
renyuri71
Utente Registrato-
Numero contenuti pubblicati
981 -
Iscritto il
-
Ultima visita
Tipo di contenuto
Forum
Galleria
Calendario
Download
Articoli del sito
Store
Blog
Tutti i contenuti di renyuri71
-
veramente non capisco come faccia ad essere colpa del venditore la scarsa esuberanza del propulsore, l'abnorme peso o i 13 lt x 100 km (idem per il resto, per la verità): e poi qui non è che ci siano pivelli che non sanno distinguere una banale scusa da un reale problema. Resta vero che può sempre trattarsi di un esemplare sfortunato.
-
senza polemiche, dal mondo reale: avevo già detto dell'amico "sfortunato" con la Brera: beh, ormai sta decidendo di darla via: dopo il pannello, restano insoluti problemi di vibrazioni, problemi di carrozzeria (che si deforma in determinati punti, problema pare comune a tutte le Brera), interni che cedono di continuo pezzi, un motore assolutamente insufficiente su una carrozza troppo pesante e con consumi abominevoli e sproporzionati alle (modeste) prestazioni. Peccato perché la linea è molto bella e l'auto sta in strada come poche. Ma, dico, non era meglio un 2.0 turbo che non poteva bere di +, avrebbe avuto + cavalli e costava meno di assicurazione? Ora al di là dell'assemblaggio (gli scotti di inizio serie si pagano anche se va detto che pure l'auto si fa pagare), è proprio su questi motori che si resta perplessi considerando che a montarli è un' Alfa. Né sui diesel l'Alfa ha oggi qualcosa in più visto che monta su un GT lo stesso 150cv di Stilo ed Astra e su Brera il 2.4 già su Croma.
-
A proposito dell'origine del Topic, sul sito Alfa è scomparsa dal configuratore e quindi dall'elenco modelli la Sportwagon. Che qui si sia parlato di aria fritta?
-
purtroppo per lui (perché a questo punto nuova o vecchia legge è la stessa cosa) ha sparato ben 13 colpi su 14 di una H&K cal. 40 (praticamente peggio di una 357 Magnum): i ladri erano disarmati e quello ucciso risulta sparato tra fianco e schiena. Verrà condannato senz'altro. Aggiungo che la stampa è colpevole perché ha fatto passara la nuova legge (moderata rispetto al feroce impianto originario) come una licenza di uccidere e ce ne sono di personaggi che non aspettano che sentirsi dire questo. Resta comunque un'ampia discrezionalità del giudice nel valutare una serie di circostanze.
-
tu hai ragione, ma avendo vissuto due estati di tanti anni fa (epoca Italia '90) in vari posti dell'amena Grecia con l'incubo della "caccia all'italiano" del venerdì sera (uscivamo in nove amici per cautela), capirai.. Era una caccia molto amata anche da quei giovanotti inglesi che al mattino paiono agnelli e la sera, dopo avere bevuto cinque pinte, dei veri lupi che, disinteressati alle ragazze (invece unico ns interesse), "dovevano", per sport, fare una rissa con gli italians per poi bellamente accasciarsi a bordo strada causa esondazione di alcol. Avendo vissuto in prima persona l'episodio scandaloso degli europei 2000, finale di Rotterdam, con reporters Rai picchiati, disabili ghettizzati, etc. etc. da parte dei civilisimi olandesi, quello accaduto a Londra non mi meraviglia e ci credo in pieno. Pertanto, ammetto senza problemi che hai ragione sul fatto che dire "i soliti" è un pregiudizio che non nego e confesso (pregiudizio evidentemente reciproco visto il trattamento ai ns connazionali).
-
da Repubblica un articolo da voltastomaco: Un impiegato di San Giuseppe Jato e i figli hanno denunciato l'episodio all'ambasciata di Londra "Siete italiani? Via dallo stadio Così il Chelsea ci ha umiliato" di LUCIO LUCA Il biglietto acquistato dai Di Lorenzo QUEL viaggio a Londra lo avevano preparato nei minimi particolari. Le interminabili ricerche su Internet del biglietto low cost più conveniente, la prenotazione dell'albergo non troppo lontano dallo stadio, i giorni di ferie concordati con un gruppo di amici ben contenti di trascorrere un weekend di sport, shopping e cultura in una delle città più belle d'Europa. Cristoforo Di Lorenzo, impiegato del Comune di San Cipirello, ha una grande passione: il pallone. Da giovane ha giocato nella squadra di San Giuseppe Jato, poi ha contagiato la "febbre" per il calcio ai figli Giuseppe, 21 anni, e Salvatore, di 17. Fanno tutti un tifo sfegatato per il Palermo, la Juventus e, da qualche tempo, anche per i londinesi del Chelsea. Da quando sono abbonati a Sky non si perdono le partite di Crespo e compagni, affascinati dalla tipica grinta del calcio britannico e da quegli stadi che, visti in tv, sembrano dei salotti. E così, alla prima occasione buona, la famiglia Di Lorenzo ha deciso di regalarsi un indimenticabile fine settimana a Londra per visitare la città e, soprattutto, assistere dal vivo a un match dei "Blues" nel tempio dello Stanford Bridge Stadium. "Consigliati dall'Ufficio turistico di Victoria Street, venerdì 20 gennaio abbiamo acquistato tre biglietti (51, 52, 53 west upper, row 14, a 60 sterline ciascuno) presso un Access Tickets - racconta l'impiegato comunale - Non troverò mai le parole adatte a descrivere la felicità dei miei figli per l'evento che stavano per vivere. Un'ora prima della partita Chelsea-Charlton, domenica scorsa, siamo entrati nello stadio esibendo i biglietti, e dopo un regolare controllo, siamo andati a occupare i nostri posti. Giuseppe e Salvatore si sono messi a scattare un sacco di foto, persino ai biglietti della partita, primi piani da mostrare agli amici, le squadre che scendevano in campo per il riscaldamento. Insomma, un pomeriggio da ricordare". Ma Cristoforo e i suoi figli il pomeriggio dello Stanford Bridge lo ricorderanno per ben altri motivi: "Dopo 10 minuti dall'inizio della partita - racconta Di Lorenzo - un addetto alla sicurezza, il signor Kevin Armstrong (codice 094) ci ha chiesto di accomodarci nella sala accanto alla tribuna. Ho pensato di tutto, specialmente a mia moglie e agli amici che erano rimasti nella zona di Piccadilly per fare shopping. Un incidente, qualcosa di grave. E invece il signor Armstrong voleva semplicemente spiegarci che non potevamo usufruire di quei biglietti e che pertanto dovevamo consegnarli. Improvvisamente circondati da una decina di addetti alla sicurezza, siamo stati accompagnati fuori dallo stadio come delinquenti, senza altre spiegazioni". Cristoforo e i figli restano senza parole. Cercano di capire quale sia la loro "colpa". Possibile che esistano biglietti per soli inglesi? "Assurdo, e poi accanto a noi c'era un gruppetto di giapponesi con i quali abbiamo fatto subito amicizia. Loro la partita l'hanno vista fino al termine perché nessuno si è sognato di buttarli fuori. Lo so, è una parola forte, ma temo che sia stato un episodio di razzismo nei confronti del nostro Paese. E per questo io e i ragazzi ci siamo decisi ad andare fino in fondo". Cristoforo chiama il 999, l'equivalente del 113 in Italia, pretende di presentare una denuncia dell'accaduto. "Nel frattempo la partita era già finita - prosegue il racconto - ma ormai era diventata una questione di principio. Ci sentivamo offesi come persone per bene, italiani che avevano speso più di 250 euro per trascorrere un pomeriggio di festa. Magari se avessimo acquistato i biglietti dai tanti bagarini che giravano indisturbati davanti allo stadio tutto questo non sarebbe successo". I Di Lorenzo allo stadio del Chelsea I tre tifosi palermitani riescono a entrare negli uffici dell'amministrazione per chiedere spiegazioni e, proprio in quel momento, assistono a una scena che in qualche modo li ripaga di tante amarezze: "Passa un signore dal volto conosciuto. "Ma è Pelè", dico ai miei figli. Lui ci sente, sorride ed esclama: "Italiani, brava gente...". Con una "raccomandazione" di questo livello, persino gli impiegati del Chelsea si sono ammorbiditi e, finalmente, ci hanno spiegato che i nostri biglietti erano "illegal". Impossibile, visto che li avevamo acquistati in un punto autorizzato dalla società, ma ormai la frittata era fatta e non potevano fare altro che inventarsi qualche storia". Tornato in Sicilia, Cristoforo Di Lorenzo ha preso carta e penna e ha scritto una lettera di protesta al Chelsea e, per conoscenza, all'ambasciata italiana a Londra. "Quello che ci è capitato è scioccante, soprattutto per gente, come noi, che viene dalla Sicilia, una regione dove la non sovranità dello Stato sul territorio si chiama mafia. La verità - prosegue la lettera - è che noi siamo stati allontanati dallo stadio dopo essere stati individuati come italiani. I biglietti non erano falsi, non erano nemmeno nominativi. Ai cancelli d'ingresso nessuno ha avuto da ridire e per più di un'ora siamo rimasti seduti ai nostri posti senza che gli addetti alla sicurezza siano intervenuti. Se fossimo rimasti zitti, nascondendo la nazionalità italiana di cui andiamo orgogliosi, certamente avremmo potuto assistere tranquillamente alla partita. Trovo quanto è successo disgustoso e non degno di una nazionale civile come l'Inghilterra". Cristoforo, Giuseppe e Salvatore continueranno a vedere in tv le partite del Chelsea. Faranno ancora il tifo per Josè Mourinho, l'allenatore che, appena un anno fa, disse che in Sicilia bisogna andare con le guardie del corpo perché si spara a ogni angolo di strada. Magari un giorno torneranno a Stenford Bridge per vedere un'intera partita e non solo dieci minuti. Ma su una cosa sono sicuri: "Rimborso dei biglietti? No, guardi, non ci interessa proprio. Siamo entrati in un impianto meraviglioso, abbiamo visto, anche se per poco, un sacco di campioni. Persino Pelè ci ha sorriso. Ma su una cosa non transigiamo: vogliamo assolutamente che il Chelsea ammetta di avere sbagliato e ci presenti le sue scuse. Bastano due righe, una lettera, una e-mail. Ci hanno trattato da delinquenti, siamo stati umiliati. Riconoscere l'errore non è una vergogna". (27 gennaio 2006)
-
non credo: la 1.6 TI cambio al volante e panchetta unica non partì bene: non ho numeri ma le cronache di 4R del tempo: la 1.3, successore della Giulietta a livello di cilindrata arrivò quasi due anni dopo e, con la Super del '65, decretò definitivamente il successo del modello (16 anni di vita e un'infinità di varianti)comunque venduto sempre più in versione 1.3 che 1.6. Poi potrei sempre sbagliare anche perché scrivo a memoria, ma non credo. By
-
me lo auguro ma non mi sembra coerente con un ribasso medio del 6% del listino (con gli stessi optionals + i sensori parcheggio post. e - 3 tagliandi gratis). Vedremo le vendite di gennaio, mese verità per ovvie ragioni.
-
Per stare IT, 4R di febbraio giustifica il calo del listino di 159 (quasi 2mila euro per la 1.9 150cv) con vendite inferiori alle attese (meno di 3mila veicoli a fine anno, mi pare). Nello stesso numero il solito Fischer dalla Germania analizza l'insuccesso della Grande Punto in quel paese: notizie non eccellenti, insomma, anche se pure la Giulia partì malissimo, per dirne una...
-
ho visto proprio ieri Match Point: evidente che quando Allen non sta davanti ma dietro alla telecamera è meglio: comunque niente male: dialoghi a dir poco elaborati, scene ottime, attori azzeccatissimi ai personaggi. Tra l'altro mi ha proprio sorpreso l'evoluzione del buon tennista: un film indubbiamente ben fatto.
-
Stai confondendo le vittime della da te definita occupazione con quelle di guerra, che non puoi conteggiare. Non ti inondo di cifre perché, vorrai concordare, i morti non si contano e non hanno colore. Forse, se ci fossimo comportati meglio dal '21 al '45 (e avremmo dovuto) non saremmo stati trattati così male dopo: ma questa ipotesi, purtroppo, alla luce della natura slava di affrontare certe questioni, mi lascia perplesso, specie considerando come si sono scannati in Bosnia, dove vivevano tutti pacificamente e nel rispetto dei propri diritti sino al giorno prima, salvo ricordarsi, caduto il tacco titino, di etnie, fedi e tutto quanto potesse dividere. Per il futuro la mia speranza è che l'ingresso di queste aree nella UE determini il superamento del passato e la comunanza dei valori di rispetto e tolleranza. Per oggi, mi basterebbe che agli italiani d'Istria venissero riconosciuti in primis i diritti che noi riconosciamo ai tedeschi dell'Alto Adige. In secundis, ove vi sono i presupposti, indennizzi seri. Ricordiamoci bene che hanno pagato per tutti: sono stati tutti presi per fascisti (alla stazione di Bologna ci furono sassaiole disgustose e schifose), hanno pagato sulla loro pelle l'amputazione del territorio nazionale dagli altri vissuta distrattamente e, cosa peggiore, la loro patria li ha messi sotto il tappeto pregandoli di "non disturbare" che c'erano guerra fredda e realpolitik.
-
la risposta la trovi nell'articolo: questo Parlamento ha ben pensato di annullare la relazione del PNA in quanto, evidentemente, la mafia non è un'emergenza. Tuttavia, in polemica non dichiarata, la PNA ha ritenuto inviare il documento in Cassazione: credo sia pubblico, quindi. Quanto al contenuto, è anch'esso chiaro (cfr parte dell'azzardato paragone col caso Moro). Poi avrà bevuto grappa prima di scriverlo, non so: ma Pietro Grasso è quello che ha difeso Falcone contro tutti al CSM quando lo osteggiavano per la PNA (avrebbe dovuto essere il primo PNA), è quello che ha decasellizzato la procura palermitana e ciò con fama di moderato assoluto, magistrato riconosciuto sereno e non classificabile. Credergli, evidentemente, non è un obbligo.
-
ma che vai cianciando? : questo lo dice Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia nominato da questo governo: avrà valutato certo meglio di te gli atti e non le chiacchiere
-
Mi pare giusto e doveroso, dopo la polemica su un topic che non ho rintracciato, dare atto di cosa pensa la Procura nazionale Antimafia dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria. da Repubblica Primo rapporto del nuovo super procuratore: "La 'ndrangheta vuole imporsi come soggetto politico". Seicento pagine di analisi La relazione di Piero Grasso "Fortugno ucciso come Moro" Nel capitolo Sicilia citati anche Dell'Utri e Cuffaro di ATTILIO BOLZONI e CLAUDIA FUSANI Piero Grasso ROMA - Un omicidio strategico, un messaggio di avvertimento "perché tutto resti come prima e nulla cambi", un delitto eccellente "che fatte le debite proporzioni può in qualche modo avvicinarsi a quello del presidente Aldo Moro". E' stata la 'ndrangheta che vuole imporsi come "soggetto politico" a uccidere il pomeriggio di domenica 16 ottobre 2005 Francesco Fortugno, vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, uomo della Margherita, medico, uno di quegli amministratori nel Sud "alla ricerca di una via nuova e diversa di governare". Ecco come la Procura nazionale nella sua ultima relazione annuale ha decifrato l'attacco a urne aperte per le primarie della sinistra nel seggio di Locri, un rapporto di quasi 600 pagine sulle mafie italiane, il primo resoconto della stagione di Pietro Grasso, il magistrato che appena nominato superprocuratore ha scelto proprio Reggio per presentarsi ufficialmente come capo dell'antimafia. Colpito perché "simbolo" Francesco Fortugno, ammazzato proprio nel giorno in cui il popolo del centro sinistra per la prima volta in Italia andava a scegliere il suo candidato premier, un ammonimento per tutti: mafiosi e non mafiosi. La relazione della Super procura ricostruisce la sua attività dall'1 luglio 2004 al 30 giugno 2005, ma il capitolo sul "caso Fortugno" è stato inserito volutamente fuori tempo massimo proprio perché segna una svolta nelle strategie del crimine organizzato. Il rapporto della procura di Pietro Grasso affronta anche le trasformazioni della Cosa Nostra siciliana, l'emersione di un vero e proprio "blocco di borghesia mafiosa", l'espansione della cosiddetta area grigia, l'intreccio con la politica. Nell'elenco dei processi e delle indagini sulle contiguità si citano tra gli altri il senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri e il governatore Udc della Sicilia Totò Cuffaro, nomi al contrario assenti nella relazione di fine legislatura - non ancora approvata per le polemiche sollevate anche nella stessa maggioranza - della commissione parlamentare antimafia presieduta dall'ex magistrato Roberto Centaro. La parte dedicata al "blocco di borghesia mafiosa" scavalca la figura dei semplici fiancheggiatori e parla di una fascia "di tecnici, di esponenti della burocrazia, di professionisti, di imprenditori e politici che o sono strumentali o interagiscono con la mafia in una forma di scambio permanente fondato sulla difesa di sempre nuovi interessi comuni". Tutti questi personaggi stanno sempre di più conquistando "ruoli di comando". E' la nuova Cupola di Palermo. Nel dossier della Super procura si fa un'analisi di tutte le altre mafie, italiane e straniere. Si comincia dall'"invasione" dei cinesi, si racconta dei traffici dei russi, dell'aggressività crescente dei clan albanesi. Molte pagine sono riservate alla "tratta degli esseri umani". Impressionanti i numeri degli ultimi cinque anni: 661 procedimenti, 1779 indagati, 874 vittime tra le quali 301 minori. Ma è la 'ndrangheta che è al centro della relazione annuale, la 'ndrangheta come "associazione criminale e forza eversiva, tale da porre in pericolo la sicurezza del Paese". E' la prima mafia d'Italia, la più ricca e la più potente. Ed è nel capitolo su Reggio Calabria che entra di forza l'omicidio di Francesco Fortugno. A pagina 446 i magistrati di via Giulia scrivono: "La mancanza di motivazioni familiari e personali, la personalità e il ruolo di Fortugno che non ricopriva incarichi di governo, rafforzano la convinzione che l'obiettivo è stato colpito in relazione alla sua collocazione politico-istituzionale, quale simbolo insomma di una politica regionale alla ricerca di una via nuova e diversa di governare, lontana da compromissioni e cedimenti, chiusa a tentativi di infiltrazione". E' la storia del medico Fortugno che viene eletto consigliere regionale in un angolo di Calabria come Locri, votato da un notabilato meridionale non sempre immune da fragilità e paure ma non per questo piegato ai clan, uomo nuovo voluto da Agazio Loiero per provare a fare anche con lui il grande cambiamento in una terra consegnata da decenni ai boss. Secondo i magistrati della Super Procura, l'omicidio del vice presidente della Regione Calabria "è stato strategico". E spiegano: "Un concetto che non deve apparire eccessivo. Fatte le debite proporzioni, può in qualche modo avvicinarsi a quello del Presidente Aldo Moro". E aggiungono: "Anche la 'ndrangheta ha voluto dimostrare la propria 'geometricà capacità militare di colpire nei modi e nei tempi prescelti". I killer che quella domenica entrarono al seggio delle primarie, un delitto a urne aperte. La conclusione della Super procura di Pietro Grasso sulla Calabria e sulla sua mafia è assai inquietante: "Non siamo più all'interno della tradizionale categoria mafia-politica, che presuppone l'esistenza di due entità diverse anche se in dialogo tra di loro, ma in una nuova dimensione, quella della mafia che tende a farsi, a proporsi, 'soggetto politicò essa stessa. E che come tale rivendica ruolo e visibilità, per contare nelle decisioni strategiche che determinano la spesa regionale, in particolare quella della Sanità". Questa relazione è stata elaborata e spedita in Cassazione - scrive il procuratore Grasso - "perché lo ritenevamo doveroso oltreché opportuno". Con la riforma dell'ordinamento giudiziario, il governo ha infatti cancellato l'obbligo per la Super Procura di informare ogni anno il Parlamento delle sue attività e di quelle delle altre procure antimafia. (13 gennaio 2006)
-
Io non so tu che intenda per Italia: certo, si deve concordare che politicamente Fiume, Pola e Zara non sono + Italia, storicamente però sono forse + Italia di quanto si immagini. La X Regio di Augusto, capitale Aquileia, era Venetia et Histria, per dirne una: le città della zona sono tutte plasmate dal lunghissimo dominio della Serenissima (1420-1797) che fu preceduto da vari ducati (Carinzia, Merano, Baviera, patriarcato Aquileia). L'italianità delle genti era tale che gli Asburgo (dal 1797) avvertirono la necessità di annacquarla favorendo l'immigrazione di slavi dalle zone interne. Non a caso si parlò di vittoria mutilata nel 1918: l'obiettivo era riportare a casa tutta la fascia costiera già della Serenissima (in fin dei conti avevamo pure il Dodecaneso): ecco quindi il Natale fiumano 1920, i legionari, il '21 e poi l'annessione. Erano Italia quanto Trieste. Ho un + anziano collega che ha come sua passione principale la storia delle 3 province e poi dei profughi e che mi potrebbe inondare di materiale. Posso però dire senza dilungarmi che le camicie nere, da par loro, si diedero senz'altro da fare contro gli slavi. E' vero che nei vent'anni di Istria italiana si ebbero gravissime discriminazioni (proibizione della lingua slava, accaparramento di terre, etcc): ciò rientrava oltretutto nel concetto di Stato fascista, inclusa l'idiosincrasia per le lingue ed i termini stranieri: mancava completamente ogni cultura delle diversità e delle minoranze. Non credo però che, anche solo da un punto di vista numerico (anche se le ingiustizie non andrebbero contate) ciò sia paragonabile a 350.000, dico 350.000 profughi cacciati a pedate nel sedere, alle sevizie che hanno indotto altre migliaia ad andar via successivamente, alle migliaia di infoibati (in due con una sola pallottola, tanto quello legato seguiva). E poi, mi spiace dirlo, ma tu incorri in un espressione che fa da spia a della prevenzione quando parli di "occupazione fascista". Come potrai acclarare, il fascismo cavalcò la questione ma questa era precedente (III guerra d'indipendenza) e per oltre vent'anni questi antichi territori italici fecero parte legalmente (ogni Stato ha conquistato bellicamente i suoi territori, nessuno glieli ha donati) dell'Italia, non del fascismo- La vergogna noi la si può provare per quello fatto dai fascisti, in particolare: ma lo Stato italiano ha fatto di +: gli ha regalato pezzi d'Istria, ha omesso di protestare per 50anni per le vessazioni subite dagli italiani rimasti, comunque non è + lo Stato fascista: ivi, invece, i regimi sono passati ma di mea culpa manco a parlarne.
-
trattasi di Realpolitik, una cosa utile e vergognosa: quella che ha condotto al famoso armadio della vergogna girato contro muro alla Procura militare di Roma con i fascicoli delle stragi naziste e che ha condotto ad annegare nell'oblio la sorte dei profughi istriani e, vergogna ulteriore, a riconoscere nel trattato di Osimo di trent'anni fa una parte di zona A agli slavi che secondo gli accordi originari sarebbe dovuta rimanere italiana (più o meno Capodistria): un regalo . Le ragioni: per il primo caso quella di non mortificare troppo i tedeschi che segnavano il confine con la cortina di ferro; per il secondo, più o meno lo stesso, cioé tener buono Tito che si era differenziato dal Patto di Varsavia ed aveva un formidabile apparato bellico votato però ad una sorta di neutralità molto comoda alla Nato. In parole povere, distorsioni da guerra fredda: oggi si sta comprendendo che la guerra fredda è stata una vera terza guerra mondiale e le sue vittime non furono solo le verità storiche: tanto è vero che secondo gli osservatori internazionali, rispetto al 1989, il numero dei conflitti nel mondo è diminuito del 30% circa. Ha prodotto la cortina di ferro ed i regimi dell'est, un Pinochet, un Videla, un Saddam, un Assad, la Corea ed il Vietnam, e tanti altri ducetti coperti dal favor di una delle due potenze e guerre e guerriglie (e forse, indirettamente, 40 anni di DC, la morte di Moro e un PCI pietrificato).
-
è una posizione su cui si è molto discusso: fermo restando che con i se ed i ma non si può sapere come sarebbe andata, vi sono però, proprio nella posizione di Franco, indizi sul fatto che la Germania nazista non avrebbe disperso ulteriormente le proprie forze per aggredire paesi ideologicamente simili: la politica tedesca, d'altronde, era quelle di instaurare governi collaborazionisti. Aggiungasi la quasi idolatria del fuhrer per il duce, la completa fascistizzazione dell'Italia e l'ottima (e reale) scusa di non avere i mezzi: inoltre, comunque, ad Hitler era più utile un'Italia neutrale che ostile, considerato che avrebbe pur sempre dovuto varcare le Alpi, occupare un Paese geograficamente impegnativo, impegnare la flotta ancor + nel Mediterraneo, etcc.: difficile ipotizzare simile dispersione solo per occupare, alla fine, il neutrale Paese dell'amico Mussolini. Quanto al modo cruento, comunque, alla fine, 18 mesi di occupazione nazista ce li siamo beccati ed è inutile dire come sia andata. Tra l'altro, Mussolini poteva contare sulla benevolenza di Churchill (che, a mio avviso, gli costò la vita) e, nella peggiore delle ipotesi, ovvero invasione dal nord dei tedeschi, si sarebbe potuta offrire subito la "portaerei" Italia agli anglo-americani che avrebbero volentieri evitato di aspettare lo sbarco inSicilia, a Salerno, ad Anzio o in Normandia. Comunque, ovviamente, sono solo ipotesi.
-
sempre per dire del personaggio Franco, due piccole osservazioni: 1) Franco fu molto abile a restare fuori dal conflitto malgrado l'enorme pressione di Hitler: colonnelli al seguito del fuhrer riportarono che Hitler era stato in Spagna per convincere il caudillo a seguirlo nell'avventura bellica e, a tal fine, Franco non aveva affatto risposto di no anche per non inimicarsi i tedeschi (cui pure doveva l'impegno nella guerra civile): semplicemente, ad una ad una, richiese praticamente tutte le colonie africane francesi ben sapendo che Hitler non avrebbe potuto accontentarlo: partì dal Marocco per arrivare all'Algeria sino a scendere (Ciad e dintorni); nel commentare questo strano atteggiamento di trattativa, Hitler, adirato, confidò ai suoi che, se fossero stati altra mezz'ora al tavolo di trattative, Franco "sarebbe giunto a chiedere la Baviera". 2) Resto convinto che se Mussolini non avesse follemente seguito il fuhrer ed avesse mantenuto un atteggiamento alla Franco, sarebbe morto nel suo letto, l'Italia avrebbe ancora Istria, Dalmazia ed isolame vario ed anche Milano (come tante città) non sarebbe stata semidistrutta, ovviamente (e ci saremmo risparmiati la careneficina del nostro popolo). E pensare che l'esercito gli comunicò che prima del 1945 una guerra non era neanche ipotizzabile! Purtroppo, per quelle strane conseguenze a catena degli eventi storici, la nostra disgrazia furono le vittorie lampo di Hitler che fecero lasciare ogni giusto indugio in una mente comunque probabilmente non più lucida come un tempo (pare la perdita del fratello Arnaldo abbia inciso molto negativamente). Purtroppo così non fu e la scelta di entrare in guerra (d'attacco, tra l'altro), insieme alle leggi razziali del '38, obbliga a mio avviso a collocare Mussolini in cima alla lista degli italiani più dannosi alla propria nazione. Affrontò una guerra (ingiusta) senza mezzi (sapendo di non averli) e ne uscì con un milione di morti tra militari e civili, lutti in ogni famiglia, mutilati ed orfani a centinaia di migliaia, economia distrutta, città devastate, confini ridotti. Capisco il fascino degli anni '30 e mi contagia spesso, ma la ragione impone le conclusioni di cui sopra.
-
Mi dispiace, hai proprio sbagliato modello: io la Polo l'ho avuta in famiglia: la demmo via per pura disperazione e per evitare disastri economici (l'assistenza VW è cara quanto incompetente). Si ruppero scatola dello sterzo, impianto iniezione, semiassi a go go, frizione a 40mila km, cambio a 45.000. Data via a 48mila. E sempre portata con gentilezza (meno male).
-
o forse perché aveva una panza esagerata, 78 anni ed una vita intensissima (ed anche sanguinosa) alle spalle.
-
Ho finalmente rivisto il collega che ha passato anche la mattinata in conc: esito: come tu suggerivi, pannello (non portiera, per carità) sostituito preso in prestito da altra Brera (a proposito, il 14 la presentazione ufficiale), visto che oltre alle fascette mancanti era pure deformato: incazzatura solenne in quanto il pannello si è staccato proprio mentre mostrava la Brera ad altri colleghi che non hanno perso l'occasione per battutare.."sempre italiana è": confermati gli altri problemini per cui scenderanno dal nord dei tecnici per valutare. Lascio da parte i commenti, dico solo che il conc per primo era molto deluso ed amareggiato: per la prima Brera venduta, dopo tante belle cartelle inviate da Torino sul fatto che trattasi di perla della produzione, fiore all'occhiello, ete., etc., sperava in miglior figura. Quanto al mio problemino 156, in verità, se era per Torino, avevi voglia di sbattere il muso: dobbiamo ringraziare il conc e solo lui: avrei tante cosucce da dire ma dato che in passato ho creato problemi ad amici, non posso dirle in pubblico. Quanto a Thesis, per Brera (e 159) vale lo stesso: una macchina perfetta al terzo anno di vita è un ottimo affare per chi la comprerà ormai affidabile e iper scontata rispetto al listino: è un pessimo affare per il produttore. Se lanci un'auto che prende fama (+ o - meritata) di difettosità, hai voglia a lavorarci, l'hai bruciata per sempre: vale lo stesso se lanci un'auto con linea superata perché l'hai tenuta nel cassetto tanti anni (Lybra) o con motori già datati e che prevedi di sostituire a breve (fu un problema di 145-6, ma anche di Delta2, ad esempio).
-
sarà forse davvero sfigata: il collega, ancora in giro per mettere toppe, ha denunciato, tra l'altro: sfilamento pannello porta, movimento inquietante cruscotto, tettuccio in vetro ipervibrante (sarà un accessorio ?) + altre minuzie emerse dopo soli 200 km. Detto questo, aggiungo, in particolare per ax: piccola casistica personal-familiare, per cui sommerei, a far data dal 1999 (escludiamo così l'Alfetta che avrei amato anche se si fosse spezzata in due): Due 146: non bellissime ma pratiche, una col TD sofim, l'altra col piccolo TS: molto valide, praticamente perfette, strano a dirsi ma fu così (70milakm ok) Tre 147: 2 ancora in giro, la mia andata e mai abbastanza rimpianta dopo quasi 80k per avere lo spazio di una SW: minime pecche iniziali (vite pannello protezione motore), poi una bomba. Cinque 156: la prima fu una esperienza disastrosa che chi frequentava il forum di 4R ricorderà: fu una delle prime mjet 140 cv: accelerava da sola, problema mai ufficialmente ammesso, vettura poi ritirata ed oggetto di test (una volta scesero in otto ingegneri per valutare il casino): non ho mai saputo se il problema era di motore o elettronica, fui contattato da un collaudatore che spiegò i motivi per cui la cosa non poteva essere ammessa ufficialmente (ne conservo l'e-mail) e che era capitata già in Italia e, soprattutto, con alcune vetture in Germania. L'esito delle proteste fu da lager nazista: Fiat , invece, di pensare ai cazzi propri che erano gravi, se la prese all'inizio col conc (cui contestò proprio ciò che in parte era detto nel forum, a riprova che c'era chi lo leggeva per lei), quindi ..... non può dirsi: comunque vettura nuova, che andò bene. Per le altre, nulla a dirsi: la 150 cv è un missile; la mia SW era perfezionabile nell'allineamento portiere ma tant'è. In definitiva, secondo me, l'immagine negativa all'estero (e in patria) non corrisponde alla realtà (che è migliore, anche perché nel frattempo le altre europee hanno abbassato la qualità) ma è imperdonabile che, come capitato per 159 ed in questo caso per Brera, si parta per modelli premium con cavolate simili. E non dimentichiamo quel che accadde con Thesis, sbandierata come auto perfetta che avrebbe fatto dimenticare il catorcio K: fu tenuta in freezer non 45 gg. come 159, ma oltre un anno per rimediare ai difetti di elettronica: ciò malgrado, per due anni sono uscite auto dalla difettosità impressionante e quel che dice il presidente della Regione Toscana è vero: so bene quel che è accaduto alle Thesis del mio Comune e della mia Provincia, cui, per disperazione, si sono dovute affiancare una Peugeot 407 ed una 166 (per gli autisti trattasi di incubo)