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renyuri71

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  1. Cagata colossale (perdona il francesismo): dato che la scuola pubblica versa in cattive condizioni, io ti dò la più ampia facoltà di crearti e/o iscriverti a una scuola privata e te ne riconosco la validità, ma dio bono non venirmi a chiedere soldi, per lo meno fintanto che la scuola statale e la ricerca scientifica hanno mancanza di fondi!!! Allora, cagata sarà quello che dici tu, al limite e perdonerai l'italianismo.Si può essere d'accordo o meno ma la scuola privata non esiste solo in Italia e non è finanziata solo in Italia. Ho parlato della sanità perché qualcuno conoscerà il meccanismo delle convenzioni. Comunque, come è giusto, il finanziamento è minimo e penso lo si sappia. Tra l'altro, non sarà mai finanziata una madrassa proprio per la necessaria identità dei programmi (solo che l'ora di religione è obbligatoria ma è ovvio data la scelta iniziale): va invece assolutamente vietato che, nella scuola pubblica, vi possa essere discriminazione come quella che si voleva fare a Milano dove un gruppo di famiglie egiziane condizionava la frequenza dei figli alla scuola pubblica alla non contaminazione degli stessi con gli altri. Se cento ragazzi che vanno ai salesiani costano 50 mila euro in meno allo Stato e i salesiani ricevono 5 mila euro dallo Stato dando ai ragazzi la stessa istruzione, davvero non vedo il danno per la scuola pubblica. Quanto in generale al ruolo pubblico in scuola e sanità, è una conquista imprescindibile danneggiata anche dalla strumentalizzazione politica di cui sono stati oggetto i settori. per la previdenza, invece, credo che un cittadino dovrebbe essere libero di versare una quota del proprio stipendio alla previdenza pubblica, a quella privata o di mangiarselo. Da noi l'unica ragione che impedisce tale facoltà è la voragine INPS per cui le trattenute dei lavoratori di oggi pagano le pensioni già maturate e dispensate con troppa generosità (cioé senza che vi fosse un equivalente risparmio accantonato). Diverso il settore assistenziale (minime, accompaganamento, invalidità, etcc.) che è sinanche troppo maltrattato e non può che essere pubblico
  2. Cagata colossale (perdona il francesismo): dato che la scuola pubblica versa in cattive condizioni, io ti dò la più ampia facoltà di crearti e/o iscriverti a una scuola privata e te ne riconosco la validità, ma dio bono non venirmi a chiedere soldi, per lo meno fintanto che la scuola statale e la ricerca scientifica hanno mancanza di fondi!!! Allora, cagata sarà quello che dici tu, al limite e perdonerai l'italianismo. Si può essere d'accordo o meno ma la scuola privata non esiste solo in Italia e non è finanziata solo in Italia. Ho parlato della sanità perché qualcuno conoscerà il meccanismo delle convenzioni. Comunque, come è giusto, il finanziamento è minimo e penso lo si sappia. Tra l'altro, non sarà mai finanziata una madrassa proprio per la necessaria identità dei programmi (solo che l'ora di religione è obbligatoria ma è ovvio data la scelta iniziale): va invece assolutamente vietato che, nella scuola pubblica, vi possa essere discriminazione come quella che si voleva fare a Milano dove un gruppo di famiglie egiziane condizionava la frequenza dei figli alla scuola pubblica alla non contaminazione degli stessi con gli altri. Se cento ragazzi che vanno ai salesiani costano 50 mila euro in meno allo Stato e i salesiani ricevono 5 mila euro dallo Stato dando ai ragazzi la stessa istruzione, davvero non vedo il danno per la scuola pubblica. Quanto in generale al ruolo pubblico in scuola e sanità, è una conquista imprescindibile danneggiata anche dalla strumentalizzazione politica di cui sono stati oggetto i settori. per la previdenza, invece, credo che un cittadino dovrebbe essere libero di versare una quota del proprio stipendio alla previdenza pubblica, a quella privata o di mangiarselo. Da noi l'unica ragione che impedisce tale facoltà è la voragine INPS per cui le trattenute dei lavoratori di oggi pagano le pensioni già maturate e dispensate con troppa generosità (cioé senza che vi fosse un equivalente risparmio accantonato). Diverso il settore assistenziale (minime, accompaganamento, invalidità, etcc.) che è sinanche troppo maltrattato e non può che essere pubblico. Sulle coppie gay e di fatto, evidentemente, la pensi come me (alfaomega) ma avevi esposto un'altra cosa, quindi meglio che hai chiarito. Sulla cattiveria dell'Italia coi rifugiati va detto che il Ministero degli Interni ha chiarito che anche nel recente caso Lampedusa ha comunque distinto i clandestini sulla base della nazionalità rispettando le convenzioni internazionali: se qualcuno ha prove del contrario le mostri e magari le invii a Iene, Striscia e trasmissioni simili o alla Procura competente. Certo non è la Francia che può farci le pulci: a parte il caso Battisti che è il più noto ma solo uno dei tanti in materia, staimo parlando del paese che, fottendosene di tutto e tutti, si è fatto i suoi bravi esperimenti nucleari sottomarini a Mururoa finché ha voluto: certo, dicevano che erano inoffensivi, ma allora perché non se li sono fatti sotto le chiappe di Chirac ?? E comunque parliamo dei signori che hanno favorito alla grande il più grande massacro etnico della recente storia (Burundi-Ruanda). Altro che rifugiati !!!
  3. Sull'adozione gay hai ragione: esiste in alcuni paesi. Ciò non vuol dire che sia giusto. Anche la pena di morte esiste in alcuni paesi. Il problema è che il bimbo ha diritto ad un padre ed una madre. Non a una donna che crede di essere uomo e viceversa. Si tende a considerare solo il diritto degli adulti e questo è palesemente assurdo. Il diritto romano prevedeva l'adozione del maggiorenne (anche il ns codcie civile) e questa la può già fare anche una persona single nel nostro ordinamento. Andare oltre diventa folle, tanto più in un paese come il nostro dove le coppie (etero e mi sembra già assurdo doverlo specificare) che hanno tutti i requisiti per una adozione pure vanno incontro a tante difficoltà e ci sono liste d'attesa. Aggiungo che neanche i rappresentanti dei diritti degli omosex in Italia hanno mai avanzato tale proposta: dobbiamo evitare di confondere gli esibizionisti del gay pride con le persone gay che spesso sono più conservatrici di noi.
  4. Per la semplice ragione che Alessandro VI era un demonio salito in Laterano (e non si limitò certo solo ad aver famiglia). Ma è passato anche lui come tanti altri indegni. Però ha ragione Stev66 sulla data. Quanto a marito e moglie ribadisco quanto detto prima ed escludo che in Italia, dove c'è un vincolo costituzionale sul matrimonio, si possa giungere a modifiche anche dei termini, anche perché non credo che una unione gay sarà mai equiparata al matrimonio. Auspico però che si percorra la strada del riconsocimento civile mediante registro presso i comuni con relative conseguenze in tema di successione e diritti patrimoniali, anzi, questa dovrebbe essere una facoltà riconosciuta anche alle coppie di fatto. Sul punto la legislazione potrebbe evolversi in un contemporaneo riconoscimento dei due fenomeni, distinti dal matrimonio vero e proprio che logicamente riguarda persone che intendono (o possono) avere un rapporto giuridicamente più intenso ed impegnativo anche nei confronti della società.
  5. dunque, compliments per gli apporti: E' correttissimo il riferimento al 1054 come anno di nascita del celibato per i sacerdoti: prevalse una corrente monacale che, logicamente, già praticava celibato e castità. Sulla Turchia in UE è effettivamente condivisibile quanto rilevato da Taurus anche perché i riferimenti sono corretti (tranne quello sui curdi che Saddam ne ha comunque uccisi di +): giusto dire che gli USA sperano in loro come cavallo di troia nella UE. Comunque, risolti i loro problemi, credo che dovrebbero entrare, magari inizialmente con una forma di partenariato privilegiato: diversamente si favoriranno i vari terrorismi. Il mio riferimento al problema gay-adozioni non nasce dal fatto che qualcuno l'avesse auspicato ma dalle lodi all'ineffabile Zapatero: pensavo che avendolo indicato a modello si sapesse che il suo disgno di legge prevede anche le adozioni gay. Quanto a marito e moglie, bé , ho stigmatizzato che, in nome del politically correct, tra poco, ci dovremo scusare di essere eterosessuali, di osare riprodurci, di avere famiglia normale: e sì, miei cari, perché non è che una coppia gay sia la norma: la si rispetta e la si tutela giuridicamente (lo auspico) ma se fossimo tutti gay, tempo una generazione e addio umanità: è diritto naturale, non positivo: devo anche dire che l'argomento è molto strumentalizzato da residuati post sessantottini. Conosco varie persone con tendenza omo e, vi stupirà, sono più conservatrici e credenti di me. La laicità dello stato qui non la discute nessuno e non ci sono encicliche che ricordi in cui vi sia il minimo dubbio su ciò neanche da parte della Chiesa (la scuola privata, a proposito, è prevista dalla Costituzione e riceve sussidi in proporzione al risparmio ottenuto dal Ministero per gli alunni che, iscrivendosi alla privata, non onerano lo Stato: meccanismo abbastanza accettabile, mi sembra, e simile a quello della sanità anche se andrebbe controllato molto meglio).
  6. Il problema non era quello di mettere per iscritto una superiorità di una fede o una sorta di confessionalità della UE: questo è ovvio ma pensavo di essere stato chiaro, così come ripeto che il probelma è marginale. Non riesco a comprendere perché non si riesce a dividere il messaggio cristiano, la storia della Chiesa e le nefandezze commesse in vari casi da suoi rappresentanti (che sono uomini, o no). Comunque a nessuno in Vaticano rode la perdita del potere temporale e si dovrebbe sapere che Porta Pia è stata più volte giudicata una benedizione capita con ritardo (ma tutto va rapportato ai tempi). Giisto comunque che Roma è stata scelta perché la Comunità rinasce dopo l'atto fondante del 1957: giusto però ricordare anche che nel 1957 Roma fu scelta anche per le sue palesi valenze simboliche. Il Buttiglione è stato stupido: è caduto in un tranello elementare e ha commesso un peccato (eh sì) di sincerità, dote evidentemente inadatta ad un politico. Comunque la questione era più politica che altro e se fosse stato il commissario tedesco la questione non sarebbe divenuta vitale: è però il ministro di un governo Berlusconi che effettivamente, in tema di giustizia (questa era la delega), diciamo che non ha brillato. E poi è un governo ormai isolato a livello europeo (vedi Iraq, trimurti, etcc.) Zapatero è un furbastro che ha fiutato il vento: la legge però ancora è allo stato di proposta. Francamente non vedo nulla di cui scandalizzarsi fuor che per due aspetti a mio avviso gravi, eccessivi e spie di un relativismo assurdo: il primo è che il patto tra gay non può essere equiparato al matrimonio per l'ovvia ragione che la cellula omosessuale non può essere base della società (leggasi figli) da cui, comunque, non va discriminata (addirittura si vuole eliminare dal codice civile i temini marito e moglie perché anche questo potrebbe essere offensivo per i gay): la seconda è la possibilità di adozione che sono curioso di vedere come verrà regolata. Mi sembra che oltre ai diritti di chi fa una scelta sessuale del genere ci sono anche quelli del bambino tra cui, primario, quello ad avere un padre ed una madre. Altrimenti, la discriminazione la facciamo agli etero ed ai bimbi e mi sembra davvero un pò troppo.
  7. Il problema è molto + semplice: chi non sa, o meglio, vuol fingere di non sapere da dove viene, difficilmente avrà un futuro. La stessa critica illuminista attinge alla tradizione giudaico cristiana. Ognuno è il miglior testimone di sé stesso e della propria cultura e l'irrisione che ho letto di qualcuno lo qualifica in modo chiaro. Detto questo, un riferimento storico non era necessario: ricordiamo che la Costituzione italiana dice che la Repubblica è fondata sul lavoro, affermazione oscura e un poco inutile. La tradizione cristiana la si vede nelle piazze di tutte le città d'Europa: anche nella rossa Mosca nessuno pensò di abbattere San Basilio. Il pensiero giudaico cristiano nonché la tradizione filosofica ellenistica e giuridica romana hanno talmente intriso storia e cultura (per non parlare di arte) che, ovviamente, oggi non vi sarebbe alcun Europa in mancanza di questo retroterra. Poi si può ridere e deridere, ma si offende in primis sé stessi e qualcuno che ha studiato il latino ricorderà un brocardo sul tema che non cito per rispetto.
  8. Guarda Fusi che io non ho detto che il T.S. sia dell'epoca Fiat: anche perché ricorderai che la doppia candela era tipica della Giulia GTA ed aveva una storia Alfa. Ho detto, ed è un fatto storico, che Ghidella non voleva produrre quello che era un progetto finito da Alfa Iri e questo per ragioni di costo: addirittura qualcuno in Fiat pensava che il problema dei motori delle Alfa (i bialbero erano alla pensione) lo si poteva risolvere con dei Fiat turbocompressi (l'esperimento 164 Turbo va letto anche in quest'ottica). E' perfettamente vero che il Twin Spark era un progetto finito ma, con Ghidella, forse sarebbe rimasto nel cassetto come vari altri progetti differiti o mai nati (e che tu menzioni) e come il V10 da 350 cv che non citi.
  9. caro stefano 73, l'amico taurino (e facciamola qualche ripetizione di italiano, a proposito) quando viene inchiodato a delle evidenti "originalità" come la serie motori del rest 147 (ma come gli piace, accidenti) risolve tutto omettendo ogni risposta, quindi rassegnati e non insistere. Per il resto, uno che apporta materia da dibattere, quale che sia lo stile (non solo grammaticale ma anche come tono) è comunque sempre meglio averlo. A prop.: su Lancia vi saranno notizie più certe entro il Motor Show e saranno vitali: tenete presente che l'ipotesi di taurus sarebbe nefasta perché è quella di chi ancor oggi vuole la fine del marchio (ovviamente, perché fino al 2007 senza C e D, con Thesis in agonia, che fa); siate però fiduciosi, se non ci sarà un'altra grave crisi di liquidità, Lancia rivive entro il 2006 (18 mesi). ciao
  10. Mi sembra che la riduzione delle piattaforme che vuole Demel è una rivalutazione postuma (in senso lavorativo) degli obiettivi industriali di Ghidella. Senza discutere la bontà del manager (eliminato dalla romitizzazione che puntò alla diversificazione poi rivelatasi nefasta per il core business) agli alfisti ricordo che Ghidella due sgarbi ce li ha fatti: il primo fu l'opposizione al Twin Spark (ricorderete che la 75 uscì con la vecchia testa e solo nell'87 arrivò il T.S.) che ne ritardò la produzione (il progetto era dell'Alfa Iri) e, il secondo, in coerenza, fu quello di montare sulla 164 il 2.0 turbo Fiat-Lancia (poi fortunatamente sostituito dal 2.0 V6 TB made in Alfa). Insomma, l'ing. Ghidella estremizzava il discorso delle sinergie e chissà se la sua permanenza avrebbe demolito ogni residua specificità Alfa.
  11. Bé, alla fin fine abbiam detto la stessa cosa. Chissà che tra qualche anno non piangeremo, dopo Arese, anche per Pomigliano a causa di un crescente peso dell'Alfa Thailandia (ed allora altro che Alfanord ed Alfasud).
  12. ma che c'entrano le industrie farmaceutiche che fanno i convegni con la presentazione di un modello nuovo o ristilizzato? E poi, non ho capito una cosa. Questa presentazione non andava proprio fatta? Mi sembra assurdo. E allora, visto che andava fatta, qual è il problema se l'hanno fatta a Napoli? Mi sembra un voler fare polemica sul nulla. Pare che questa presentazione abbia sminuito la milanesità del marchio ledendo l'orgoglio di qualcuno ma non credo sia questa la lettura. Anzi, Alfa è un marchio italiano a tutto tondo con una storia intrecciata il vecchio bastione asburgico di cui porta sinanche i simboli nel marchio e la vecchia capitale del Regno del Sud da cui veniva Romeo e dove oggi c'è quasi tutta la produzione. Dispiace che la produzione, con la fine di 164 , lo spostamento delle GTV e l'addio al V6 abbia lasciato del tutto Arese dove resta lo stile, il museo e poco altro: questo è stato il reato di Fiat, non certo presentare un restyling a Napoli anziché a Lisbona o in Costa Azzurra.
  13. troppi forum faccio un esempio: aprii su Tecnica, assistenza il discorso del GPL sulle Alfa: poi è stato replicato da altro utente nella sezione Alfa dove addirittura se ne è aperto un terzo sulla GT a GPL. Idem per il sostituto di Bandiera: correttamente è stato aperto su Mercato..finanza ... ma inevitabilmente è stato replicato sul forum Alfa . E via così
  14. inutile sprecarsi: come sempre quando si parla di gusti ognuno ha il proprio. In altri post ho espresso come la pensavo (rest banalizzante). Devo anche dire che dal vivo è meglio che in foto (mi son trovato a Napoli l'altro giorno) e che comunque la rinfresvata ci voleva: concordo però con Stefano 73 sul fatto che lo stile originario (anche se ormai da aggiornare) aveva un'originalità che non si ritrova nel rest: per dirla tutta: quando uscì 147 fu un colpo di genio di stile con richiami a stilemi fantastici del passato: questo rest, tutto sommato, accentua la triangolarità, elimina baffi e frecce sotto il paraurti, ingrandisce il trilobo ed allunga i fari a scopo 3D. Piacerà ma mi sembra persa l'originalita Da Silva, quella che dava alla nasona, pur grintosa, un tocco quasi, PERDONATEMI, androgino. La vera pecca è che non c'è un solo motore euro 4 (a benza le concorrenti dirette già li hanno, diesel già ci sono i cugini Opel-Saab). ma avete notato che è cresciuta di quasi 5 cm?
  15. Veramente, a proposito di storia, non l'ha fondata Nicola Romeo che l'ha piuttosto salvata dal fallimento. Comunque la polemica è stantia: ma qualche vettura ha forse avuto successo perché presentata a Milano, Monaco o Parigi anziché a Timbuctu? Penso che sappiate che la presentazione è soprattutto un modo per ingraziarsi la stampa specializzata e non certo la clientela (quella semmai col porte aperte): e quindi, visto che qui, tra tante cose che non vanno, c'è però uno splendido ottobre mentre a Milano già si puzzano di freddo, meglio un bel week end tra piazza Plebiscito e costiera per farsi belli con la stampa, o no? In ultimo una piccola domanda: forse che BMW (cioé Fabbrica Bavarese di Motori) non fa BMW o perde l'anima per gli ormai tanti modelli che non si fanno davanti all'Olimpiastadion? Per tacere delle FabbricaItalianaAutomobili Torino che non si fanno né a Torino a magari neppure in Italia. Suvvia...
  16. faccio notare che nel precedente post il Corsera parla anche di cambio del responsabile design, anche se si va da un tedesco all'altro (da Egger a Wester)
  17. renyuri71

    LA 157 NON SARA' LA TOP ALFA

    In una delle ultime uscite del quasi ammainato Bandiera, questi smentisce che con l'uscita di produzione della 166 Alfa lasci definitivamente il segmento ammiraglie (anche se forse la molto futura ed eventuale 166 sarà + una F che una E anche perché la 157 andrà a cavallo tra D ed E) anche se parla di auto di lusso il che potrebbe anche semplicemente prefigurare una coupé da 100.000 euro (tipo 8C). Riporto da AP e aggiungo che le voci che vogliono l'addio alle ammiraglie del Gruppo (riportate anche dal mensile Auto di 11/04) pare siano incerte anche per Lancia. FIAT/BANDIERA:ALFA ROMEO NON USCIRA' DAL SEGMENTO 'AMMIRAGLIE' 18/10/2004 - 20:35 Piani comprendono periodo 2005-2007, per marca 5 nuovi modelli Napoli, 18 ott. (Apcom) - "Credo non ci mai stata una indicazione che la 166 non verrà sostituita nella gamma Alfa Romeo. Sono stati presentati dei piani gamma prodotti che si coprono gli anni 2005-2007 e in questi non è prevista un'ammiraglia. Questo non vuol dire che il marchio uscirà dai segmenti di lusso". Così ha detto il responsabile Brand e Commercial Alfa Romeo, Daniele Bandiera, rispondendo a una domanda sulle voci di 'un abbandono' dell'Alfa Romeo dal segmento delle ammiraglie. Come noto nei piani presentati dall'ad di Fiat Auto, Herbert Demel, sia alla comunità finanziaria sia ai sindacati, l'Alfa Romeo presenterà nel triennio 2005-2007 ben cinque nuovi modelli ed un restyling. "Tra le nuove vetture vi sarà anche una Crossover - ha aggiunto Bandiera - le cui linee dovrebbero ricordare la concept 'Kamal' presentata al Salone di Ginevra 2003". copyright @ 2004 APCOM
  18. Riporto dal Corsera Sotto l’austriaco Demel, Ketter guida il settore qualità Fiat, carica dei tedeschi Kalbfell verso Alfa Romeo Lascia Bmw dopo 27 anni, era a capo di Rolls Royce MILANO - Lui ha detto solo: «Dopo 27 anni di fedeltà ho deciso di accettare una sfida molto stimolante». Non dice nulla, invece, il Lingotto. Non ancora, almeno. Perché tutti gli indizi portano lì: la sfida cui fa riferimento Karl-Heinz Kalbfell, fresco di dimissioni dal gruppo Bmw e da quella Rolls Royce che gli era stata affidata da soli cinque mesi con l’incarico di gestirne il rilancio, altro non sarebbe se non la sfida Fiat. Herbert Demel, il top manager austriaco con cui un anno fa Torino fa ruppe la tradizione dei «piemontesi a Mirafiori», avrebbe scelto lui per la guida dell’Alfa Romeo. E dunque a parlare tedesco, ora, a meno di sorprese sempre possibili, sarà anche il meno problematico dei tre marchi Fiat. Mancano solo le conferme ufficiali. Giusto ieri l’Alfa Romeo presentava, a Napoli, il restyling di uno dei suoi maggiori successi, la 147. Ma del ventilato ricambio ai vertici, del probabile arrivo di Kalbfell al posto di Daniele Bandiera (cui la riorganizzazione avviata a settembre assegna però solo il ruolo di direttore commerciale), il gruppo non parla. Ci sono, comunque, gli indizi seminati qua e là dallo stesso manager tedesco a commento delle sue dimissioni, l’altro ieri, dalla presidenza Rolls Royce. E quelli sui quali puntano, fino a non temere smentite e a premiare il titolo con un rialzo, gli analisti dell’auto. Kalbfell in Alfa Romeo piace per quello che il suo curriculum elenca: è lui l’autore del successo commerciale e d’immagine del gruppo Bmw, dove ha percorso l’intera carriera fino alla presidenza Rolls Royce, ed è soprattutto di aggressività commerciale quello di cui anche un marchio come Alfa Romeo ha bisogno. I prodotti, ripetono gli operatori, il Biscione li ha. Spesso invidiati dalla stessa concorrenza. Il problema è fare il salto successivo: rimanere all’altezza e ampliare un mercato che, pure per l’Alfa, rimane al di sotto delle potenzialità. È una questione, anche, di internazionalizzazione del management. Un percorso iniziato più o meno un anno e mezzo fa, quando l’esplodere della crisi ha reso evidente come uno dei punti deboli del gruppo Fiat fosse, soprattutto nell’auto, proprio l’essere rimasto troppo a lungo chiuso nella sua «italianità». Il primo tassello è stato l’arrivo dello stesso Demel (e dello spagnolo José Maria Alapont all’Iveco). Sergio Marchionne e Luca Cordero di Montezemolo hanno poi accelerato il processo. Prima con l’approdo in Maserati dell’inglese Martin Leach, che a suo tempo avrebbe dovuto insediarsi in Fiat Auto (ma venne bloccato dalla Ford). Poi con gli innesti che Demel ha fatto, in estate, a Mirafiori. E lì, in effetti, oggi si parla soprattutto tedesco. Lui, l’amministratore delegato, è austriaco. Johann Wohlfarter, fresco responsabile dello sviluppo e coordinamento della rete di vendita, è altoatesino. E dalla Germania vengono, oltre al probabile nuovo numero uno Alfa, Stefan Ketter e Harald Wester. Il primo aveva seguito Demel già un anno fa come responsabile della qualità. Il secondo arriverà tra pochi giorni e si occuperà dell’engineering e del design. Raffaella Polato Economia
  19. sì, è vero: Alfa-Milano, come è vero che il biscione e la croce sono i simboli Visconti e del Comune. E' anche vero però che l'ing. Nicola Romeo era napoletano (e senza di lui era tutto finito già con la prima guerra mondiale) e già nell'anteguerra creò l'Alfa Avio nel napoletano. Poi è giusto dire che oggi l'Alfa produce al 95% a Pomigliano d'Arco attorno a cui si è creato un eccezionale sistema la cui punta di diamante è l'Elasis: aggiungerei che molti fornitori Alfa hanno standard molto elevati e producono anche per altri marchi, inclusa MB. La tesi di Elkann quindi non fa una grinza. Pur da meridionale, mi dispiace moltissimo per Arese: la Lombardia però, potrà supplire: qui, senza l'Alfa ed il suo indotto, sarebbe ancora + triste.
  20. quello che è certo è che attualmente i conc sanno, in via ufficiale, che 157 (nome ufficioso commerciale del progetto 939) debutterà a settembre: posso aggiungere che, secondo rumors, si vorrebbe anticipare almeno la berlina entro l'estate. Se vi fosse ancora stato il Salone di Torino (ricorderete che si faceva in tarda primavera) la 157 avrebbe debuttato in quella sede perché Ginevra rischia effettivamente di far cuocere la 156. Entro dicembre si sapranno le date con certezza. Sul nome peserà anche il fattore America: è però certo che un nome storico come Giulia, secondo ricerche, renderebbe molto più propensi all'acquisto tanti seniors ex alfisti.
  21. ne parlavo nel topic GPL JTS da me aperto sulla sezione Tecnica ed Assistenza: proprio l'offerta Subaru sui boxer 2.0 e 2.5 con garanzia triennale mi convinceva che senza una soluzione del genere le Alfa future, belle o brutte, si venderanno solo naftone. Io un'Alfa a ciclo otto con opzione gas la prenderei subito (ricordiamo che gli ultimi impianti mantengono sostanzialmente inalterata la potenza).
  22. scusate ma mi devo essere perso qualcosa negli ultimi anni. ma, benedetto Luciano 154, quale sarebbero questi "molti paesi a maggioranza islamica che hanno uno stato laico e sono un esempio di democrazia" come affermi in modo così facilone: anzitutto se uno stato è "islamico" per definizione non è laico (contraddizione in termini) e mi riferisco al fatto che per stato islamico si intende uno stato che adotta, in tutto o in importanti parti, la sharia come legge costituzionale. Quanto ai c.d. stati laici con popolazione a maggioranza di fede islamica l'unico che non abbia una sorta di re-presidente a vita-dittatore-sultano è la Turchia (e, caso differente, l'Indonesia) dove la stabilità della fragile democrazia è stata presidiata per decenni da un esercito dicamo così "un pò invadente". Posso poi condividere la posizione sull'inutilità della guerra irachena e sui problemi derivati dall'uso indiscriminato di armi all'uranio impoverito e di farmaci di prevenzione per le armi chimiche (forse alludevi a ciò parlando di armi chimiche e anche qui facendo un pochino di confusione perché saprai che è stato Saddam ad usarle contro gli iraniani e poi contro i curdi, -chiamasi iprite-). Quanto alle 2S, posso dire che effettivamente 1500 euro al mese non saranno tanti ma sono più che sufficienti per chiamare le 2S delle volontarie professioniste (come i militari che, però, per definizione rischiano qualcosa in +) ma questa storia veramente ci ha stancato: siamo contenti siano salve, magari le candideranno per qualche scranno o forse torneranno nell'anonimato; penso che non debbano chiedere comunque scusa a nessuno per quello che fanno o pensano e i media le hanno sfruttate come al solito. Quattrocchi e soci, comunque, questo perché Alfaomega qualche volta lavora anche lui di fantasia, non avevano trovano né 20mila né 2 mila euro al mese e, infatti, quando furono rapiti stavano per ritornare per la mancanza di lavoro; un pò di rispetto non guasterebbe soprattutto quando si parla a vanvera. In ultimo, qualcuno mi perdonerà, un appunto: legittimo (e illegittimo) si scrive, da sempre, con una sola g
  23. Vi allego articolo del tgcom che conferma come troppa elettronica oltre a dare spesso noie possa essere pericoloso. "Acceleratore bloccato a 200 km/h Francia, auto in tilt per un'ora Ha vissuto un'ora panico un automobilista costretto a viaggiare a 200 km/h sull'austostrada francese A71 a causa di un guasto informatico del controllo elettronico della velocità, che continuava a crescere. L'uomo non poteva frenare né spegnere il motore. Con il cellulare ha allertato i gendarmi di Vierzon, che hanno spedito alcune volanti all'inseguimento. Poi è riuscito a rallentare togliendo e inserendo la carta con il microchip di accensione. Solo dopo oltre 150 chilometri percorsi a folle velocità il trentenne francese è riuscito a fermare la sua Vel Satis. In alcuni tratti è stato costretto dal traffico a sorpassare i veicoli ovviamente più lenti utilizzando la corsia di emergenza. Il rischio più grave era che l'auto non riuscisse a fermarsi prima del casello per il pagamento del pedaggio e per evitare una strage i gendarmi avevano preventivamente fatto evacuare tutte le postazioni, lasciando le barriere alzate. Il presidente di Renault, Louis Schweitzer, ha affermato che si tratta di "un inconveniente estremamente improbabile". "Ogni volta che si sente parlare di un incidente - ha precisato - lo si studia per il principio di precauzione. Ma, per come viene descritto, questo mi stupisce e mi pare molto improbabile". L'auto e' stata riportata in fabbrica per le perizie. La Renault fa notare che quel modello della Vel Satis è munito di regolatore di velocità che può essere disinserito semplicemente premendo il pedale del freno o usando un pulsante sul volante." Invia ad un amicoStampaScrivi al TGCOM
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