A seguito delle restrizioni alla circolazione delle persone, introdotte a partire dal 09/03/2020 per il contenimento del virus Codvi-19, anche il numero di veicoli in circolazione è sensibilmente sceso.
Secondo la "logica dell'amministratore locale tipo", la riduzione del traffico veicolare, assieme alla chiusura di molte attività, avrebbe dovuto ripercuotersi positivamente sulla qualità dell'aria delle città.
Il miglioramento della qualità dell'aria effettivamente sembrava esserci stato, almeno nel milanese, precedentemente al 15/03/20:
Lo scenario però presto è cambiato nelle giornate del 17 e 18 marzo 2020:
Cos'è successo?
Iniziale "merito" delle particolari condizioni meteorologiche? Successivo contributo dei riscaldamenti domestici, a veicoli fermi?
Sono le ipotesi che faremmo un po' tutti, ma ARPA Lombardia giustamente frena, suggerendo la necessità di approfondimenti:
Si sbilancia un po' di più ARPA Veneto, evidenziando come il meteo sia il principale attore nel ristagno o nella dispersione degli inquinanti. E che il gran numero delle persone chiuse in casa durante il periodo di restrizioni 08/03-13/03/20, potrebbe aver inciso attraverso l'utilizzo dei riscaldamenti domestici. A far eco alle ipotesi, si è riscontrato che proprio in quei giorni, la qualità dell'aria in Veneto è stata decisamente pessima.
Un estratto: