 9 e <=15? Cuberà un 10/15%? Probabilmente sì, ma non ne abbiamo certezza. Possiamo comunque dire, in via prudenziale e se non vogliamo sbilanciarci, che circa la metà della forza di lavoro complessiva non è tutelata dall'art. 18 (salvi i casi di licenziamenti discriminatori e in periodi protetto per maternità / matrimonio).. Questo è quello che ho scritto io: Ed è una risposta a questo: Se ancora non capisci, è un problema tuo.
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Nessun gioco di parole, semplice allergia all'utilizzo improprio dei termini. Provo a spiegartelo in modo semplice, visto che hai l'abitudine a smettere di leggere i post dopo la 3a riga: GIÀ OGGI NEL 95% DELLE AZIENDE SI PUÒ LICENZIARE SENZA ART. 18, salvo il caso di licenziamento discriminatorio (onere della prova a carico del lavoratore) o in periodo protetto per maternità o matrimonio. Quindi se l'art. 18 è il baluardo contro lo schiavitù del lavoratore, allora nel 95% delle aziende si pratica lo schiavismo. Se ancora non ti è chiaro quello che scrivo, i sottotitoli sono a pagina 777 di televideo