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Dodici anni fa spariva quello che rimane uno dei principali compositori italiani dal dopoguerra ad oggi Molti lo conoscono come cantante, altri lo annoverano tra i cantautori insieme a De Gregori e company Lucio Battisti era molto di più, era un MUSICISTA a 360°, come potevano (o possono) essere i vari Frank Zappa, Roger Waters o Robert Fripp, uno di quelli che sta dietro a tutto il processo formativo di un brano… -L’idea – la composizione – l’arrangiamento – l’esecuzione – il missaggio – il risultato finale. Che poi cantasse, suonasse la chitarra o il piano poco cambia…..mettetela così, era un musicista che cantava e suonava sull’opera da lui concepita. La Musica di Battisti, specie dal 72 in poi, era ed è il frutto di un immenso lavoro di concepimento, di arrangiamento, di take in sala incisione e, soprattutto, di colpi di genio in studio molto simili a quelli che prendevano vita ad Abbey Road o in California nello stesso periodo Tutto ciò si traduceva in un sound, in un marchio di fabbrica che lo distingueva e lo distingue……. Negli anni 70 lui in primis, insieme ai vari gruppi prog-rock (Dalla PFM ai Banco, Gli Area, Le Orme per finire ai primissimi Matia Bazar), a grandi interpreti quali Mina e poeti del calibro di Fabrizio De Andrè nonché all’emergente musicista progressivo Franco Battiato, fece si che la musica italiana poté competere a testa alta con quella internazionale. La grande forza di quest’uomo?......la sua innata propensione alla sperimentazione e al rinnovamento che lo portò ad influenzare pesantemente tutta la scena italiana e a fare in modo che il pubblico si abituasse a una musica di un certo livello Era lui a guidare il suo pubblico all’ascolto della sua musica e non certo il suo pubblico ad influenzare le sue composizioni Ogni volta che usciva un suo disco era qualcosa di sconvolgente per la concorrenza e, soprattutto, una grande base per l’ascoltatore medio La seguente affermazione di Renato Zero è emblematica (e soprattutto attuale…….pensate alla scena musicale odierna) “Quando Lucio Battisti usciva con un suo album faceva a tutti noi un grosso favore. Perché i suoi erano dei capolavori, quindi tu, con il tuo prodotto, dovevi cercare di non essere troppo scarso. Lucio lo ha fatto per anni. Poi ha prodotto dischi più raffinati e un po' meno accessibili, ma è giusto che un artista cresca, anche perché con lui cresce il pubblico. Quando alla gente dai solo cazzate, non puoi imputare al pubblico di comprare solo cazzate. Un pubblico educato recepisce anche prodotti un po' più complessi. Magari non subito, ma basta dargli tempo” Cominciò così………. Da “Lucio Battisti” del 1969 i primi lavori risentivano della scena soul e blues internazionale, ma fin da qui il suo marchio DOCG era ben evidente e, comunque, pensate a ciò che c’era in Italia al momento e paragonatelo a quello che faceva lui….... Ma non era quella la musica che realmente lui voleva proporre……..seppur memorabili quelle canzoni gli servivano per raggiungere una posizione artistica e politica che gli consentisse di imporre quello che veramente voleva fare, ovvero sperimentare Nel 1970 esce Lucio Battisti Vol.2 e, soprattutto, “Emozioni”, il sound è già più maturo del precedente e, in primis, c’era quel capolavoro della Title Track che fece il giro del mondo raccogliendo consensi “È una cosa straordinaria, unica!” disse Pete Townshend degli “Who” “mi sono commosso!” Eccola qui, incisa in presa diretta, band e orchestra da una parte, lui solo nel box voce ad interpretare la sua composizione ed il suo arrangiamento… il secondo take fu quello buono come ricorda Flavio Premoli, della PFM, che partecipò alla registrazione YouTube - Lucio Battisti-Emozioni (+testo) Nel 71 è la volta di “Amore e non amore” e di “Lucio Battisti/Vol.4”, quest’ultimo pubblicato dalla Ricordi al fine di sfruttare al massimo il contratto con Lucio fino alla scadenza….vengono pubblicati brani già ascoltati e alcuni pezzi nuovi Ecco un contributo di “Amore e non amore”……si sta uscendo lentamente ma inesorabilmente dalla “Canzonette” ma ciò non toglie che, al tempo, per trovare roba di questa caratura bisognava andare a cercare tra i migliori artisti di oltre Manica Ed ecco “le tre verità”, il pezzo più rappresentativo di Vol.4 di base si percepisce l’aura dei Led Zeppelin, il risultato finale, però, brilla di luce propria ed è certamente uno dei pezzi più particolari della scena artistica del periodo. L’avvento di “Umanamente uomo, il sogno” del 72 comincia a marcare la svolta nella sua composizione L’album contiene opere come “I giardini di Marzo” Ma il brano più all’avanguardia è certamente “Innocenti evasioni”…. Il sound preannuncia chiaramente quello che sarà il Battisti degli anni a venire ed è assolutamente incredibile, ascoltandola oggi, pensare che si tratti di un brano di 38 (trentotto) anni fa Eccola qua La scena internazionale apprezza apertamente la sua opera, tra i suoi fan dichiarati spiccano David Bowie e il sopraccitato Pete Townshend Il 72 è un grande anno… esce anche “Il mio canto libero” Gli inglesi hanno “Hey Jude” da cantare come “inno” nazionale….. Noi abbiamo questa che è ancora più bella ma la migliore dell’album secondo me è quest’altra, un potere evocativo infinito, un colpo al cuore……. Da qui in poi inizia il suo periodo migliore Gli archi e i fiati appaiono in misura minore sostituiti largamente da percussioni e sintetizzatori, si entra nel vivo degli anni 70….mi vengono i brividi al solo pensiero Escono, in ordine, “Il nostro caro angelo”, “Anima Latina” (il mio preferito), “La batteria, il contrabbasso eccetera”, “io tu noi tutti”, “images” (in lingua inglese), “Una donna per Amico” e “Una giornata uggiosa” Ecco una carrellata di capolavori Da “Il nostro caro angelo” (1973) e questa è meravigliosa “Anima Latina” (1974) da “La batteria, il contrabbasso eccetera” (1976) da “io tu noi tutti”, (1976) da “Una donna per Amico” (1978) e la bellissima da “Una giornata uggiosa” (1980) le parole dell’ultima strofa di questa canzone mi fanno venire i brividi…..cenno autobiografico con chiaro riferimento al suo (e mio) paese d’origine “Una giornata uggiosa” è l’ultimo album del sodalizio con il poeta Mogol Il lavoro successivo, “E già”del 1982, vede l’unica entrata in scena di Valezia come autore dei testi……Valezia è Grazia Letizia Veronesi, sua moglie…. L’album è di transizione ma vale la pena di ascoltare questa Inizia da qui una nuova era nell’opera di Battisti Pasquale Panella prende il posto di Mogol e molti fan rimpiangeranno la magia delle parole di Giulio Rapetti La composizione diverrà apparentemente più fredda e celebrale, forse ancor più sperimentale ma, a mio modestissimo parere, un po’ meno equilibrata che negli anni 70 Con Panella, Battisti raggiunge livelli altissimi nel puro canto dal punto di vista tecnico e dell’interpretazione. I testi, infatti, seguono metriche fatte apposta per creare il fraseggio che caratterizzerà l’ultimo periodo Battistiano L’ascolto di queste canzoni diviene più difficile, personalmente credo che ad oggi non esista in Italia nessuno in grado solo di farsi sfiorare dal pensiero di cantare in quel modo tanto è complicato…. Pensate che fatica farebbe l’ascoltatore medio attuale, abituato con Vasco e Ligabue alla meno peggio! Questi lavori, inoltre, hanno l’indiscutibile pregio di far sembrare semplici cose difficilissime A mio avviso questa musica verrà capita in tutto tra qualche e qualche anno, l’ascoltatore colto ne percepisce il valore ed il messaggio ma neanche per lui è sempre facile riuscire ad amalgamarsi con le intenzioni dell’artista…… e ho detto tutto di come stava (sta) avanti quest’uomo Ribadisco, comunque, di preferire il battisti metà anni 70 che quello Panelliano Da “Don Giovanni” (1986) La Title Track bellissima questa tira come un treno ed ha un arrangiamento assurdo Da “L’Apparenza” (1988) fate caso alla melodia vocale di questa da “La sposa occidentale” Da “Cosa succederà alla ragazza” (1992) Da Hegel “1994” La stupenda Track title Ed eccoci qua……Lucio ci avrebbe lasciato quattro anni dopo Hegel E’ cosa nota che l’Album Mina-Celentano del 96 avrebbe dovuto essere Battisti-Mina-Celentano…..fu per un comportamento mal interpretato del molleggiato che Battisti decise di non prendervi parte E’ altresì noto che a metà anni 90 vi fu un riavvicinamento tra Battisti e Mogol, si dice che esistano dei take registrati poco prima della morte e gelosamente conservati dalla moglie….(se ciò fosse vero dio solo sa quanto potrebbero valere) Personalmente darei la palla sx per averne una copia….no vabbè mo non esageriamo! Pensate all’eco che avrebbe avuto un nuovo album Battisti-Mogol Scusate la sinteticità ma ho voluto ripercorrere brevemente tutto l’excursus professionale di questo straordinario musicista….ogni singolo album meriterebbe pagine Mi piace pensare a lui mentre (in paradiso se esiste o da qualunque altra parte) gioca a carte con Fabrizio De Andrè, con il mai abbastanza compianto Rino Gaetano e con Luigi Tenco Chiudo con una frase di Pasquale Panella che forse meglio di tutti definisce Lucio Battisti “Battisti voleva arrivare al lato annodato stretto delle cose, quello che non si può sciogliere”