Io credo che entrambi, per versi diversi, siate non lontani dalla verità...
Molte decisioni e indirizzi sono cambiati negli ultimi cinque anni nel Gruppo Fiat e questa è una di quelle.
Se, a mio avviso, inizialmente le cose stavano probabilmente così come le ha descritte "ACS", almeno negli ultimi diciotto mesi molte sono cambiate e alcune anche radicalmente. Prova ne dev'essere non solo l'emblematico abbandono di Luca De Meo, AD di Alfa Romeo, ma anche le dichiarazioni dello stesso generale Marpionne, divenuto poi imperatore di tutte le terre fiattiniane allora possedute e successivamente conquistate, che in una intervista resa al "Corriere" e al "Sole" dichiarò come lui vedesse in futuro una ideale sinergia di gruppo per questi due marchi, nell'alto di gamma per Alfa e nel basso per Maserati, ed allora in perfetta sintonia proprio con De Meo, arrivando ad ipotizzare perfino una fascia di prezzo per queste eventuali creazioni del genio italico che arrivasse intorno ai 70.000 euri, guarda caso proprio quella fascia dove il prodotto italiano manca del tutto; cosa che ovviamente potete andare a leggervi quando volete.
Senonché, ad un certo punto arriva l'affare Chrysler a sparigliare le carte e a generare le conseguenti divergenze con De Meo, che nel frattempo aveva fatto, secondo me, l'errore di innamorarsi troppo del progetto Alfa/Maserati, nato sulla scia della 8C e per il quale aveva sicuramente molti elementi già pronti.
Marpionne, a questo punto, non si farà più sfuggire la possibilità di una più ampia condivisione della piattaforma più costosa per la produzione di grande scala, possibilmente ad un costo limitato al solo adeguamento e mettendogli a disposizione un mercato complessivamente a dir poco triplicato... con buona pace anche del pasionario De Meo.
Dispiace per lui, che le ragioni di cassa mal si sposino con quelle della passione.