Sono completamente d'accordo a metà.
La sostanza, IMHO, è:
1) vero, si è costruito troppo consumando troppo suolo
2) la qualità architettonica ultimamente ed in molti casi sta andando a donnine allegre
Resta il fatto che in quasi tutte le città esistono quartieri degli anni '50 - '70 che ricordano lo stile dell'URSS e, in termini di efficienza energetica (questo vale soprattutto per il nord), sicurezza antisismica (questo vale un po' ovunque) non sono recuperabili e dovrebbero essere rasi al suolo per essere rifatti da zero. In tutto il resto del mondo il parco edilizio, dopo un tot di anni, si adegua e rinnova, in Italia questo non succede se non in via eccezionale. Si badi bene, non parlo di case di pregio o sottoposte a tutela, parlo di palazzoni del menga.
Quindi va bene il restauro degli immobili d'epoca (però qui ti ritrovi vincoli storici su baracconi in disuso delle ferrovie), va bene la ristrutturazione dell'esistente, va bene non consumare ulteriore terreno per nuove costruzioni, ma in tutto il resto del mondo civilizzato l'edilizia è un'industria. Peculiare, ma sempre un'industria. Qui si vorrebbe trasformare l'edilizia nell'artigiano con 2 apprendisti che ristruttura i bagni delle case. Francamente lo ritengo un errore e certe ambizioni da decrescita felice a me fanno solo tristezza.